Covid-19, il ponte aereo e navale dalla
Sardegna
Fine epidemia mai
Addirittura un ponte aereo e navale dalla Sardegna per il rientro dei positivi? Perché meravigliarsi?
Insistiamo il Covid-19 è la prima epidemia al tempo del populismo. E si rischia che non finisca più. Si rischia, politicamente. Perché? Qui il vero virus è il populismo. Un’ideologia che ha “contagiato”, dettando o influendo sull’agenda politica, anche partiti in passato refrattari alla demagogia. Si pensi ad esempio all’atteggiamento convergente delle forze politiche italiane dinanzi al referendum populista che scorge nel parlamento soltanto un costo. Oppure alle oziose polemiche, sempre tra tutti i partiti, sulla riapertura “sicura” delle scuole, nel nome di una utopistica sicurezza, che però viene "venduta" come verosimile, accrescendo aspettative, timori, paure.
Insistiamo il Covid-19 è la prima epidemia al tempo del populismo. E si rischia che non finisca più. Si rischia, politicamente. Perché? Qui il vero virus è il populismo. Un’ideologia che ha “contagiato”, dettando o influendo sull’agenda politica, anche partiti in passato refrattari alla demagogia. Si pensi ad esempio all’atteggiamento convergente delle forze politiche italiane dinanzi al referendum populista che scorge nel parlamento soltanto un costo. Oppure alle oziose polemiche, sempre tra tutti i partiti, sulla riapertura “sicura” delle scuole, nel nome di una utopistica sicurezza, che però viene "venduta" come verosimile, accrescendo aspettative, timori, paure.
Il
populismo, almeno quello contemporaneo, rimanda in alto, a un atteggiamento protettivo, esageratamente
protettivo, delle élite verso il cittadino,
e in basso, nella ricerca
sfrenata da parte del popolo della protezione totale da ogni forma, anche
minima, di rischio sociale. Il populismo, in qualche misura, è la malattia
terminale del welfarismo, ossia di un’ assistenza sociale estensiva, come si
diceva un tempo, “che va dalla
culla alla tomba”. Di qui, l’odio del “popolo” verso i partiti, che vengono visti come d’intralcio alla distribuzione sociale della
ricchezza, e verso la ricchezza perché non vuole farsi espropriare.
Ormai,
qualsiasi politico, che non si pieghi a questa
visione a dir poco rozza della
dinamica sociale, viene designato come “nemico del popolo”. E poiché la sua elezione dipende dal voto dei
cittadini si determina una continua corsa al rialzo tra i partiti a chi prometta maggiore protezione sociale.
Ovviamente - e veniamo al punto - in tale clima
politico, un’epidemia non può che
diventare una specie di bomba atomica.
Detto in altri termini, un gigantesco
banco di prova per dimostrare che
“nessuno verrà lasciato solo”. Se in altri tempi, un’epidemia di influenza era una
questione squisitamente medica e individuale, con l’avvento del populismo si è invece tramutata, complice l’atteggiamento di istituzioni
sanitarie in larga parte fanatiche sostenitrici del fantomatico diritto alla salute, in una
pandemia - quindi un fatto collettivo - che minaccia tutti i popoli della terra.
Il che spiega l' organizzazione di un ponte
aereo e navale dalla Sardegna per il
rientro dei positivi (quasi tutti asintomatici): i dati sulle intensive sono risibili (*), eppure si continua
“come se”…
Si
evoca, da parte delle élite populiste, volenti o nolenti, il "principio di precauzione" che non è
altro che il braccio armato ideologico del welfare state. Un principio assai elastico che costituisce la principale fonte del potere dello stato: un entità istituzionale che, come qualsiasi gruppo
sociale, ritenendosi preveggente (ossia di “saperne” più di tutti gli altri), moltiplica
i pericoli, anche dove non vi sono, per rafforzarsi, seguendo ovviamente la logica egemonica di ogni gruppo sociale.
Il tutto, naturalmente, avviene in nome del popolo, che tra l’altro sembra ben contento di scambiare la libertà con la sicurezza.
Il tutto, naturalmente, avviene in nome del popolo, che tra l’altro sembra ben contento di scambiare la libertà con la sicurezza.
In
questo pesante clima populista, come ripetiamo da tempo, l’emergenza, tramutata
in risorsa politica, rischia di non finire più. E con il consenso popolo.
Carlo Gambescia
(*) 74 ricoverati in intensiva, dati Ministero della Salute, ultimo aggiornamento 28 agosto 2020: http://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/dettaglioContenutiNuovoCoronavirus.jsp?lingua=italiano&id=5351&area=nuovoCoronavirus&menu=vuoto