venerdì 26 settembre 2025

La "cocchiera" del Paese dei Balocchi

 


Stop. Bisogna riflettere. Viviamo nel tempo della massima confusione nella politica internazionale: non si distinguono più i buoni dai cattivi.

La Flotilla viene dipinta come “cattiva”, la Russia — che provoca nei cieli e minaccia la guerra — come “buona”. Dipinta da chi? Da una destra che ormai predomina nei vecchi come nei nuovi media.

La gente comune vorrebbe fregarsene di russi e palestinesi, ma non può. E così trionfa una disinformazione di marca destrorsa: la Flotilla come pugno di terroristi manovrati da Hamas, la Russia come Santa (mai come oggi).

Il principio è: non disturbare gli italiani (e vale per francesi, tedeschi, britannici…). L’Europa si scalda, al massimo, per il diritto alla pensione. Il tempo dei grandi ideali umanitari e della libertà di pensiero, parola e manifestazione sembra finito.

E su questo gioca la destra, che — a differenza della sinistra — sa come blandire un’opinione pubblica che vuole vivere tranquilla e vede la politica come un fastidio. Un italiano su due non vota, e tra quelli che votano, uno su due sceglie la destra “law and order”. In Europa il quadro è lo stesso, o sta per diventarlo.

La guerra come diceva un tale gallonato, non è forse la continuazione della politica con altri mezzi?  Allora quando un uomo politicizzato, per dirla con Sergio Leone, quindi armato di fucile, incontra un uomo non politicizzato, cioè con la pistola, quest’ultimo è un uomo morto. E gli europei rifiutano perfino di impugnare la pistola. I tre anni e mezzo di resistenza ucraina agli aggressori russi sono un miracolo militare, ma in Europa c’è chi storce la bocca, sminuisce o dissimula. Così come la storce davanti alla Flotilla, che può piacere o meno, ma raccoglie uomini e donne pronti a rischiare la vita per un’idea. Merce rarissima oggi.

I cattivi lo sanno, a cominciare da Putin. E giocano sulla depoliticizzazione europea, favorita dalle destre — a cominciare da quella italiana, guidata dalla “cocchiera” Giorgia Meloni — e benedetta da quel lupo che ama travestirsi da agnello, che si chiama Donald Trump. E che troppi americani prendono per buono.

Come distinguere allora i buoni dai cattivi? Basta rileggere Collodi. Chi ricorda l’omino di burro? Dai modi suadenti e falsi, tutto risatine, mezze risposte e silenzi. Cocchiere del viaggio verso la Città dei Balocchi, dove Pinocchio e Lucignolo si trasformano in asini.

Oggi in Italia abbiamo la donnina di burro. Lì è il male. In una politica ipocrita che favorisce il sonno della ragione, il tramonto dell’impegno umanitario, la fine della libertà, la resa dinanzi al male.

E in cambio di cosa? Di un silenzio comprato a buon prezzo, che però costa carissimo: la resa senza combattere. È la gita verso la Città dei Balocchi, dove a ridere non saranno gli ingenui italiani ed europei trasformati in asini, ma i cattivi che li hanno guidati fin lì.

Carlo Gambescia

2 commenti:

  1. Leggendo questo testo mi è tornata in mente una frase di Poe, ne I delitti della Rue Morgue: "La verità non è sempre in un pozzo. Anzi, per quanto riguarda le nozioni
    piú importanti, io credo che sia invariabilmente alla superficie". Va solo colta, come fa questo articolo. Purtroppo qualcuno non solo sta nel pozzo, ma lo avvelena.

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  2. Caro Giacomo grazie dell'arguto commento. Che sottoscrivo. Buon sangue non mente. Un caro saluto.

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