Con questa destra non si andrà da nessuna parte
Antiparlamentare, razzista e welfarista
Non è una novità. E tra l'altro ne abbiamo già scritto: i titoli dei quotidiani di riferimento di un arco politico, ormai più di destra che di
centrodestra, la dicono lunga sull’impresentabilità della Lega, di Fratelli d’Italia
e di Forza Italia. Sì, bastano i titoli... Ad esempio, si dia un'occhiata alle prime pagine di oggi.
Antiparlamentarismo e populismo: “Sciacalli” e
“cacciateli” è la terminologia, per così dire, più diffusa sugli onorevoli
(cinque in tutto) che avrebbe richiesto il bonus offendendo i bisognosi italiani. In questo modo però si accetta l’idea populista del bonus spandi e spendi che spetterebbe solo al popolo e non al politico, sfruttatore per antonomasia. Inoltre si contribuisce a rafforzare un bieco
antiparlamentarismo che dipinge , tra gli
applausi del popolo, il Parlamento come un ritrovo di papponi (pardon) che
andrebbe spazzato via. Linguaggio, che viene da lontano, tipicamente fascista e leninista, oggi riciclato dai populisti.
Welfarismo: si noti, dalla titolazione (sui “banchi”, sui “fondi promessi”,
sui sussidi alle imprese che
dovrebbe essere più lauti), il gioco al
rialzo sul welfare. Una stupida guerra al realismo dei conti economici, all’insegna di un irresponsabile e agitatorio grido di battaglia: “ “Pensioni
e stipendi più alti, tasse più basse”. In questo modo si sposa l’idea socialista o
semisocialista che lo stato sia la soluzione di tutti i problemi. Altro che linguaggio liberale…
Razzismo: Esemplare la frase virgolettata della “Verità”, che riporta un "equilibrato" giudizio di Giorgia Meloni, fine sociologa. L'ex Ministro per la Gioventù nel quarto governo Berlusconi - roba da vampiri di una Twilight post missina - riduce i problemi migratori al fenomeno degli scafisti. Alimentando così una
semplificazione politica, del resto nelle
corde dello stesso Salvini, che riduce la “questione degli immigrati”, sulla
scia della trattazione nazista della “questione ebraica”, a puro problema di ordine pubblico. In questo modo si alimenta nella gente la
convinzione che in ogni immigrato si
nasconda un criminale. La stessa logica del capro espiatorio che nutre i regime autoritari.
Come
si può capire questa destra estremista (altro che centrodestra…), che sul Covid auspica misure ancora più draconiane (si legga l'intervista a Salvini), non è assolutamente “votabile”. Scegliere di votare
Salvini, Meloni, Tajani significa farsi
- veramente - del
male da soli. Come sbattere contro un muro.
Il
problema però è che non è “votabile”
neppure la sinistra, anch’essa populista e autoritaria, salvo che sugli immigrati. Il che
sarebbe già qualcosa. Ma può bastare la logica del male minore? Quella del turarsi il naso e votare Conte e Zingaretti? La cosiddetta pax populista, giallo-rossa val
bene una messa?
Carlo Gambescia