Il Novecento, un secolo che sembra non finire mai
Giorgia Meloni contro John Lennon
Il
lettore vuole scoprire in un colpo solo l’immaginario fascista, come pare,
sempre vivo? Si legga allora la dichiarazione della Meloni sul testo di Imagine
di John Lennon.
«Milano,
22 luglio 2020 - La leader
di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, durante un intervento a In
Onda - incalzata da Luca
Telese e David Parenzo - ha "bocciato" uno dei brani più
celebri del mondo: Imagine di John Lennon. "Non è una canzone il cui testo mi appassiona" ha
chiarito la Meloni.
"Dice che non ci siano le religioni, le nazioni: è l'inno dell'omologazione mondialista, io francamente sto da un'altra parte". Poi la leader
di Fratelli D'Italia ha aggiunto: "Per me l'identità è un valore. Poi
è una bellissima canzone, se uno non
capisse l'inglese e non sentisse il testo resterebbe fantastica. Ma un mondo senza identità non è il mio prototipo, io credo nelle identità religiose, nazionali, familiari.
Senza identità siamo solo ottimi consumatori per le multinazionali". »
A
dire il vero, va anche osservato, come si legge su Wikipedia, che
«Il
brano viene solitamente letto in chiave pacifista, ma lo stesso Lennon ammise
che i contenuti del testo di Imagine la avvicinano più al Manifesto del partito comunista che a un inno alla pace:
è infatti una società
laica in cui non trionfino
i valori del materialismo, dell' utilitarismo e dell' edonismo che viene auspicata nel testo. Lennon
affermò che il brano era "anti-religioso, anti-nazionalista,
anti-convenzionale e anti-capitalista, e viene accettato solo perché è coperto
di zucchero". Yoko Ono disse che il messaggio
di Imagine si poteva sintetizzare dicendo che
"siamo tutti un solo mondo, un solo paese, un solo popolo"»..
Pertanto in qualche misura, il lessico della canzone, stando
allo stesso John Lennon rinvia
all’ideologia antifascista. Il che spiega, per
reazione l’atteggiamento fascista della Meloni, alla quale, forse per l’
incultura tipica di certi ambienti politici, sfugge la natura antimaterialista e
antiutilitarista de testo, quindi addirttura in sintonia con lo spiritualismo di estrema destra. Lo stesso anticapitalismo , cui fa
riferimento Lennon, è da sempre largamente condiviso dai neofascisti, come
certo spirito antiborghese ( “l’anticonvenzionalismo” di Lennon). Ovviamente i
maggiori punti di contrasto del conflitto ideologico Meloni-Lennon, sono nelle diverse concezioni
della religione e della nazione.
In realtà, sul piano musicale, Imagine, è un bellissima ballata, il testo, che può
condiviso o meno, non contiene alcun
invito alla violenza. Per contro, quando Giorgia Meloni parla di “omologazione mondialista”, oltre a usare una terminologia tipicamente fascista,
commette lo stesso errore dei suoi nonni ideologici in camicia nera: quello di aprire le porte
alla violenza dell’ “omologazione nazionalista e tradizionalista”. Che significa identità? Se non mettere alla porta chiunque non abbia la cittadinanza
italiana? Che significa famiglia? Se non privare di qualsiasi diritto civile
chiunque abbia preferenze sessuali “non
omologate”? Che significa religione? Se non opporsi, anche con la forza, a
chiunque non sia cattolico romano?
Il vero lato grave
della polemica innescata dalla Meloni, che esemplifica in due battute ciò che
la destra neofascista ha sempre pensato
di Imagine, è nell’incapacità di uscire - ammesso e non concesso che la canzone di
Lennon sia di “sinistra” - dallo sterile confronto tra fascismo e antifascismo, che talvolta sfiora veramente il ridicolo. La Meloni fa il gioco dell’avversario antifascista. Un
antifascismo che però aiuta a capire come nella destra della
Meloni, che si vuole presentare moderna e democratica, siano invece ben vivi
gli stessi riflessi carnivori che innervarono il fascismo. Certo, poi però la sinistra antifascista dovrebbe guardare nel proprio armadio di famiglia. Cosa che invece si guarda bene dal fare.
Allora quale doveva essere la reazione normale della Meloni alla domanda ideologica di Luca Telese e
Davide Parenzo? Una bellissima ballata, più che venata di utopismo, che si ascolta
sempre con piacere. Tutto qui.
Purtroppo, il vero veleno totalitario - e qui il discorso rinvia anche agli
antifascisti, che spesso esagerano inseguendo una logica giudiziaria - è nella
ideologizzazione di ogni espressione del pensiero: ideologizzazione che non è
altro che la prosecuzione del totalitarismo con altri mezzi.
Hobsbawm, storico marxista, ha definito il Novecento “Secolo breve". In
realtà, si tratta di un secolo lunghissimo e armatissimo. Almeno fin quando si
continuerà a discutere a proposito del presunto o meno messaggio ideologico di Imagine. A discutere, insomma, di “prototipi”, per citare Giorgia Meloni: cose da costruire ex novo, a ogni costo, come
se la società fosse un laboratorio sociale. Idea condivisa da fascisti, comunisti,
utopisti e contro-utopisti vari. E
probabilmente anche da John Lennon. Che però era solo un cantante. E come tale,
in una società “normale”, andrebbe tuttora considerato.
Carlo Gambescia
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