venerdì 7 agosto 2020

I verbali desecretati del CTS
Trasparenza reale  e irreale


Non  sappiamo ancora  cosa sia  contenuto negli atti desecretati. Ma è  veramente così importante leggerli? Non è facile  rispondere con un sì o con un no.  Certo, ora  i verbali  delle riunioni del Comitato Tecnico Scientifico (CTS)  sono  in teoria  consultabili sul sito della Fondazione Einaudi, che con un appello del suo presidente, Giuseppe Benedetto, ne aveva chiesto la pubblicazione.  
Per quale  ragione in teoria?  Perché  il sito della Fondazione, a causa dell’enorme affluenza (*),  al momento non è raggiungibile.  I verbali rinviano alle riunioni del 28 febbraio, del 1 marzo, del 30 marzo e del  9 marzo.
Ma c'è dell'altro in gioco. Certo,  ora  si inneggia  alla trasparenza del Governo populista. Diciamo invece  che di fatto si sono dati in pasto al pubblico i pareri desecretati dei  cosiddetti esperti  fino a ieri celebrati. Mentre  le scelte  politiche,  in quanto tali,  quelle governative in primis,  restano  al riparo da occhi indiscreti. 
In definitiva, il Presidente della Fondazione Einaudi si è prestato a una specie di gioco delle parti. Non sappiamo se inconsapevolmente o meno. Tuttavia,  come ogni liberale Benedetto avrebbe dovuto sapere che  esistono due forme di trasparenza.
La prima è  quella delle sedute pubbliche, una trasparenza reale, immediata,  rappresentata dalle attività del  Parlamento e dalle conseguenti  reazioni registrate giorno per giorno dai mass media. Reazioni che animano quel  dibattito pubblico che è  il sale della democrazia liberale.  Per contro, e questi sono fatti,  il Governo populista si è invece ben guardato dal valorizzare durante la crisi l’attività parlamentare.

La seconda è quella della pubblicità degli  atti, cosa nobilissima,  che però è sempre ex post,  e che quindi può essere sottoposta a  manipolazione: si potrebbe parlare (parola forse forte) di trasparenza irreale. Diciamo pure  che la pubblicità degli atti  è importante, ma accessoria alla prima: la trasparenza reale.  Perché se viene meno la trasparenza primaria,  reale, la trasparenza secondaria, si può tramutare in irreale o comunque parziale.  Come nel caso delle Carte del Comitato Tecnico  Scientifico date in pasto alla gente per distogliere l’attenzione dalla “ciccia” (pardon) politica.     
Certo, sempre meglio di niente. Nelle dittature non esistono né la trasparenza reale né la trasparenza reale. Il che è un grosso e antipatico problema...
Detto questo, però,  al posto del Presidente della Fondazione Einaudi non inneggeremmo alla trasparenza della Governo populista.  Qui, in realtà,  c’è poco da festeggiare.  Per dirla in modo brutale,  Conte e Speranza hanno solo  dato il benservito ai professori… 
Pertanto, e concludendo, è importante leggere gli atti desecretati, ma la trasparenza vera  è in Parlamento.
Carlo Gambescia