lunedì 28 maggio 2018

Dopo il grande rifiuto  del Presidente Mattarella
Salvini e Di Maio?
Più stupidi e arroganti di Mussolini e Hitler




In scienza  politica (si pensi al classico manuale di Lasswell e Kaplan),  si usa valutare la maturità di un attore (un partito, un movimento, un sindacato, un leader, un dittatore), misurandone il tasso di flessibilità nel suoi comportamenti interattivi. 
Cosa intendiamo dire? Che conquista e conservazione  del potere implicano un uso calcolato della forza. In alcune fasi il nemico (o avversario) va schiacciato, in altre semplicemente  battuto, in altre sconfitto ma non umiliato, in altre ancora trasformato in alleato. Lungo un asse che va dalla  sua distruzione totale alla conservazione e istituzionalizzazione: asse che semplificando, e figurativamente,   va dal barbaro  Attila alle democrazie parlamentari.   Per dirla con Pareto, che riprendeva Machiavelli,  si deve essere volpi o leoni in base alle circostanze.          
Ora, per venire al punto,  se Salvini e Di Maio avessero fatto un passo indietro su Savona, mostrando flessibilità e addirittura intelligenza politica,  il governo sarebbe nato.  Infatti, in discussione, non era tanto Savona in sé (come uomo ed economista), quanto la sua rappresentazione negativa in Europa, quale  nemico  dell’Euro e dell’UE ( vera o falsa, in politica fa lo stesso). 
Se,  per fare un esempio, Lega e Cinque Stelle avessero optato  per un nome più credibile (non interessa quale, ora),  credibile sul piano comunicativo, il governo sarebbe partito.  E  Mattarella da "Presidente Fellone" si sarebbe tramutato nel "Presidente del Cambiamento".   
Inutile  ragionare, su chi, tra  Salvini e Di Maio,  abbia "spinto di più": sono pure questioni di dinamica politica,  ragioni interne a un' alleanza, che, comunque sia,  ha presentato unitamente a Mattarella il nome di  Savona. 
Può apparire paradossale, ma  sotto questo aspetto, i leader di  Lega e Cinque Stelle,  hanno provato di essere meno flessibili e politicamente meno intelligenti  di Mussolini e Hitler al momento dell'avvento al potere: ad esempio, nelle fasi iniziali i due dittatori (1922 e 1933) accettarono di  governare con i moderati cattolici (Cavazzoni e Tangorra in Italia, Von Papen in Germania). 
Di regola, l’assenza di flessibilità rinvia alla categoria politica dell’estremismo, dell’ "intransigenza, applicata", in chiave cumulativa,  sia sul piano strategico che tattico.  Probabilmente, Lega e Cinque Stelle, come forze politiche,  non sono interessate a condividere il potere con nessuno. Il che probabilmente, in linea prospettica, le mette però l’una contro l’altra. In fondo, ora  sono politicamente insieme, perché unite dall’odio contro il “sistema”. Poi si vedrà.      
Ciò significa che alla stupidità tattica, che si basa sul rozzo principio di non condividere il potere con nessuno, si unisce sul piano strategico una paurosa volontà di potenza che si traduce in arroganza manifesta.  Insomma,  in una risorsa politica  che però  va  oltre ogni limite del buon senso politico. Dunque, controproducente, per se stessi e per l'Italia.
Ad esempio, la reazione di chiedere l' impeachment del Presidente Mattarella, totalmente infondato sotto il profilo costituzionale, è decisione al tempo stesso stupida (perché accresce il tasso di scontro politico) e arrogante (perché si fonda sulla boriosa rivendicazione dell' idea che il "popolo" sia dalla "nostra"  parte).  Chiunque conosca la letteratura in materia, corroborata da consistenti esempi storici e sociologici, sa perfettamente che tassi crescenti di scontro politico e di arroganza ideologica, accrescono aspettative collettive radicali, anche in virtù di programmi altrettanto massimalisti, destinate però a restare insoddisfatte,  proprio perché tali. Siamo davanti al circolo vizioso  (ed esplosivo) dell'estremismo politico.  
Il "popolo", come è sempre accaduto,  è dalla parte dei dittatori  fino a quando non si accorge che le promesse impossibili, come è ovvio,   non possono essere realizzate.  Dopo di che,  il potere si avvita su se stesso, e  i regimi autoritari e  dittatoriali prima o poi crollano. Naturalmente,  tempistica  e conflittualità  variano in relazione  ai tassi,  residuali o meno, di  intelligenza politica nei governanti. Di qui la possibilità di  procedere lungo le  strade, scalarmente perigliose della guerra, della rivoluzione, del colpo di stato, della transizione guidata dall'alto, eccetera, eccetera.  
Diciamo,  sinteticamente,  che  Salvini e Di Maio,  Lega e Cinque Stelle,  sono un mix di stupidità e arroganza.  Più stupidi di Hitler e Mussolini, quindi di fascisti e nazionalsocialisti,  ma più arroganti delle camicie nere e brune.  
Si dice che le tragedie politiche,  quando  si ripetono,  rischino sempre di finire in farsa. Non ne saremmo del tutto sicuri.      

Carlo Gambescia