Marcia indietro del Governo sulla fine del distanziamento a bordo dei treni
C’è o no un metodo nella follia di Conte
e sodali?
Intanto
complimenti, si fa per dire, all’Ansa,
per come ha gestito la notizia dell’improvviso passo indietro del Ministro della Salute
sulla fine del distanziamento a bordo dei treni (*). Un
capolavoro: si scrive giulivamente che
la misura avrebbe addirittura incontrato il gradimento dei passeggeri. Che dire? “I governi passano, i governativi restano”. E l’Ansa, evidentemente, appartiene a quest’ultima categoria. Quanto a Trenitalia e Italo, parliamo di compagnie che da mesi lavorano al trenta-quaranta per cento delle capacità, con perdite incalcolabili alle quali si è negata una boccata d'aria economica.
Possibile
che Giuseppe Conte e Ministri non capiscano che (prima) con lo stop
e (ora) con lo stop and go, si rischia di distruggere l’economia italiana?
Il
Ministro Speranza, un postcomunista,
parla di un periodo di “convivenza con il virus”, al quale gli italiani
dovranno abituarsi, per “il
loro bene”, naturalmente. Però non si dice quanto durerà… Insomma, siamo di fronte a un concetto elastico
che, proprio perché tale, permette di prendere qualsiasi decisione su due piedi, senza curarsi di tutto il resto. A cominciare dall’economia.
Perché, sia chiaro, l’incertezza non può far bene al nostro sistema economico.
Ad esempio, come può un imprenditore investire se teme che da un momento all’altro,
come nel caso dei posti sui treni, il Governo populista possa fare un passo indietro? Come può una famiglia progettare il suo futuro
economico, se non ha alcuna certezza delle
legislazione economica sui diritti di proprietà, che rischia di cambiare da
un momento all’altro? Ad esempio,
con l’introduzione ad esempio di una
imposta patrimoniale?
L’unica e ossessiva risposta governativa rimanda agli scostamenti di bilancio: in parole povere, alla promessa di sostegni finanziari a pioggia. Evidentemente quel gigante del pensiero economico, che risponde al nome del
Ministro Gualtieri, non capisce, o non vuole capire, che il clima di incertezza, che può svanire
solo con un ritorno alla normalità, non
favorisce le transazioni economiche a ogni livello. Si ritiene invece, erroneamente, che pompando
denaro pubblico alla cieca si tornerà a investire e spendere.
Ora,
in economia esistono due tipi di incertezze, collegate al rischio: 1) incertezza “normale”, che dipende dagli alti e bassi del ciclo economico,
che ogni investitore mette in conto, diciamo un’incertezza “prevedibile”; 2) incertezza anormale, che dipende esclusivamente dalle decisioni politiche, che di regola sono
totalmente imprevedibili, e che proprio per questo motivo, rischiano sempre di paralizzare gli investimenti.
Attenzione: decisioni politiche, che quanto più un governo
è autoritario, quindi non responsabile politicamente davanti ai cittadini,
tanto più divengono rapsodiche e imprevedibili. Altro che la normale alea dei
mercati, che gli investitori invece conoscono e gestiscono…
Di
conseguenza, in una situazione distinta dall’ imprevedibilità anormale, determinata
da un governo autoritario come l’attuale,
le iniezioni di denaro pubblico
ricordano le iniezioni di acqua
ossigenata per curare il cancro.
Possibile
non si capisca che quanto più il governo insisterà su un concetto, politicamente elastico, come quello “ di convivenza con il virus”, tanto più l’economia deperirà? C’è un
metodo nella follia di Conte e sodali? Oppure no? Si
vuole intenzionalmente impoverire il cittadino per tramutarlo in suddito? O siamo
dinanzi a veri e propri idioti?
Carlo Gambescia