Governo giallo-verde, oggi pomeriggio Di
Maio e Salvini saliranno al Colle
Il rebus Mattarella
Il nome del professore e avvocato Giuseppe Conte
sembra essere quello che oggi Salvini e Di
Maio sottoporranno al Colle come futuro Presidente del Consiglio.
All’improvviso,
per i mass media - razionalizzatori dell'esistente, per natura sociale (non c'è nessuna centrale nascosta, è così) - uno sconosciuto legale
romano (chissà se ha il vespone), con cattedra di diritto privato, ma di fatto amministrativista (e questo la dice lunga sul
tipo di formazione dei nostri giuristi nel paese dove addirittura si studia ancora il diritto
pubblico dell’economia...), è diventato un genio.
Il curriculum è modesto, o comunque è quello medio, se non mediocre, di
un professore universitario cinquantenne (*). Anche le "prestigiose" esperienze di
studi e insegnamento all’estero sono poca cosa. Al massimo Conte potrebbe fare il consulente giuridico di qualche Spa muncipalizzata. Quanto all’esperienza politica, anche
come capacità di fuoco, dunque di
intervento nel dibattito (ad esempio articoli ed editoriali pubblicati nei quotidiani ad alta tiratura, eccetera), è prossimo allo zero. Di sicuro, non è figura di alto profilo. In realtà, si tratta della controfigura politica dell' onorevole Di Maio, il quale, dietro il sipario continuerebbe a muovere i fili del "Governo Conte" (ovviamente, prendendo ordini dalla Casaleggio Associati).
Delle
voci sui ministri, red carpet dove 5 Stelle fa il pieno, diciamo che i nomi indicati al massimo potrebbero occuparsi di contributi
consortili e amministrazioni condominiali, anche grandi. Quanto a un personaggio come Salvini al Ministero dell’Interno, vengono
i brividi solo al pensiero. Ne avevamo
finalmente trovato uno bravo, Minniti. E i virtuisti lo hanno mandato casa.
Pertanto,
un quadro pietoso. Un governicchio di
sconosciuti, frustrati, incapaci, dagli spuntoni razzisti.
Però si dice: “Lo ha votato il
popolo”. Giusto. Ma il popolo sovrano ha votato Hitler, ha delirato per
Mussolini, riempito le piazze di Almirante e Togliatti, e
infine si è illuso con Berlusconi… Ora, potrebbe toccare a Di Maio e Salvini.
Potrebbe... Perché qui entra in gioco il Presidente della Repubblica. Mai, dai tempi del
fascismo, in Italia, per parafrasare
Churchill, il destino di tanti uomini si era trovato, come accade oggi, a dipendere da così pochi,
anzi da uno solo, Sergio Mattarella.
In nome del dettato costituzionale (art. 92), il Colle può
rifiutarsi di conferire l’incarico al professor Conte. E di ragioni politiche ufficiali, escludendo
perciò le più polemiche, ce ne sono almeno due: 1) il nome è di basso profilo e 2), proprio per questo fatto, il governo Conte potrebbe ottenere la fiducia alla Camera dei Deputati, ma non al Senato, dove, dal momento che i voti di scarto sono esigui, risulta a rischio.
Quindi
Mattarella potrebbe… Lo farà? Difficile dire.
Quali
ragioni, invece, potrebbero indurlo al placet? 1) il governo Di Maio-Salvini sarebbe
destinato a vita breve per ricorrenti conflitti interni; 2) si confida, per contro, nel
potere del Quirinale di guidarlo e indirizzarlo o comunque "ammansirlo"; 3) si crede nella saggezza degli uomini e del popolo; 4) si
ritiene, infine, che se questo vuole il
popolo, anche se sbagliato, ci si deve sottomettere alla sua volontà; 5) forse l'ipotesi più
sconvolgente: il cuore di Mattarella, democristiano di sinistra (quindi secondo i malevoli, mezzo populista), batterebbe per 5 Stelle, fino al punto di confidare nel potere pentastellato di tenere a bada il razzismo leghista.
Come
si può vedere, ripetiamo, Mattarella potrebbe salvare o affondare la Repubblica.
Qualcuno,
soprattutto se grillino-leghista, può giustamente accusarci, stando alle nostre enumerazioni, di aver ignorato un’ ipotesi fondamentale. Quale? Che il
governo giallo-oro potrebbe governare bene.
Cosa rispondere? Che la nostra occupazione
principale resta lo studio della
sociologia, non della fantascienza.
Carlo Gambescia
(*) E' pubblico, in pdf, si compone di 11 pagine. Si trova facilmente su Internet.