Cinque Stelle e i tre punti del Partito
Democratico
Te la do io la Nato.. .
Grazie a un semplice
software di ricerca delle modifiche su Internet, “Il Foglio” ha ben documentato come i programmi votati dagli
elettori di Cinque Stelle, in particolare la politica estera, siano
stati taroccati a loro insaputa, da anti a pro Nato.
A dire il vero, non è una grande scoperta che i partiti, pur
di agguantare il potere, "ingannino" regolarmente gli
elettori. Dietro i
cosiddetti inganni c’è la logica della trattativa, della moderazione
e del compromesso. Che, piaccia o meno, se si vuole governare, in una democrazia
parlamentare, è la
norma.
Allora si dirà, ma il cittadino non conta niente? No, conta eccome. Perché
il bello della democrazia dei partiti, rappresentati in parlamento, è che dopo
cinque anni, a volte prima, si va a votare, e l’elettore, se insoddisfatto,
può mandare a casa il partito (o la coalizione) che abbia governato
male.
Si chiama democrazia dell’alternanza, ed è il sale stesso del
metodo democratico. Dove
c’è alternanza c’è democrazia. A Cuba, dove da sessant’anni domina la famiglia
Castro non c’è democrazia. Né la favorirà il voto di un gruppo
ristretto di delegati del partito unico comunista, che proprio oggi dovrebbe eleggere - udite, udite o rustici... - un candidato con un altro cognome. Però comunista.
Quel che invece, sembra sfuggire a molti osservatori
con la bocca a cuoricino, in trepidante attesa di veder governare il Movimento
Cinque Stelle, è il sì di Luigi Di
Maio ai tre punti "imprescindibili" di politica economica e sociale avanzati dal Partito Democratico.
Altro che i programmi sforbiciati scoperti dal
"Foglio"... I punti sono i seguenti: 1) Allargare il
reddito di inclusione per azzerare la povertà assoluta in tre anni; 2)
introdurre l'assegno universale per le famiglie con figli; 3) introdurre il
salario minimo legale, per combattere il dumping salariale.
Azzerare la povertà assoluta in tre anni... Manco Roosevelt
(Franklin Delano)... Se solo si
provasse a implementare un
programma del genere, tra l’altro fondato su una
visione irreale, pauperista e operaista dell’Italia, andremmo a far compagnia al
Burkina Faso. Resterebbero solo - a noi - gli sbocchi sul mare.
Tradotto: spesa pubblica alle stelle, pil in picchiata, tasse proibitive, fuga di capitali, spread napoleonico, produttività a picco. Un Titanic politico-economico.
Insomma, altro che i Pdf taroccati dei programmi
elettorali scoperti dal "Foglio"… Qui c’è la vera ciccia
assistenzialista che tanto piace a Cinque Stelle. E che il Partito Democratico - derenzizzato? - serve su un piatto
d’argento.
E la cosa più grave è che probabilmente non abbiamo un’opposizione
in grado dire a questi
buffoni (non troviamo altro termine) che i tre punti, se attuati, manderebbero
a fondo l’Italia. Purtroppo, Salvini, Berlusconi e Meloni propongono un grillismo di
destra. Giocano demagogicamente al rialzo. Perciò, semplificando: due
redditi di inclusione, doppi assegni, due salari minimi, venghino, signori
venghino…
Quindi non si scorge l'alternanza, di cui sopra. Né ora, né tra cinque anni. Ecco il vero problema.
Carlo Gambescia