lunedì 10 agosto 2020

Con questa  destra non si andrà da nessuna parte
Antiparlamentare, razzista e welfarista




Non è una novità. E tra l'altro ne abbiamo già scritto:  i titoli dei quotidiani di riferimento di un arco politico, ormai  più di destra che di centrodestra, la dicono lunga sull’impresentabilità della Lega, di Fratelli d’Italia e di Forza Italia.  Sì, bastano i titoli... Ad esempio,  si  dia un'occhiata alle prime pagine di oggi.

Antiparlamentarismo e populismo:  “Sciacalli” e “cacciateli” è la terminologia, per così dire, più diffusa sugli onorevoli (cinque in tutto) che avrebbe richiesto il bonus offendendo i  bisognosi  italiani.  In questo modo però si accetta  l’idea populista del bonus spandi e spendi  che spetterebbe solo al popolo e non al politico, sfruttatore per antonomasia.  Inoltre   si contribuisce a rafforzare  un   bieco antiparlamentarismo  che dipinge , tra gli applausi del popolo, il Parlamento come   un ritrovo di papponi (pardon) che andrebbe spazzato via.  Linguaggio, che viene da lontano,  tipicamente fascista e leninista, oggi riciclato dai populisti.

Welfarismo: si noti, dalla titolazione (sui “banchi”,  sui “fondi promessi”,
 sui sussidi alle imprese   che dovrebbe essere più lauti),  il gioco al rialzo sul welfare.  Una stupida   guerra  al realismo dei conti economici,   all’insegna di un irresponsabile e agitatorio  grido di battaglia: “ “Pensioni e stipendi  più alti, tasse più basse”.  In questo modo si sposa l’idea socialista o semisocialista che  lo stato sia  la soluzione di tutti i problemi. Altro che linguaggio liberale…

Razzismo: Esemplare la frase virgolettata della “Verità”,  che riporta un "equilibrato" giudizio di  Giorgia Meloni, fine sociologa. L'ex Ministro per la Gioventù nel quarto governo Berlusconi - roba da vampiri di una Twilight post missina -   riduce i problemi migratori al fenomeno degli scafisti. Alimentando così  una semplificazione politica, del  resto nelle corde dello stesso Salvini, che riduce la “questione degli immigrati”, sulla scia della trattazione nazista della “questione ebraica”,  a puro problema di ordine pubblico.  In questo modo si alimenta nella gente la convinzione  che in ogni immigrato si nasconda  un criminale.  La stessa logica del capro espiatorio  che  nutre  i regime autoritari.


Come si può capire questa destra estremista  (altro che centrodestra…), che sul Covid auspica misure ancora più draconiane (si legga l'intervista a Salvini),   non è  assolutamente “votabile”. Scegliere di votare Salvini, Meloni, Tajani significa farsi  -  veramente -   del male da soli. Come  sbattere  contro un muro.   

Il problema però  è che non è “votabile” neppure la sinistra, anch’essa populista e autoritaria, salvo che sugli immigrati.  Il che sarebbe già qualcosa. Ma può bastare la logica del male minore? Quella del turarsi il  naso e votare Conte e Zingaretti?   La cosiddetta  pax populista, giallo-rossa  val  bene una  messa?               


Carlo Gambescia