martedì 8 maggio 2018

Qual è il nemico di Mattarella?



In politica c’è sempre un nemico. Per capirlo,  bisogna andare oltre le parole, le dichiarazioni ufficiali gli abbellimenti. Proviamo allora a leggere,  secondo il metro realista (dell’amico e del nemico),  le dichiarazioni del Presidente Mattarella (*).
Prima però passiamo in rassegna le truppe.
Berlusconi è il nemico di Cinque Stelle, come del resto Renzi, che a sua volta è il nemico -  ricambiato -   di  Salvini (quanto a "partitini" e micro-correnti,  de minimis non curat praetor) .  E poiché  “i nemici dei nemici sono miei amici”, Renzi e Berlusconi  scorgono un   comune  nemico in  Di Maio. Su Salvini sono invece divisi. Salvini  però a sua volta vede in Di Maio il comune nemico di Renzi. 
Detto questo, quali sono invece gli amici e i nemici del Presidente Mattarella? Naturalmente, la vulgata dei Tg, pubblici ma anche privati  (non pochi),  lo dipinge come neutrale.  In realtà non è così, e non c’è nulla di male, perché in politica la neutralità  non esiste.
Ora, nelle dichiarazioni di ieri,  il Presidente Mattarella, ha annunciato  addirittura un  "governo neutrale", "di servizio",  che però  - la cosa sembra buttata lì per caso -   potrebbe trasformarsi, se trovasse  voti nei prossimi mesi, in politico. Quindi in un governo con tanto  di nemico "in  dotazione".
Ora il punto è  che un governo  di  "servizio"  ma in realtà  del Presidente Mattarella,  una volta divenuto politico, rischia  di dividere ancora di  più l’Italia, e proprio sul giudizio politico su una istituzione presentata invece (anche costituzionalmente) come neutrale. Insomma, il pericolo è tramutare  gli avversari del governo del  Presidente della Repubblica, in nemici della Repubblica stessa. 
Il fatto che il Presidente Mattarella nutra la  speranza di trasformare un governo di servizio in un governo politico è  nell’assoluta mancanza di accenni a una nuova (necessaria) legge elettorale. Il che, infatti, non può non apparire strano, dal momento che  Mattarella (il padre del "Mattarellum") di legge elettorali ne capisce. Perciò, perché fa questo? Quali sono i suoi nemici?
Il  tentativo, molto ambizioso,   è quello di dividere i partiti,  in pro o contro  il governo  “di servizio”, che in realtà sarebbe  un pro o contro  una visione europea e riformista, insomma "normale" della politica. L’esatto contrario di ciò  che auspicano i populisti,  Salvini e Di Maio. Che, a questo punto, possono essere indicati ufficialmente  come i nemici di Mattarella.  L’evocazione della  scelta secca tra elezioni (con questa legge)  o  governo “di servizio”  rappresenta   lo spauracchio per  favorire le divisioni di cui sopra, dunque anche all'interno dei parlamentari  leghisti e pentastellati. Anche perché - cosa che  tutti i partiti sanno benissimo -   con la legge elettorale in vigore  il rischio è di ritrovarsi dopo un nuovo voto, per alcuni nel salotto di casa a fare solitari ( i non rieletti) e per  altri (gli eletti), in parlamento sì,   ma  con le stesse brutte carte  tra le mani.  
Naturalmente,  Di Maio e Salvini,  fiutando il pericolo,  hanno subito detto no. Favorevoli  invece  Il Pd (Renzi, sembra,  in particolare) e  non contrario  forse  Berlusconi. Qual è il succo del discorso? Che  pentastellati e  leghisti duri e puri  sentono odore (per loro pessimo)  di Napolitano-Monti 2, mentre per chiunque abbia a cuore  la governabilità,  il tentativo del Presidente Mattarella  merita un'opportunità.
Certo, il gioco è molto rischioso.  E resta  il pericolo , come detto,  che l’identificazione tra governo  “di servizio”  e fronte   moderato  finisca  per  approfondire la spaccatura  tra  riformisti e populisti.   Ma qual è  l’ alternativa? Votare con questa legge? 
Carlo Gambescia