domenica 27 maggio 2018

Presidente Mattarella, resista. 

No,  ai barbari fascio-stellati

 

 

 

 



Articolo 54

Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi.
I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore,
 prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge.

Articolo 92

Il Governo della Repubblica è composto del Presidente del Consiglio e dei Ministri,
che costituiscono insieme il Consiglio dei Ministri.
Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei Ministri
e, su proposta di questo, i Ministri. 

Articolo 95

Il Presidente del Consiglio dei Ministri dirige la politica generale del Governo e ne è responsabile.
Mantiene l'unità di indirizzo politico ed amministrativo, promuovendo e coordinando l'attività dei Ministri.

https://www.senato.it/1025?sezione=123&articolo_numero_articolo=54 )



Il consiglio - se ci è permesso -  che  desideriamo dare  al Presidente  Matterella  è di resistere, resistere, resistere. Perché  l’atteggiamento assunto dalla  "Lega a 5 Stelle" (ormai, in potenza, quasi partito unico)  sul nome di Savona, rivela l’estremismo politico, anche a livello potenziale, come vedremo,  che si nasconde  dietro il corpaccione politico della peggiore alleanza populista, determinatasi nell’Europa liberale e riformista  dei Trattati del 1957.
I barbari vanno fermati,  perché  cattivi,   rapaci e pericolosi.  Non sanno che cosa sia la moderazione. Qualità importantissima in politica. Cerchiamo di capire insieme.
Hanno preteso  che il Presidente della Repubblica, prendesse in considerazione una specie di alleanza tra fascisti e comunisti. E così è stato.   
Hanno preteso che il Presidente della Repubblica affidasse l’incarico a uno Sconosciuto, neppure Illustre. E così è stato.
Hanno preteso che il  Non Illustre  Sconosciuto facesse il postino tra di Maio e Salvini,  da un lato, e il Colle, dall’altro. E così è stato.
Hanno preteso che il Presidente della Repubblica non interferisse nella lista dei ministri, irritualmente inviata al  colle addirittura prima delle elezioni. E così è stato.
E ora, non paghi, vogliono imporre  come  Ministro  dell'Economia,  dicastero chiave,  il professore   più anti-Ue in circolazione. Che è anche anti-tedesco, ma questo è solo un aspetto della questione, quello più propagandistico, per accontentare una politica estera ridotta a scontro tra tifoserie opposte. Savona, indica, in modo altisonante un'Europa diversa, astratta, ma il suo obiettivo reale, che poi è quello della "Lega a 5 Stelle", è distruggere, quella reale, rappresentata dall'Unione Europea:  l'unica possibile che abbiamo, per ora. Altro che euroscettico.
Al di là di tutto questo,  la vera questione centrale è dettata dalle leggi dinamiche del potere:  se  Mattarella cedesse anche questa volta,  l’appetito politico  del corpaccione  "Lega a 5 Stelle", o se si vuole la sua volontà di potenza, crescerebbe ancora di più. Un terapeuta, più pacatamente, parlerebbe di sviluppo progressivo del senso di  autostima.  Insomma, a ogni vittoria, si acquista  energia e consapevolezza della propria forza. Si pensi, per usare una metafora fin troppo scontata,  ai sassolini  che rotolando verso il basso  e travolgendo tutto,  crescono di volume,  fino a  trasformasi in valanga. Una gigantesca slavina che però, questa volta,   potrebbe politicamente  abbattersi sull'Italia.
Dal punto di vista tecnico  Mattarella può appellarsi agli articoli 54,  92, 95 della Costituzione, già largamente violati, dall’ultimo diktat  della "Lega a 5 Stelle" e dall'irrituale e disonorevole andirivieni  del Non Illustre Sconosciuto.
Certo, servono fermezza,  freddezza e lucidità,  la "Lega a 5 Stelle" potrebbe  appellarsi  alla piazza, ma anche fare più di un passo indietro. Dividersi.  Insomma, dal punto di vista della dinamica del potere, un no a Savona, aiuterebbe a rimescolare le carte.  Di qui però,  la necessità di essere pronti a tutto. Infine, l’alternativa politica  fattibile  resta quella di un governo del Presidente  con due obiettivi:  votare la finanziaria e una nuova legge elettorale maggioritaria,  per tornare  al  voto nel 2019.
Il punto politico da perseguire, anche in Parlamento, per ora,  sarebbe  quello di riuscire  a  "segare"  in due, tre, quattro parti,  il corpaccione "Lega a 5 Stelle",  oppure, addirittura (ma in prospettiva) spingere Salvini Di Maio e residui,  a presentarsi  insieme alle nuove elezioni.  Dall’altra parte dell'arco politico, però, dovrebbero convergere  tutte le forze  europeiste, liberali, riformiste, avversarie del populismo. Per la sfida finale.
Si dirà,  che nella nostra analisi  il condizionale  rischia di  farla da padrone.  Giustissimo,  non si può dare nulla per scontato. Però, una cosa è certa,  cedere oggi  sul nome di Savona, significa far  crescere la volontà di potenza dei barbari fascio-stellati. E in prospettiva consegnare loro l'Italia. 
Il Presidente Mattarella deve resistere a ogni costo. 

Carlo Gambescia