Il Partito democratico e lo
stato d’ emergenza
Zingaretti il “grillino”
Ieri nel
nostro articolo abbiamo evidenziato il
ruolo che potrebbe giocare il Partito Democratico in Consiglio dei Ministri, come del resto la renziana
Italia Viva, opponendosi alla proroga dello stato d’emergenza (*) .
I democratici,
come Zingaretti, classe 1965, che hanno conosciuto i due volti del Partito
comunista, quello dell’obbedienza cieca ai vari segretari e del realismo politico, come capacità di coniugare
ideologia e prudenza, anche in termini
di accettazione, seppure a lento rilascio, del metodo liberal-democratico. I
democratici, dicevamo, come Zingaretti, dovrebbero ben sapere che il
prolungamento dello stato d’emergenza va a colpire i fondamenti dello stato di
diritto, una struttura costituzionale, che
senza evocare i grandi principi liberali, ha permesso la nascita
e lo sviluppo di una democrazia liberale, zoppa quanto si voglia ma democrazia
liberale, di cui hanno beneficiato il Paese, il partito comunista in particolare, nonché di riflesso quello democratico.
Pertanto prudenza
imporrebbe, di non portare acqua al mulino di un populismo autoritario, con
ampi tratti nevrastenici, politicamente nevrastenici, del Movimento Cinque Stelle, un movimento che rappresenta una specie di collettore fognario, in senso politico, del peggiore populismo italiano,
da Mussolini a Grillo.
I comunisti
italiani, un tempo avevano il sesto senso per i fascisti, li riconoscevamo a
miglia di distanza. E ora invece Zingaretti che fa? Dichiara giulivo che “ Il Pd è pronto a sostenere qualsiasi scelta del Governo utile a contenere
la pandemia. Chi nel mondo non lo ha fatto sta pagando un
prezzo drammatico” (*).
"Prezzo drammatico": lasciamo stare la ricostruzione virologico-populista di Zingaretti, intrisa di tipica nevrastenia grillina. I lettori, per inciso, ricordino che storicamente parlando siamo dinanzi,
alla prima epidemia al tempo populismo. Il che spiega le reazioni spropositate, riflesso di una vera pandemia ma politica: quella populista.
Tornando a Zingaretti si tratta, come evidente, di un via libera alla scelta di prorogare lo
stato d’emergenza. Una scelta suicida,
perché una volta rafforzatosi, Conte, rivolgerà la “pistola” elettorale contro
il Partito democratico, prendendosi tutti i meriti. Per
fare un paragone storico, forse eccessivo, è come se un tempo i comunisti avessero
appoggiato le scelte liberticide di Scelba in tema di ordine pubblico...
Ovviamente, lo stesso discorso vale per
Italia Viva: Renzi deve ancora spiegare le ragioni politiche, attenzione
politiche, non personali, che sono all’origine del suo sostegno a un Governo populista della peggiore specie.
La tragedia del Partito democratico e
dei fuoriusciti renziani - che poi è la tragedia dell'Italia - è nel non voler capire che il populismo, nelle sue due forme (a destra come a sinistra), resta il solo autentico nemico dell'ordine liberale da isolare e combattere.
Il Pci reagiva
duramente alla fughe rivoluzionarie a sinistra, come combatteva la
repressione e il neofascismo a destra. E
questo perché, in qualche modo, lottando in Parlamento, andava interiorizzando,
al di là dei riflessi animali leninisti, la cultura liberal-democratica. Una conquista preziosa, per tutti.
Legato, che invece Zingaretti sembra aver dimenticato. Insomma, l'ex segretario della FGCI romana, ragiona come un grillino qualsiasi, e non come
Giorgio Amendola, per fare un nome importante del vecchio Pci riformista.
Carlo Gambescia
(**) Qui la dichiarazione di
Zingaretti: https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2020/07/11/zingaretti-pd-sostiene-ogni-scelta-governo-anti-covid_fe59f9e0-ff55-4bae-900c-17da6de0be06.html