La politica degli insulti
Democrazia emotiva
Francamente
non mi sorprendono gli insulti ricevuti dall’amico Carlo Pompei sulla Pagina
Facebook del Movimento Cinque Stelle (*). Che si aspettava ? Ovviamente dispiace. Carlo è persona di altissimo
valore e meriterebbe ben altro trattamento. Purtroppo ora le cose vanno così.
Perché? Proverò a rispondere.
Qual
è oggi la cognizione media della politica da parte del cittadino? Detto in altri
termini che cos’è la politica per la gente
comune. Gli studi sulla socializzazione e veicolazione della politica all’interno
della società di massa insegnano che bisogna distinguere tra opinione pubblica
e opinione di massa.
L’opinione
pubblica rinvia al discorso pubblico tra persone qualificate, con studi e competenze,
per così dire gli addetti ai lavori. L’opinione di massa, rimanda invece alle
persone alfabetizzate, ma con scarsi studi e competenze politiche. Di conseguenza, il passaggio dal discorso
pubblico al discorso di massa implica l’uso della semplificazione. Ossia la riduzione dei
concetti politici a puri e semplici slogan, di facile comprensione, frutto però di
visioni semplificate della realtà, che poggiano quasi sempre su un moralismo standardizzato e stucchevole, sempre pronto a dividere il mondo in buoni e cattivi.
Per
capirsi: se l’universo della pubblica opinione è quello della ragione, l’universo
dell’opinione di massa è quello degli istinti, dei riflessi carnivori, un contesto sociologico che
ricorda quello dei tifosi allo stadio. Pertanto, nella società di massa, la percezione media della politica da parte del cittadino è rappresentata da un
impasto di semplificazioni e moralismo che non risponde assolutamente alla
complessità reale dell’agire politico, così ricca di sfumature: si pensi a un paesaggio in cui i toni grigi hanno sempre la meglio sulle sciabolate di colore. Ciò significa che la politica, soprattutto
se di massa, va “maneggiata” con grande attenzione, come la
famigerata nitroglicerina. Mai scatenare negli uomini gli
istinti peggiori, sempre in agguato…
Va anche sottolineato, come mostra il Novecento, che i momenti di convergenza come di massima
divergenza, tra opinione pubblica e
opinione di massa sono rappresentati dalla fasi di crisi (guerre, rivoluzioni, cadute produttive, eccetera), fasi in
bianco e nero in cui prevalgono, per far
fronte alla rapida evoluzione degli eventi, le semplificazioni allo scopo di individuare in fretta un nemico, un problema, una
soluzione, eccetera. Il che, per inciso,
spiega il legame tra autoritarismo e
logica dell’emergenza, in cui esso trova sempre una buona giustificazione a
livello collettivo, dove tende sempre a predominare l’emotività, insomma la "voglia" sociale di trovare un capro espiatorio.
La
separazione tra opinione pubblica e opinione di massa ha subito una ulteriore
accelerazione con l'arrivo di internet e della conseguente gigantesca espansione del cosiddetto universo social: una dinamica che ha
elevato la semplificazione a modello
unico di interazione comunicativa. Parliamo di un processo di distruzione della ragion
politica che ha contagiato addirittura i mass media tradizionali
e gli stessi attori politici. Sotto
questo aspetto il populismo di destra come di sinistra, non è altro che la certificazione sociologica della vittoria finale dell’opinione di massa sulla pubblica opinione. Quindi delle idee
più stupide, ignoranti e superficiali sulla politica riflessiva. In breve, stiamo assistendo al trionfo della democrazia
emotiva su qualsiasi tentativo di pacato ragionamento.
Pertanto
che ci si può aspettare dall’elettore
medio del Movimento Cinque Stelle, partito populista per eccellenza, se non
pesanti insulti? Come dei resto dai suoi militanti e politici? E
purtroppo potrebbe andare sempre peggio…
Carlo Gambescia
(*) Si veda la Pagina Fb di Carlo Pompei. Qui: https://www.facebook.com/carlo.pompei1/posts/10222984769158118?notif_id=1596581568010861¬if_t=close_friend_comment