mercoledì 30 maggio 2018

L’Otto Settembre del Quirinale
Dal caos rispuntano Salvini e Di Maio



Che spettacolo avvilente. Il Consigliere per la stampa e la comunicazione del Colle, Giovanni Grasso, che, senza alcun rispetto per il protocollo,  farfuglia qualcosa,  in mezzo a una folla di giornalisti che si accalca intorno a lui. E si comporta così,   evidentemente,  perché privo di ordini precisi. La nostra memoria non può non riandare  - certo,  concettualmente -  a un’altra brutta pagina della storia italiana, l’Otto Settembre:  generali in fuga, soldati allo sbaraglio, caserme saccheggiate dalla plebaglia.  
Purtroppo, l’Italia -  elezioni o non elezioni -   sembra cotta a puntino  per qualsiasi avventura.  Nelle strade:  dal giornalaio al tassista, dalla cassiera all’impiegato, dal pensionato allo studente, con chiunque si parli, il mantra è sempre lo stesso: “Dobbiamo farci rispettare dall’Europa. E se non ci rispetterà, faremo da soli”. Insomma, il ritornello  è quasi lo stesso:  "Popolo italiano corri alla Lira...". I sondaggi attestano il nostro impressionismo sociologico.  Mussolini,  invitava gli italiani  "A correre alle armi...".  Qualche inguaribile ottimista, potrebbe giudicarlo un miglioramento...  
In realtà, non è così.  I  partiti, tutti, dal primo all’ultimo,  chiusi nel loro, ormai naturale, egoismo, giocano al rialzo.  Ieri, per dirne una,  il Pd, quel che ne resta, implorava,  senza credervi più di tanto, un fronte politico repubblicano, giustamente pro-europeo, in caso di elezioni anticipate. Ma  con dentro tutti,  Renzi,  Gentiloni, Calenda, D’Alema, Grasso, Boldrini. Emiliano, magari Prodi… Che credibilità può avere un'iniziativa, da medicina della rianimazione? 
Inoltre, dispiace ammetterlo,  ma la lunghissima crisi ha minato anche la credibilità  politica  del  Presidente Mattarella, che si è  mostrato incapace di  individuare il vero nemico dell'Italia: il Movimento  Cinque Stelle.  E di agire conseguentemente.
 Invece, a causa del Dna pauperista, non ne ha azzeccata una.  La sua antipatia da democratico cristiano di sinistra, per tutto ciò che odora di donne, vernice e velocità,  lo ha condotto, prima,  a sostenere, più o meno velatamente,  un'alleanza tra  il M5S  e un Pd ("derenzizzato"), senza però riuscirvi.   Poi, errore colossale, ha permesso  che Salvini e Di Maio si unissero.  Invece, di isolare, da subito, Cinque Stelle, ha facilitato, quello che non avrebbe mai dovuto favorire, la rottura interna al Centrodestra e la conseguente promozione politica dell'altro gemello diverso del populismo italiano a partner di un tranquillo governo di paura.   Errore, ripetiamo, madornale.  
Quando  però  qualcuno dei suoi consiglieri  gli ha sottoposto il Piano B, condiviso  dal  futuro Ministro dell'economia del governo giallo-verde,  Paolo Savona ( un Piano, lo si legga,  che equivale a un  atto di banditismo internazionale e nazionale, che va ben oltre la questione dell’Euro*),  Mattarella, preoccupatissimo per il pericolo di una svolta balcanica,  ha fatto marcia indietro, per chiamare, tra i crucifige dei Social, il dottor Cottarelli, uno scialbo ragioniere per così dire, neppure seriamente interessato alla patata bollente.  La scelta peggiore. 
Il che spiega la quasi fuga del Presidente incaricato dalla porta di servizio del Quirinale, nonché i penosi balbettii  concettuali del portavoce  del Colle:  mandato allo sbaraglio, davanti ai giornalisti, da un Mattarella,  se ci  si perdona l’espressione, nel pallone, perché prigioniero  delle sue ataviche antipatie politiche, mal nascoste da un carattere che non sembra brillare per fermezza e dal  rapsodico uso delle prerogative costituzionali.  Un disastro totale.  Di fatto e di diritto.  
Questa mattina Cottarelli si recherà di nuovo  al Quirinale. Potrebbe declinare. Potrebbe...  Ieri, sotto il fuoco, più che giustificato, dopo mesi di (paziente) bonaccia, dei mercati,  si è parlato addirittura di elezioni anticipate a luglio.
Infine, non va dimenticato il colpo di scena finale.  Ieri sera,  Di Maio, dopo aver minacciato una nuova Marcia su Roma,  ha chiesto di poter  tornare al tavolo con Salvini.  Quest’ultimo, da bravo compagno di avventure, sembra essere  d’accordo. Oppure no?   E Mattarella?
Per dirla con Manzoni, lo sventurato potrebbe rispondere.