Trattative Stato-Mafia, pesanti condanne per i vertici
dei carabinieri del Ros
"Les Centurions" di Palermo
Può anche non piacere. Perché l’immaginario
di Jean Latérguy, scrittore e giornalista, autore de Les Centurions, appartiene alla destra,
quella dei militari, dei colpi di forza,
delle soluzioni radicali quando servono, ma anche dell’onore, del coraggio e dell’amara consapevolezza,
che la guerra è la
prosecuzione della politica con altri mezzi. Attenzione però, anche della politica
peggiore, la politica politicante,
che svuota la legittimità del
soldato che combatte, lontano da casa, per valori, che in patria nessuno più
difende.
Per
Latérguy
il soldato francese che combatteva in Indocina, per parafrasare Dante, era nemico di Dio (del comunismo) e dei nemici di Dio (gli anticomunisti
in pantofole, che sognavano la pace a ogni costo).
Le
liberal-democrazie, e questo è un pesante
limite per chiunque vi creda come chi scrive, non
tengono in gran pregio i militari. Latérguy, piaccia o meno, ha ragione. Tutto ciò che è marziale non è apprezzato, salvo
nei momenti cruciali, ovviamente cruciali secondo i desiderata del potere politico. Che cambia idea spesso, evoca i grandi principi,
salvo poi accordarsi sui piccoli. Di qui, quel senso di spiazzamento morale dei centurioni - magnificamente colto da Latérguy - che nel fango si sforzano di combattere il
nemico, con tutti i mezzi, nonostante il
paese legale, e spesso, per pigrizia e
paura, quello reale, remino contro.
A
tutto ciò abbiamo pensato ieri, apprendendo della condanna a Palermo degli ex
vertici del Ros, tutti carabinieri ovviamente, Mori, Subranni e De Donno, ora a rischio di passare dalle trincee al carcere, e solo per aver fatto il proprio dovere. Sulle
condanne e assoluzioni dei cosiddetti “politici” non ci pronunciamo. Sarebbe fin troppo facile individuare le tresche ideologiche che ne
sono alle origini.
Dicevamo
di Mori, Subranni e De Donno, ammesso e non concesso eccetera, eccetera, che cosa hanno fatto? Quale reato hanno
commesso? Se è vero che c’era una guerra
si sono comportati, per quello che erano e sono: bravi soldati, che tra i mezzi a disposizione, avevano, hanno e avranno anche quello dell’inganno e della pace
armata, provvisoria, per recuperare, riunire le forze, contrattaccare e vincere.
Trattativa
quindi, come passo indietro per farne
due avanti. Tutto qui. Ma Roma, per
usare il linguaggio immaginoso di Latérguy, ha
usato e buttato via i suoi centurioni.
I difensori dei carabinieri ora sperano nel Secondo Grado. Andrà diversamente? Difficile rispondere.
In Italia, anno di grazia 2018, ci si può augurare solo, visto che si tratta di militari, che sia il Dio degli Eserciti, quello biblico, ben più
longevo degli imperatori quiriti, a fare giustizia per i propri soldati. Ma nell'Aldilà.
Carlo Gambescia