Covid, mass media, discoteche e immigrati
Ridicoli e razzisti
Oggi
pubblichiamo due prime pagine, assai significative di un approccio mediatico al Covid,
sospeso
tra i poli del ridicolo e del
razzismo.
Iniziamo dal “ Fatto Quotidiano”, organico al
governo giallo-rosso. Da notare subito come nel titolo la misura ridicola dell’obbligo
di mascherine dalle 18 alle 6, unitamente a quella oscurantista e comica al tempo stesso della chiusura delle discoteche, sia dipinta come lo strumento salvifico che eviterà un nuovo lockdown. Peccato che i dati (Ministero della Salute) sull’incidenza del Covid, se correttamente
letti, asseriscano invece che dal
primo giugno a ieri (sedici agosto) i ricoverati in intensiva sono passati da 424 a 56… Mentre l' età di riferimento dei degenti, sempre in intensiva, si aggira intorno agli ottant’anni. Che, come noto, è l'età tipica del frequentatore di discoteche... Non aggiungiamo altro.
“Il Tempo” di Roma, (sotto a destra), storico quotidiano liberale della
Capitale, ormai nelle mani di un'odiosa destra razzista, oppone alle "disco chiuse" gli sbarchi "a go go" dei "clandestini", dipinti, ovviamente, tanto per rasserenare gli animi, come i principali portatori di Covid… Stando però al Fact Checking
dell’Ispi, solo l’1,5 per cento delle 6469 "persone" (né migranti né clandestini...) sbarcate sulle coste italiane tra marzo e
luglio è risultato positivo (**). Capito? “ Il Tempo” invece che fa? Coglie l'occasione per scatenarsi contro l’untore che viene dell’Africa. Non aggiungiamo altro.
Si
può intuire come il problema non sia il
Covid ma
un allarmismo che abbraccia
maggioranza e opposizione, prontissime a
strumentalizzarlo, pur di conservare o andare al potere, violando l'aurea logica di un pacato discorso pubblico liberale.
Un allarmismo diffuso, ben recepito dai mass media. In particolare da quei giornali, come visto, vittime non del Covid ma del morbo welfarista-precauzionista o razzista tout court, prontissimi a farsi esecutori di disegni politici eversivi.
Viviamo purtroppo in un clima da ultimi giorni dell'umanità, mediaticamente artefatto, al quale contribuisce
il superenalotto dell’Oms: che senso ha parlare, come ieri, di trecentomila casi nel mondo, senza contestualizzarli? In base ai sistemi sanitari, il reddito, la mortalità infantile e media, eccetera, eccetera?
Un allarmismo, dicevamo, dal quale però scaturiscono misure ridicole (maggioranza), come la chiusura delle
discoteche, e razzismo "a go go" (opposizione), come a proposito degli sbarchi.
Non aggiungiamo altro. Per oggi le parole sono finite.