martedì 22 maggio 2018

L’idea "grillo-leghista" di pagare i debiti della P.A. emettendo mini-bot
Schacht ci salverà?
di  Teodoro Klitsche de la Grange
 
Adolf Hitler  e Hjalmar Schacht 


Ha sollevato un rilevante dibattito la proposta nel “contratto di governo” M5S-Lega, di pagare i debiti della P.A. attraverso l’emissione di mini-bot.
Qualcuno ha parlato, non del tutto a torto, di “doppia circolazione” monetaria e quindi di lesa maestà dell’euro. Già in precedenza proposte simili erano state fatte da Berlusconi (nell’ultima campagna elettorale) e, ancor prima, da Corrado Passera, all’esordio come ministro del Governo Monti (proposta che non ha avuto alcun seguito et pour cause). In occasione dell’iniziativa di Passera scrissi nel febbraio del 2012  un articolo per  questo blog (*), poi ripreso da  “Rivoluzione Liberale” (**): Schacht  o Monti: gratta, gratta cui rinvio i lettori.  Potrei chiudere qua, con questo rinvio, ma è utile fare qualche aggiunta, dovuta a successive conferme delle previsioni lì sinteticamente formulate.
La prima è un sospetto: quello che a monte e causa, ancorché parziale, ma cospicua, delle sofferenze delle banche, vi sia la mora di fatto dei pagamenti ai creditori dello Stato e delle P.P.A.A. in genere.
Se infatti la pubblica amministrazione è l’ “intermediario” principale, rallentarne i pagamenti (così come aumentare i prelievi), significa spesso costringere i creditori a ricorrere alle banche, con la conseguenza, a medio periodo, capitata, tra i tanti, all’imprenditore di Monza.
La seconda: facendo come fece il governo Monti (ed i successivi, ma anche, poco di meno, i precedenti) non si cava un ragno dal buco: tant’è che il debito pubblico è costantemente aumentato. Qualsiasi bonus paterfamilias sa che, per evitare di accrescere i debiti occorre fare due cose, o almeno una delle due: pagare i debiti esistenti ed evitare di farne in futuro. Né l’una né l’altra di queste regole è stata seguita dai governi italiani.
Aspettarsi che sarebbe successo qualcosa di diverso non applicandole, è  “furberia da ipocrita o sogno di sciocco” (Gaetano Mosca). E tale si è confermata, spesso sommando le alternative (ipocrita + incompetente).
Perciò sperare nella ricetta di Schacht (la somiglianza della soluzione del “contratto” con quella del Ministro tedesco è evidente) può darci qualche ragionevole speranza. In fondo riuscì a trarre la Germania dalla depressione e a portarla da un tasso di disoccupazione di circa il 30% al pieno impiego. Non chiediamo tanto: ma almeno riportarci alla parità di crescita con gli altri paesi europei sarebbe un risultato straordinario.
Teodoro Klitsche de la Grange



Teodoro Klitsche de la Grange è  avvocato, giurista, direttore del trimestrale di cultura politica “Behemoth" (http://www.behemoth.it/ ). Tra i suoi libri: Lo specchio infranto (1998), Il salto di Rodi (1999), Il Doppio Stato (2001), L'apologia della cattiveria (2003), L'inferno dell'intellettuale (2007), Dove va lo Stato? (2009),  Funzionarismo (2013).