mercoledì 29 luglio 2020

Legislazione d’emergenza e decrescita infelice
Sempre peggio…

Indubbiamente, come  ha notato chi ne sa più di noi (*),  la proroga dello stato di emergenza,  pone gravi   problemi costituzionali. In realtà però, sociologicamente parlando,  siamo davanti a  qualcosa che va al di là del voto  in Senato di ieri:  diritto esercitato, purtroppo,  da senatori  che votano secondo gli ordini del partito, rinunciando alla libertà di coscienza, libertà che rimanda alla libertà del parlamentare come rappresentante della nazione e non di questa o quella parte.
Sul punto specifico, la struttura totalitaria del  Movimento Cinque Stelle  non lasciava e lascia  via di scampo. Del resto lo stesso Partito Democratico vanta una lunga  tradizione comunista e postcomunista di oppressione della libertà di pensiero dei parlamentari.  Quel che  sorprende è l’atteggiamento passivo  di Italia Viva, che invece  dovrebbe incarnare, come spesso pomposamente si presenta, una sinistra moderna  e liberale.
Purtroppo il vero punto sociologico, punto pericolosissimo,  alla base della legislazione di emergenza, è costituito   dalla  narrazione della pandemia a tinte foschissime, narrazione  sposata  e divulgata dal Governo populista.  Si legga la dichiarazione di ieri del premier Conte.
    
«"Il virus continua a circolare nel Paese, con focolai che sono stati circoscritti, mentre all'estero la situazione resta preoccupante" ha detto ancora il premier. "Dobbiamo evitare - spiegava - che la crescita dei contagi riguardi anche l'Italia". E ancora: "Le funzioni del commissario straordinario cesserebbero con la fine dello stato di emergenza e senza la proroga" mentre "il suo lavoro si sta dimostrando fondamentale" […]. "Perseguiamo l'obiettivo - ha aggiunto Conte - di garantire continuità operativa alle strutture e agli organismi che stanno operando per il graduale ritorno alla normalità e che svolgono attività di assistenza e sostegno a quanti subiscono ancora gli effetti diretti e indiretti di una pandemia che, seppure fortemente ridimensionata nella sua portata, non è ancora esaurita"».

Cosa  significa che “il virus continua a circolare nel Paese”? Tutto e niente. 
Tutto, perché,  il solo risuonare  della parola virus,  grazie anche un'informazione che ha sposato la causa dell’allarmismo sociale, consente  al Governo populista di tenere in piedi   la legislazione di emergenza (la “continuità operativa”), per ora fino al 15 ottobre. Ma i tempi potrebbero sempre  allungarsi...  
Niente, perché,  parliamo di un virus ormai  più che reale  annunciato, terreno  di quotidiane e feroci  discussioni tra gli esperti, sull’onda di dati sempre più tirati per i capelli.  Naturalmente il Governo populista -  per una metà autoritario e per l'altra demagogico -  ha scelto la versione più comoda per rafforzare i suoi poteri: quella della spada di Damocle virale. Certo, per il “bene dei popolo”. In questo modo  il cerchio ideologico si è chiuso, ovviamente a danno degli italiani.   Per inciso, oggi,   Yahoo e Libero, dando una mano al Governo populista,  si interrogano all'unisono,  sfiorando il ridicolo,  su cosa cambierà per gli italiani con la proroga dello stato d'emergenza... Come se la proroga fosse la cosa più normale del mondo, anzi un fatto  foriero di buone notizie, di "cambiamenti"  in meglio.. .Così funziona l'informazione social.
Semplificando, la narrazione catastrofista della  “circolazione”  del  virus impone la legislazione di emergenza, e la legislazione di emergenza impone la narrazione della circolazione  del virus. Una spirale infernale, sociologicamente parlando.
Si legga al riguardo la seconda parte della dichiarazione di Conte.

"Perseguiamo l'obiettivo - ha aggiunto Conte - di garantire continuità operativa alle strutture e agli organismi che stanno operando per il graduale ritorno alla normalità e che svolgono attività di assistenza e sostegno a quanti subiscono ancora gli effetti diretti e indiretti di una pandemia che, seppure fortemente ridimensionata nella sua portata, non è ancora esaurita" (**)

Di questo passo,  fin quando non saremo a  zero  positivi -  perché il succo del discorso di Conte è solo questo -  la legislazione di emergenza e le strutture di assistenza  create, che in pratica vivono di essa,  detteranno letteralmente legge.
Il che significa che la vita normale nelle fabbriche, negli uffici, nei tribunali, negli ospedali, nelle  città metà di turisti e di traffici economici nei prossimi mesi, se non addirittura anni,  non riprenderà il ritmo del passato. Con danni sociali ed economici di una gravità inaudita.  Insomma, le cose rischiano di andare sempre peggio.
Sociologicamente parlando, la proroga dello stato di emergenza  e la narrazione che vi è dietro (che può moltiplicarlo ad libitum)  impediscono  ogni  ritorno alla normalità.   In prospettiva  la forma economica sottesa alla legislazione emergenziale  è quella di un’economia autarchica, statalizzata, segnata dall’ assistenzialismo. Un modello pseudo-economico, tipo Caritas, che guarda a un’Italia che  inevitabilmente si impoverirà, perché costretta a vivere, come certe famiglie ricche e disgraziate di una volta,  non degli interessi ma  del  capitale. O peggio ancora a fare debiti.  Insomma, decrescita, ma infelice... Un Paese di straccioni in fila per un piatto di minestra, in senso metaforico fino  a un certo punto...  

Ovviamente, sotto il profilo culturale,  dietro il catastrofismo  narrativo  c’è l’inestinguibile odio politico dei populisti (di sinistra come di destra) verso l’economia di mercato,  la libertà economica, il benessere.
Più volte abbiamo scritto della  "prima epidemia ai tempi del populismo" (***). Confermiamo. Se non ci saranno reazioni  politiche, cosa del resto difficile considerato il livello politico-culturale dell’Opposizione di destra, altrettanto populista come la Maggioranza,   un’ influenza stagionale, rischia di tramutarsi in risorsa politica per imporre con la forza quella decrescita, teorizzata giulivamente per anni  da tutti i nemici della società aperta. Che però ora sono al  Governo. E purtroppo anche all’Opposizione.

Carlo Gambescia      
  
(*) Qui le rilevanti osservazioni in argomento di  Sabino Cassese:  https://www.ilriformista.it/conte-come-orban-lallarme-di-cassese-sullo-stato-di-emergenza-130483/


(***) Qui alcuni nostri articoli al riguardo (in particolare l’ultimo della serie): https://carlogambesciametapolitics2puntozero.blogspot.com/search?q=la+prima+epidemia+ai+tempi+del+populismo