Cinque Stelle, con la complicità della Lega, vuole tagliare le pensioni
Come Lenin
“La Stampa ”,
unico tra i quotidiani italiani, ha
pubblicato la versione originale (bozza o meno) del “Contratto
di Governo” tra 5 Stelle e Lega. Ne consigliamo la lettura. Siamo davanti a una
specie di manuale del populismo contemporaneo. Ma non solo, come vedremo.
Si
va dal Ministero per i Disabili (un altro Ministero, roba da piangere), al reddito ( e pensione) di cittadinanza, dal costo di quasi venti miliardi
all’anno; dall’introduzione del mandato
imperativo per i parlamentari, (perché così recita, si legge, la Costituzione portoghese...)
all’acqua pubblica a gogò (altre decine di miliardi). E così via farneticando.
Un'ultima cosa: perché il fior fiore dei complottisti italiani non si chiede per quale ragione nel Contratto di Governo si propone addirittura di abolire le sanzioni alla Russia di Putin? Si vogliono cedere, attraverso l'istituendo Ministero, i disabili a Putin? Così ci pensa lui?
Un'ultima cosa: perché il fior fiore dei complottisti italiani non si chiede per quale ragione nel Contratto di Governo si propone addirittura di abolire le sanzioni alla Russia di Putin? Si vogliono cedere, attraverso l'istituendo Ministero, i disabili a Putin? Così ci pensa lui?
In realtà, crediamo
che di leghista (a parte Vladimir,
immigrazione, campi Rom) non ci sia molto nel Contratto. Quasi niente. Il famoso liberismo leghista - se mai c’è
stato, perché la flat tax, così come presentata è una buffonata semisocialista - è
andato a farsi friggere nell’olio vegano dei No-Tav.
Vorremmo
però richiamare l’attenzione dei lettori su un punto specifico del Contratto. Questo.
24.
TAGLI DEI COSTI DELLA POLITICA, DEI COSTI DELLE ISTITUZIONI E DELLE PENSIONI
D’ORO.
Riteniamo
doveroso intervenire nelle sedi di competenza per tagliare i costi della
politica e delle istituzioni, eliminando gli eccessi e i privilegi.
Occorre
inoltre ricondurre il sistema previdenziale (dei vitalizi o pensionistico) dei
parlamentari, dei consiglieri regionali e di tutti i componenti degli organi
costituzionali al sistema previdenziale vigente per tutti i cittadini, anche
per il passato.
Per
una maggiore equità sociale, riteniamo altresì necessario un intervento
finalizzato al taglio delle cd. pensioni d’oro (superiori ai 5.000,00 euro
netti mensili) non giustificate dai contributi versati.
Il
punto 24, sulle "pensioni d'oro", è un capolavoro di invidia sociale e odio di classe degno di Lenin, quando durante il Comunismo di Guerra, riduceva le razioni dei borghesi e aumentava quelle di soldati, operai e contadini non proprietari. Perciò siamo oltre il populismo. Il contenuto è
bolscevico: in particolare l’ultimo capoverso. Perché si mette in discussione, dando per
scontato (quindi in chiave presuntiva) che nessuno meriti una pensione elevata,
il principio stesso di libertà
economica. In sostanza si dice: tu cittadino, puoi darti da fare quanto vuoi, quindi produrre ricchezza, poi però devi
dimostrare di avere guadagnato la tua pensione. Dopo di che, saremo noi, STATO, a decidere
se la meriti. (E per fortuna che in altro punto del programma si parla di invertire l'onere della prova nel contenzioso fiscale...)
Pertanto,
a che serve impegnarsi nella vita, studiare,
crescere, avanzare socialmente, quindi sfruttare al meglio la libertà economica?
Se poi, al momento di andare in pensione, ci si deve giustificare, dal punto di vista
contributivo? E, da quel che si capisce,
non basta dimostrare che i contributi siano stati versati, ma si impone la necessità che siano congruenti con la pensione che si
riceve. In nome di che cosa? Ecco la
fregatura socialista. Si introduce il criterio più labile che esista. Quale? Quello
dell’equità sociale. Indefinibile , se non ideologicamente. Quindi, ad libitum.
Ora
delle due l’una. O i contributi sono falsi, perché non sono stati mai versati, quindi c’è il penale, oppure sono stati versati, ma dal punto di
vista dell’equità sociale, sono ritenuti ingiustificati.
Nel
primo caso, la logica prevalente è quella dello stato di diritto, quindi okey; nel secondo caso, invece la logica è quella aberrante dello stato
socialista, mosso dall’invidia sociale e dall’odio di classe.
Come del resto mostra la dissoluzione dell’Unione Sovietica, una mentalità del genere uccide la libertà economica, mina la voglia di intraprendere, quindi di
farsi largo nella vita. E' un modo di pensare socialmente autodistruttive: si colpiscono i capaci per gratificare gli incapaci.
E
purtroppo sembra che il Governo Giallo con una spruzzatina di Verde, si muova
in quest’ultima direzione.
Poveri
noi. Non resta che augurarsi, colore per colore, che la Guardia Bianca dei mercati cannoneggi spietatamente questa gentaglia.
Carlo Gambescia