Quel che ignorano i commentatori
Un tranquillo governo di paura…
Un applauso (si fa per dire) al professor Giuseppe Conte. Crediamo che nella
storia della Repubblica nessun Presidente di Consiglio, dopo aver ricevuto
l’incarico (seppure, secondo prassi con riserva) si sia definito “avvocato del popolo
italiano”.
Attenzione,
cosa più grave, si è proclamato tale, non
un comune professore, un tecnico, magari capitato per caso al Colle, ma il
candidato prescelto di un governo che vede insieme l’estrema destra
razzista e il peggiore, e purtroppo più forte, tra i pur pericolosi populismi europei.
Pertanto
dichiararsi "avvocato del popolo italiano" (per inciso,
un carica del genere esiste in Albania, paese,come noto, dalle solide tradizioni
liberali), è un vero e
proprio atto politico che indica una rottura politica e istituzionale con i
precedenti governi.
Ovviamente, commentatori e osservatori politici,
di regola pigri - basta scorrere i
giornali - minimizzano, indorano,
riducono tutto a pettegolezzi e retroscena,
all’insegna di un soporifero "aspettiamo e vediamo", come si trattasse di un governo normale.
In realtà, le cose, non stanno così, l’Italia, unico paese, tra gli stati che firmarono i Trattati del 1957, di più
antica fede e europea, liberale democratica,
rischia sulla sua pelle di trovarsi invischiata in un esperimento
politico dalle conseguenze devastanti. Per citare un film cult, stiamo andando
incontro, gaiamente, tra frizzi e lazzi dei comici televisivi, come tra vecchi amici, a un tranquillo governo di paura… La marea populista si prepara a sommergere ogni cosa.
Probabilmente,
non si è ancora capito, che, come sul piano nazionale, Roma e Torino, si è
messo in moto un meccanismo fotocopia: quello del “Loro contro i Nemici del Popolo".
Sui quali, ogni volta far ricadere - il
modello Raggi è esemplare - le colpe dei
propri errori. Per andare avanti in modo autistico. L’appello al popolo, di cui ci si dichiara difensori unici, esalta certa vanagloria italiana, fino a quando, ovviamente, non metterà in discussione, come dicevano i nonni, i mezzi
per procacciarsi pranzo e cena. Per ora, nonostante i piagnistei mediatici, le riserve economiche delle famiglie ci sono, eccome. Infatti, si resta a guardare, gustandosi la merenda che ci si è portati da casa. Le scorte ci sono. Il che significa, tra l'altro, che l’esperimento
potrà durare. Fino a quando ovviamente non usciremo dall’Europa. Poi cominceranno
i guai veri. Perché ai danni causati dal governo giallo-verde andranno a sommarsi le svalutazioni a catena della "nuova lira". Dopo di che, certo, potremo stampare tutta la moneta di questo mondo, però poi il valore del cambio sarà attribuito dai mercati che - euro-buro-tecnocrati o meno - giudicheranno i costi comparati del lavoro, l'evoluzione del tasso di inflazione, l'ammortamento della spesa pubblica crescente e il fiscal drag.
Insomma, tra il futuro governo e i precedenti sembra esserci una differenza di specie non di grado. Quindi, tutti coloro che presentano l’ascesa dei pentastellati come un normale avvicendamento e "aureolano" le imprudenti scelte di Mattarella, per adottare il linguaggio grillino, si comportano, “Loro”, da veri nemici del popolo. Ma guai a dirlo.
Insomma, tra il futuro governo e i precedenti sembra esserci una differenza di specie non di grado. Quindi, tutti coloro che presentano l’ascesa dei pentastellati come un normale avvicendamento e "aureolano" le imprudenti scelte di Mattarella, per adottare il linguaggio grillino, si comportano, “Loro”, da veri nemici del popolo. Ma guai a dirlo.
Del
resto, al di là delle minoranze organizzate sui Social e nel Paese, soprattutto, i protagonisti invisibili, insomma gli italiani, sembrano ignorare del tutto la gravità del momento. Sere fa, a cena con amici, uomini e donne, impiegati, professionisti, pensionati, imprenditori, di
tutto si è parlato (vacanze, televisione, cinema, specialità culinarie, calcio),
eccetto che di politica. E in modo
naturale, senza sforzi, per così dire.
Per metterla nei termini di una sociologia impressionistica, in quante altre riunioni conviviali,
la stessa sera, non si
è parlato politica? E quella prima? E quella dopo e ancora dopo? E così via… Il
ceto medio, che rappresenta il nocciolo
duro e produttivo del sociale, vive, ormai, disilluso, come se la politica non lo riguardasse. Però
la politica va avanti ( o meglio, indietro...). E populisti e
razzisti ora sono a un passo dal potere.
Ma
i politici non sono da meno, soprattutto
quelli che dovrebbero fare opposizione. La risposta di Renzi alle dichiarazioni di Conte (“Lui avvocato del popolo, il Pd parte civile”), indica che si è
scelto di opporsi al populismo puntando sul populismo al cubo. O peggio ancora, con le battute. Per
dirne un’altra, Forza Italia e Fratelli d’Italia hanno criticato il Contratto
di Governo giallo-verde perché non prevedeva
finanziamenti pubblici per il Mezzogiorno…
Concludendo, al problema del governo populista si somma il
problema di un’opposizione, che oltre ad
essere incerta e divisa, gioca al ribasso, sventolando, a sua volta, la bandiera populista.
Potrebbe
finire male. Molto male
Carlo Gambescia