giovedì 3 maggio 2018

Oggi,  Direzione del Pd
Lezioni di politica pura




Oggi, Direzione del Partito democratico. Si dovrà  decidere, cosa fare da grandi.  Può darsi pure che non si prenda alcuna decisione.  Comunque sia,  proponiamo agli amici lettori  una   piccola lezione di scienza politica, come disciplina che studia le tecniche del potere puro, come conquistarlo, come conservarlo, come accrescerlo.  Insomma, una  analitica del potere,  però, dal punto di vista del partito esaminato, applicando perciò il principio  del  ceteris paribus (a parità di tutte le altre circostanze esterne all'oggetto dell'indagine). 
Nella nostra lezioncina, non faremo alcun nome  di questo  o quel  politico, sarà poi il lettore a mettere   i diversi personaggi  nelle caselle giuste. Insomma, per  non lasciarsi sommergere dalla melassa mediatica,  proponiamo  un  sano esercizio di studio del potere puro, senza abbellimenti. Le evocazioni  della  "lotta alla povertà ", per oggi, la lasciamo al Papa.     
Cominciamo.  Allora,  la corrente A, del partito Y vuole allearsi con il partito X, la corrente B, sempre del partito Y, è contraria, forse aspira ad allearsi con la coalizione PQR,  oppure desidera, per ora, più semplicemente, restare a  guardare, in attesa  degli eventi.  Dato importante: le dimensioni del partito Y sono inferiori, e di molto,  rispetto a quelle del  partito X, con il quale la corrente  A di Y vorrebbe allearsi. 
Cosa dice la scienza politica?  Che le alleanze, parliamo dei sistemi democratici e rappresentativi,  si fanno tra forze uguali, per spartirsi il potere.  Quando una delle due è egemone,  la forza minore, in questo caso Y:  1) o viene assorbita (formalmente o sostanzialmente), oppure 2) per ottenere visibilità, e potere,  Y  punta alla crescita del tasso di conflittualità all’interno della maggioranza X-Y. 
Le due strade conducono inevitabilmente o  alla scomparsa di Y o all’ingovernabilità. Tertium non datur.
E se invece la corrente B del partito Y riuscisse a imporre la sua linea contraria all’alleanza con X? Cosa dice la scienza politica in questo caso?  Che il partito Y resterebbe alla finestra, mettendosi sul mercato politico,  in attesa di offerte migliori. Probabilmente, dalla coalizione PQR, o da parte di essa, ad esempio QR. Sicché, per tornare alle dimensioni politiche ridotte di Y, si riproporrebbe di nuovo il dilemma assorbimento-conflittualità, questa volta nei riguardi di PQR, ma anche, con segno contrario: Y che  rischia di assorbire QR o soltanto Q.
Quale potrebbe essere allora la strategia migliore per Y   dal punto di vista delle tecniche del  potere puro?  Quindi indipendentemente dalle questioni sistemiche, che i filosofi chiamano di bene comune?   E, come dicevamo, a parità di tutte le altre circostanze?  
Quella dell’alleanza conflittuale, ad alto tasso di litigiosità e dunque visibilità,  sia con X, sia con PQR (o parte di esso). Anche qui,  Tertium non datur ( o X o PQR).
Questo è quanto, dal punto di vista della scienza politica pura. Il resto è noia, per dirla con un grandissimo scienziato politico del Novecento, Franco  Califano...


Carlo Gambescia