Consultazioni al via
Due possibilità, una peggiore dell'altra...
Oggi si accendono i riflettori sul
Colle. L’Italia è davanti a un bivio, non dei più promettenti.
Dal momento che le possibilità pur essendo le classiche due, non sembrano
tra le migliori, anzi. Vediamole insieme.
1) Un governo di larghe intese con
dentro tutti, magari con ministri tecnici, anche se di area (classico brand
nostrano: il ministro neutrale ma non troppo...), inventandosi qualche scopo
sulla carta, soluzione cui sembra aspirare Mattarella, attenzione
però, con la vera finalità di annacquare i contenuti politici
pentastellati e leghisti, nel tentativo di salvare la faccia davanti
all’Europa.
2) Un governo Movimento Cinque
Stelle-Lega (eventualmente con l'aiutino di qualche esponente
"laico", per indorare la pillola politica ), controllato a
distanza dal Colle, per evitare, come cantava Battisti, “le buche
più dure, senza per questo cadere nelle tue paure”. In questo caso però,
sarebbe assai difficile far passare in Europa come la cosa più normale del
mondo una coalizione Lega-M5S e il dirompente copyright
sul Def correlato.
Piaccia o meno, in
Parlamento esistono i numeri per le due soluzioni. Nel primo
caso si tirerà a campare, favorendo l’incancrenimento della crisi
politica italiana. Nel secondo, il Paese rischia di schiantarsi contro il muro
dei mercati. Purtroppo, la scelta sembra essere tra morte lenta e
morte traumatica.
Ora, come è noto, nelle democrazie
rappresentative, i numeri se non trovano ostacoli costituzionali, come ad
esempio in Germania, dove è la Corte Costituzionale a decidere dello
scioglimento dei partiti antidemocratici, assumono le stesse
caratteristiche della forza gravità. Trascinano inevitabilmente
verso il basso. Ciò significa, che essendo Cinque Stelle un partito
antidemocratico, seminatore di odio sociale, retto da una diarchia
aziendale-dittatoriale, il Paese rischia, pur con tempistiche
diverse, di sfracellarsi al suolo.
Qualcuno penserà, come ha potuto
l'Italia contenere fino a oggi le forze antidemocratiche? Dal
momento che, al di là del divieto costituzionale, ma molto astratto, di
ricostituzione del partito fascista, non esistono tuttora,
come in Germania, istituti e procedure ad hoc? Come ha potuto
allora? Con il consociativismo, fenomeno tipicamente democristiano, in
particolare, del centrosinistra democristiano, all’insegna di una moderna
reintepretazione della locuzione oraziana: Democrazia
Cristiana capta ferum victorem cepit . Detto
altrimenti: con l’associazione, tacita o meno, del
(possibile) vincitore al potere, se non subito politico,
almeno sociale e culturale. Quel che in qualche misura si è fatto con il
Psi, nella seconda metà degli Cinquanta e poi Sessanta; con il Pci,
negli anni Ottanta; con il Msi, negli anni Novanta. Lo stesso Berlusconi,
che ora scalpita pur di governare con chiunque, dopo una partenza
liberale, “democristianizzò” Forza Italia.
Ora Mattarella, per tornare sul punto, proviene da quel mondo, come del resto molti suoi consiglieri, quindi i nostri sospetti potrebbero essere più che fondati. D'altronde, di Forza Italia, abbiamo detto. Il Pd (renziano o meno) è un prolungamento della Margherita di ispirazione democristiana. Mentre dalla parte di Salvini e Di Maio, c’è la logica dei numeri (e anche la voglia di agguantare il potere).
Il tutto, una volta diabolicamente mescolato, depone a favore di una delle due soluzioni ricordate. Che poi Cinque Stelle si faccia "corrompere" o meno, rinvia in ogni caso ai concetti di morte lenta o traumatica, sopra evidenziati. Perché, comunque sia, il veleno pentastellato resta letale per la democrazia italiana, a piccole come a gradi dosi, in soluzione pura o diluita.
Speriamo, ardentemente, di sbagliare. E se invece la nostra analisi fosse giusta? Non resterebbe che augurarsi il commissariamento europeo. Ma sarebbe una ben triste vittoria di Pirro.
Ora Mattarella, per tornare sul punto, proviene da quel mondo, come del resto molti suoi consiglieri, quindi i nostri sospetti potrebbero essere più che fondati. D'altronde, di Forza Italia, abbiamo detto. Il Pd (renziano o meno) è un prolungamento della Margherita di ispirazione democristiana. Mentre dalla parte di Salvini e Di Maio, c’è la logica dei numeri (e anche la voglia di agguantare il potere).
Il tutto, una volta diabolicamente mescolato, depone a favore di una delle due soluzioni ricordate. Che poi Cinque Stelle si faccia "corrompere" o meno, rinvia in ogni caso ai concetti di morte lenta o traumatica, sopra evidenziati. Perché, comunque sia, il veleno pentastellato resta letale per la democrazia italiana, a piccole come a gradi dosi, in soluzione pura o diluita.
Speriamo, ardentemente, di sbagliare. E se invece la nostra analisi fosse giusta? Non resterebbe che augurarsi il commissariamento europeo. Ma sarebbe una ben triste vittoria di Pirro.
Carlo Gambescia