venerdì 24 luglio 2020

Il  Novecento, un secolo che sembra  non finire mai
Giorgia Meloni contro John Lennon



Il lettore vuole scoprire in un colpo solo l’immaginario fascista, come pare, sempre vivo? Si legga allora la dichiarazione della Meloni sul  testo di Imagine di  John Lennon.

«Milano, 22 luglio 2020 - La leader di Fratelli d'Italia Giorgia Melonidurante un intervento a In Onda - incalzata da Luca Telese e David Parenzo - ha "bocciato" uno dei brani più celebri del mondo: Imagine di John Lennon. "Non è una canzone il cui testo mi appassiona" ha chiarito la Meloni. "Dice che non ci siano le religioni, le nazioni: è l'inno dell'omologazione mondialista, io francamente sto da un'altra parte". Poi la leader di Fratelli D'Italia ha aggiunto: "Per me l'identità è un valore. Poi è una bellissima canzone, se uno non capisse l'inglese e non sentisse il testo resterebbe fantastica. Ma un mondo senza identità non è il mio prototipo, io credo nelle identità religiose, nazionali, familiari. Senza identità siamo solo ottimi consumatori per le multinazionali". »

A dire il vero,  va anche  osservato, come si legge su  Wikipedia, che
 «Il brano viene solitamente letto in chiave pacifista, ma lo stesso Lennon ammise che i contenuti del testo di Imagine la avvicinano più al Manifesto del partito comunista  che a un inno alla pace:  è infatti una società laica  in cui non trionfino i valori del materialismo, dell' utilitarismo e dell' edonismo che viene auspicata nel testo. Lennon affermò che il brano era "anti-religioso, anti-nazionalista, anti-convenzionale e anti-capitalista, e viene accettato solo perché è coperto di zucchero".  Yoko Ono  disse che il messaggio di Imagine si poteva sintetizzare dicendo che "siamo tutti un solo mondo, un solo paese, un solo popolo"»..

Pertanto in qualche misura, il lessico della canzone, stando allo stesso John Lennon rinvia
all’ideologia antifascista. Il che spiega, per reazione l’atteggiamento fascista della Meloni, alla quale, forse per l’ incultura  tipica di  certi ambienti politici,  sfugge la natura antimaterialista e antiutilitarista de testo,  quindi addirttura in sintonia con lo spiritualismo di estrema  destra. Lo stesso anticapitalismo , cui fa riferimento Lennon, è  da sempre  largamente condiviso dai neofascisti, come certo spirito antiborghese ( “l’anticonvenzionalismo” di Lennon). Ovviamente i maggiori punti di contrasto del conflitto ideologico  Meloni-Lennon, sono nelle diverse concezioni della religione e della nazione.
In realtà, sul piano musicale, Imagine, è un bellissima ballata,  il testo, che può condiviso o meno,  non contiene alcun invito alla violenza. Per contro, quando Giorgia Meloni  parla di “omologazione mondialista”,  oltre a usare una terminologia tipicamente fascista, commette lo stesso errore dei suoi nonni ideologici  in camicia nera: quello di aprire le porte alla violenza dell’ “omologazione nazionalista e  tradizionalista”.  Che significa identità? Se non  mettere alla  porta chiunque non abbia la cittadinanza italiana? Che significa famiglia? Se non  privare di qualsiasi diritto civile  chiunque abbia preferenze sessuali “non omologate”? Che significa religione? Se non opporsi, anche con la forza, a chiunque non sia cattolico romano?
Il vero lato  grave della polemica innescata dalla Meloni, che esemplifica in due battute ciò che la destra neofascista  ha sempre pensato di Imagine,   è  nell’incapacità di uscire -  ammesso e non concesso che la canzone di Lennon sia di “sinistra” -  dallo sterile confronto tra fascismo e antifascismo, che talvolta sfiora veramente il ridicolo. La Meloni fa  il gioco dell’avversario antifascista.  Un antifascismo che però  aiuta a  capire come nella destra della Meloni, che si vuole presentare moderna e democratica, siano invece ben vivi gli stessi riflessi carnivori che innervarono il fascismo. Certo, poi però la sinistra antifascista  dovrebbe guardare nel proprio armadio di famiglia. Cosa che invece  si guarda bene dal fare.

Allora quale doveva essere la  reazione normale della Meloni alla domanda ideologica di Luca Telese e Davide Parenzo?  Una bellissima ballata, più che venata di utopismo, che si ascolta sempre con piacere. Tutto qui. 
Purtroppo, il vero veleno totalitario -  e qui il discorso rinvia anche agli antifascisti, che spesso esagerano inseguendo una logica giudiziaria -   è nella ideologizzazione di ogni espressione del pensiero: ideologizzazione che non è altro che la prosecuzione del totalitarismo con altri mezzi. 
Hobsbawm, storico marxista,  ha definito il Novecento “Secolo breve". In realtà,  si tratta di un secolo lunghissimo e armatissimo. Almeno fin quando si continuerà a  discutere  a proposito  del presunto o meno  messaggio ideologico  di Imagine.  A discutere, insomma,  di  “prototipi”,  per citare Giorgia Meloni:  cose da costruire ex novo, a ogni costo, come se la società fosse un laboratorio sociale.  Idea condivisa da fascisti, comunisti, utopisti e contro-utopisti vari.  E probabilmente  anche da John Lennon. Che però era solo un cantante. E come tale, in una società “normale”, andrebbe tuttora considerato.                    


Carlo Gambescia

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