Legislazione d’emergenza e decrescita infelice
Sempre peggio…
Indubbiamente, come ha notato chi ne sa più di noi (*), la proroga dello stato di emergenza, pone gravi problemi costituzionali. In realtà però, sociologicamente parlando, siamo
davanti a qualcosa che va al di là del voto in Senato di ieri: diritto
esercitato, purtroppo, da senatori che
votano secondo gli ordini del partito, rinunciando alla libertà di
coscienza, libertà che rimanda alla libertà del parlamentare come rappresentante della nazione e non di questa o quella parte.
Sul punto specifico, la struttura
totalitaria del Movimento Cinque Stelle non lasciava e lascia via di scampo. Del resto lo stesso
Partito Democratico vanta una lunga
tradizione comunista e postcomunista di oppressione della libertà di
pensiero dei parlamentari. Quel che sorprende è l’atteggiamento passivo di Italia Viva, che invece dovrebbe incarnare, come spesso pomposamente
si presenta, una sinistra moderna e
liberale.
Purtroppo il vero punto sociologico, punto
pericolosissimo, alla base della
legislazione di emergenza, è costituito dalla
narrazione della pandemia a tinte foschissime, narrazione sposata
e divulgata dal Governo populista.
Si legga la dichiarazione di ieri del premier Conte.
«"Il virus continua a circolare
nel Paese, con focolai che sono stati circoscritti, mentre all'estero la
situazione resta preoccupante" ha detto ancora il premier. "Dobbiamo
evitare - spiegava - che la crescita dei contagi riguardi anche l'Italia".
E ancora: "Le funzioni del commissario straordinario cesserebbero con la
fine dello stato di emergenza e senza la proroga" mentre "il suo
lavoro si sta dimostrando fondamentale" […]. "Perseguiamo l'obiettivo
- ha aggiunto Conte - di garantire
continuità operativa alle strutture e agli organismi che stanno operando per il
graduale ritorno alla normalità e
che svolgono attività di assistenza e sostegno a quanti subiscono ancora gli
effetti diretti e indiretti di una pandemia che, seppure fortemente
ridimensionata nella sua portata, non è ancora esaurita"».
Cosa significa che “il virus continua a circolare
nel Paese”? Tutto e niente.
Tutto, perché, il solo risuonare della parola virus, grazie anche un'informazione che ha sposato la causa dell’allarmismo sociale, consente
al Governo populista di tenere in
piedi la legislazione di emergenza (la “continuità
operativa”), per ora fino al 15 ottobre. Ma i tempi potrebbero sempre allungarsi...
Niente, perché, parliamo di un virus ormai più che reale annunciato, terreno di quotidiane e feroci discussioni tra gli esperti, sull’onda di dati
sempre più tirati per i capelli. Naturalmente
il Governo populista - per una metà autoritario e per l'altra demagogico - ha
scelto la versione più comoda per
rafforzare i suoi poteri: quella della
spada di Damocle virale. Certo, per il “bene dei popolo”. In questo modo il cerchio ideologico si è chiuso, ovviamente a danno degli italiani. Per inciso, oggi, Yahoo e Libero, dando una mano al Governo populista, si interrogano all'unisono, sfiorando il ridicolo, su cosa cambierà per gli italiani con la proroga dello stato d'emergenza... Come se la proroga fosse la cosa più normale del mondo, anzi un fatto foriero di buone notizie, di "cambiamenti" in meglio.. .Così funziona l'informazione social.
Semplificando, la narrazione catastrofista
della “circolazione” del
virus impone la legislazione di emergenza, e la legislazione di
emergenza impone la narrazione della circolazione del virus. Una spirale infernale,
sociologicamente parlando.
Si legga al riguardo la seconda parte della dichiarazione di Conte.
Si legga al riguardo la seconda parte della dichiarazione di Conte.
"Perseguiamo l'obiettivo - ha
aggiunto Conte - di garantire
continuità operativa alle strutture e agli organismi che stanno operando per il
graduale ritorno alla normalità e
che svolgono attività di assistenza e sostegno a quanti subiscono ancora gli
effetti diretti e indiretti di una pandemia che, seppure fortemente
ridimensionata nella sua portata, non è ancora esaurita" (**)
Di questo passo, fin quando non saremo a zero
positivi - perché il succo del discorso di Conte è solo questo -
la legislazione di emergenza e le strutture di assistenza create, che in pratica vivono di essa, detteranno letteralmente legge.
Il che significa che la vita normale nelle
fabbriche, negli uffici, nei tribunali, negli ospedali, nelle città metà di turisti e di traffici economici
nei prossimi mesi, se non addirittura anni,
non riprenderà il ritmo del
passato. Con danni sociali ed economici di una gravità inaudita. Insomma, le cose rischiano di andare sempre
peggio.
Ovviamente, sotto il profilo culturale, dietro il catastrofismo narrativo c’è l’inestinguibile odio politico dei
populisti (di sinistra come di destra) verso l’economia di mercato, la libertà economica, il benessere.
Più volte abbiamo scritto della "prima epidemia
ai tempi del populismo" (***). Confermiamo. Se non ci saranno reazioni politiche, cosa del resto difficile
considerato il livello politico-culturale dell’Opposizione di destra,
altrettanto populista come la
Maggioranza , un’ influenza stagionale, rischia
di tramutarsi in risorsa politica per imporre con la forza quella decrescita, teorizzata giulivamente per anni da tutti i nemici della società aperta. Che
però ora sono al Governo. E purtroppo anche all’Opposizione.
Carlo Gambescia
(*) Qui le rilevanti osservazioni in
argomento di Sabino Cassese: https://www.ilriformista.it/conte-come-orban-lallarme-di-cassese-sullo-stato-di-emergenza-130483/
(**) Qui il testo delle dichiarazioni di
Conte: https://www.adnkronos.com/fatti/politica/2020/07/28/stato-emergenza-conte-senato_VaEIvqaehEXTV9L0ALmFrK.html?refresh_ce
(***) Qui alcuni nostri articoli al
riguardo (in particolare l’ultimo della serie): https://carlogambesciametapolitics2puntozero.blogspot.com/search?q=la+prima+epidemia+ai+tempi+del+populismo