lunedì 3 agosto 2020

Marcia indietro del Governo sulla fine del  distanziamento a bordo dei treni
C’è o no un metodo nella follia di Conte e sodali?

Intanto complimenti, si fa per dire,  all’Ansa, per come ha   gestito  la notizia dell’improvviso passo indietro del Ministro della Salute sulla fine del distanziamento a bordo dei treni (*).  Un capolavoro:  si scrive giulivamente che la misura avrebbe addirittura incontrato il gradimento dei  passeggeri.  Che dire?  “I governi passano, i governativi restano”. E l’Ansa, evidentemente, appartiene a quest’ultima categoria.  Quanto a Trenitalia e Italo, parliamo di  compagnie che da mesi lavorano al trenta-quaranta per cento delle capacità, con perdite incalcolabili alle quali si è negata una boccata d'aria economica.
Possibile che Giuseppe Conte  e  Ministri non capiscano che (prima) con lo stop e (ora) con lo stop and go, si rischia di distruggere l’economia italiana?
Il Ministro Speranza, un postcomunista,  parla di un periodo di “convivenza con il virus”, al quale gli italiani dovranno abituarsi, per “il  loro bene”, naturalmente.  Però non  si dice quanto durerà… Insomma, siamo di fronte a un concetto elastico che, proprio perché tale,  permette di prendere qualsiasi decisione su due piedi, senza curarsi  di tutto il resto. A cominciare dall’economia.   

 Perché, sia chiaro, l’incertezza  non può far bene al nostro sistema economico. Ad esempio, come può un imprenditore  investire se teme che da un momento all’altro, come nel caso dei posti sui treni, il Governo populista possa fare un passo indietro? Come può una famiglia progettare il suo futuro economico,  se non ha alcuna certezza delle legislazione economica sui diritti di proprietà, che rischia  di  cambiare da  un momento all’altro?  Ad esempio,  con l’introduzione ad esempio di una imposta patrimoniale?
L’unica  e ossessiva  risposta governativa  rimanda agli scostamenti di bilancio:  in parole povere,  alla promessa di sostegni finanziari a pioggia.  Evidentemente quel gigante del pensiero economico, che risponde al nome del Ministro Gualtieri, non capisce, o non vuole capire,  che il clima di incertezza, che può svanire solo  con un ritorno alla normalità, non favorisce le transazioni economiche a ogni livello. Si ritiene invece, erroneamente,  che pompando  denaro pubblico  alla cieca si tornerà a investire e spendere.
Ora, in economia esistono due tipi di incertezze, collegate al  rischio: 1) incertezza  “normale”, che dipende dagli alti e bassi del ciclo economico, che ogni investitore mette in conto, diciamo un’incertezza “prevedibile”; 2) incertezza  anormale, che dipende esclusivamente  dalle decisioni politiche, che di regola sono totalmente imprevedibili, e che proprio per questo motivo, rischiano sempre di  paralizzare gli investimenti.  
Attenzione:  decisioni politiche, che quanto più un governo è autoritario, quindi non responsabile politicamente davanti ai cittadini, tanto più divengono  rapsodiche e  imprevedibili. Altro che la normale alea dei mercati, che gli investitori invece conoscono e gestiscono…
Di conseguenza, in una situazione distinta dall’ imprevedibilità anormale, determinata da un governo autoritario come l’attuale,  le iniezioni di denaro pubblico  ricordano  le iniezioni di acqua ossigenata per curare il cancro.  
Possibile  non si capisca che quanto più il governo insisterà  su un  concetto, politicamente elastico, come quello  “ di convivenza con il virus”,  tanto più l’economia deperirà?   C’è un metodo nella follia di Conte e sodali? Oppure no?   Si vuole intenzionalmente  impoverire il cittadino  per tramutarlo in suddito?  O  siamo dinanzi a  veri e propri idioti?

Carlo Gambescia