Morire per Bardonecchia?
Anche il giorno di Pasqua. Non c‘è pace. L’Italia ha perso la
bussola, se mai ne ha avuta una negli ultimi venticinque anni di
imbarbarimento politico.
Cosa è
successo? Oltre a
perdere tempo dicendo
stupidaggini sul Reddito di Cittadinanza, ora si
vuole dichiarare guerra alla Francia. Si vuole morire per Bardonecchia... Esageriamo? In effetti, qual è il casus belli? In
pratica non esiste, se non nel cervello
di non pochi dementi sovranisti e umanitaristi (il mix è micidiale). In realtà, i doganieri francesi volevano impedire a un presunto spacciatore di smerciare la sua roba in Italia. Volevano solo dare un mano.
Questa, ripetiamo, è la sostanza della cosa. Il resto sono
chiacchiere pseudo-putiniane con punte di isterico nazionalismo in stile Lega e Fratelli d’Italia. Non
ultimo e non da meno il Movimento Cinque Stelle che, quanto a
stupidaggini, non perde mai un colpo. Anche il Partito Democratico, ormai in caduta libera
antirenziana, ha criticato la
Francia. Perfino il Governo,
dimissionario, si è subito adeguato, mostrando, per buttarla sul dotto, “il
viso dell’arme”. Capito?
“Er moviola”, che prima di cacciare via due spie russe ha tremato una
settimana, in poche ore ha
deciso di convocare l’ambasciatore
francese.
Ovviamente, anche la sinistra piagnona delle Ong è insorta. E non in nome della nazione ma dei diritti umani violati
del presunto spacciatore. Difeso però,
con pari isteria. Insomma, destra, sinistra più Cinque Stelle, uniti forever, per
finire di sfasciare tutto. E cosa ancora più grave: l’Italia, oltre a non riconoscere più il nemico, non riconosce neppure l’amico. Una Francia, alla quale dobbiamo, almeno in parte, il merito storico dell’ Unità italiana. Un "aiutino", già ricambiato, nel giugno 1940, da Mussolini, con una pugnalata alla schiena degna di Maramaldo. Dà fastidio evocare le "fregnacce" (pardon, "alta politica") del Duce? Sì? Beh, cerchiamo di non farne altre.
Il che, cosa molto importante, dovrebbe imporre una riflessione sulla futura, e preoccupante, politica estera di un possibile governo Cinque Stelle-Lega, o delle due forze politiche separate. Per la semplice ragione che in fondo al tunnel politico in cui rischiamo di cacciarci dopo il 4 marzo, si scorgono le sagome dei miti di Salvini e Di Maio: il bullo Putin, l’incappucciato Hamas, i pacifici iraniani, dell'associazione amici dell'atomo, razzo facile Assad. Insomma, tutto il fior fiore dei nemici di Israele, degli Stati Uniti e dell’Occidente. E dunque, anche nostri.
Il che, cosa molto importante, dovrebbe imporre una riflessione sulla futura, e preoccupante, politica estera di un possibile governo Cinque Stelle-Lega, o delle due forze politiche separate. Per la semplice ragione che in fondo al tunnel politico in cui rischiamo di cacciarci dopo il 4 marzo, si scorgono le sagome dei miti di Salvini e Di Maio: il bullo Putin, l’incappucciato Hamas, i pacifici iraniani, dell'associazione amici dell'atomo, razzo facile Assad. Insomma, tutto il fior fiore dei nemici di Israele, degli Stati Uniti e dell’Occidente. E dunque, anche nostri.
Il Colle, nelle prossime consultazioni, deve mettere i classici paletti. Altro che morire per Bardonecchia...
A proposito. Buona Pasqua a tutti. In particolare ai doganieri
francesi. Arrivederci, e grazie, ragazzi.
Carlo Gambescia