I verbali desecretati del CTS
Trasparenza reale e irreale
Non
sappiamo ancora cosa sia contenuto negli atti desecretati. Ma è veramente così importante leggerli? Non è
facile rispondere con un sì o con un no.
Certo, ora i verbali delle riunioni del Comitato Tecnico Scientifico
(CTS) sono in
teoria consultabili sul sito della
Fondazione Einaudi, che con un appello del suo presidente, Giuseppe Benedetto, ne
aveva chiesto la pubblicazione.
Per quale
ragione in teoria? Perché
il sito della Fondazione, a causa dell’enorme affluenza (*), al momento non è raggiungibile. I
verbali rinviano alle riunioni del 28 febbraio, del 1 marzo, del 30 marzo e
del 9 marzo.
Ma c'è dell'altro in gioco. Certo, ora si inneggia alla trasparenza del Governo populista. Diciamo invece che di fatto si sono dati in pasto al pubblico i pareri desecretati
dei cosiddetti esperti fino a ieri celebrati. Mentre le scelte politiche, in quanto tali, quelle governative in primis, restano al riparo da occhi indiscreti.
In definitiva, il Presidente della Fondazione Einaudi si è
prestato a una specie di gioco delle parti. Non sappiamo se inconsapevolmente o meno. Tuttavia, come ogni liberale Benedetto avrebbe dovuto sapere
che esistono due forme di trasparenza.
La prima è quella delle sedute pubbliche, una trasparenza reale, immediata, rappresentata dalle
attività del Parlamento e dalle
conseguenti reazioni registrate giorno
per giorno dai mass media. Reazioni che animano quel dibattito pubblico che è il
sale della democrazia liberale. Per contro, e questi sono fatti, il Governo populista si è invece ben guardato dal
valorizzare durante la crisi l’attività parlamentare.
La seconda è quella della pubblicità degli atti, cosa nobilissima, che però è sempre ex post, e che quindi può essere sottoposta a manipolazione: si potrebbe parlare (parola forse forte) di trasparenza
irreale. Diciamo pure che la pubblicità degli atti è importante, ma accessoria alla prima: la
trasparenza reale. Perché se viene meno
la trasparenza primaria, reale, la trasparenza
secondaria, si può tramutare in irreale o comunque parziale. Come nel caso delle Carte del Comitato
Tecnico Scientifico date in pasto alla
gente per distogliere l’attenzione dalla “ciccia” (pardon) politica.
Certo, sempre meglio di niente. Nelle dittature non
esistono né la trasparenza reale né la trasparenza reale. Il che è un grosso e antipatico problema...
Detto questo, però, al posto del Presidente della Fondazione
Einaudi non inneggeremmo alla trasparenza della Governo populista. Qui, in
realtà, c’è poco da festeggiare. Per
dirla in modo brutale, Conte e Speranza hanno solo dato il benservito ai professori…
Pertanto,
e concludendo, è importante leggere gli atti desecretati, ma la trasparenza
vera è in Parlamento.
Carlo Gambescia