I Dieci Punti di 5 Stelle
Il
Contratto in dieci punti (1) che 5 Stelle vuole
sottoporre ai possibili alleati
(Lega e Partito Democratico), al di là del taglio da "brevi cenni sull'universo", dal
punto di vista del tasso di
riformismo reale, è più soft dei programmi che distinsero i governi
di Centro-Sinistra nella prima metà
degli anni Sessanta e i governi di Unità Nazionale, con l’appoggio del Partito
Comunista, nella seconda metà degli anni Settanta.
Nel
primo caso, ad esempio, ci si accordò sulla nazionalizzazione dell’energia
elettrica, nel secondo venne istituito il servizio sanitario nazionale (per ricordare
solo due misure di grande impegno per la spesa pubblica).
Ciò però non significa che, per le tasche
dell’Italia degli anni Dieci del Duemila, il Contratto di 5 Stelle
sia meno oneroso. A occhio e
croce -
e il documento glissa
sull’abolizione della Fornero... - la spesa per l’attuazione dei dieci
punti (2), gira intorno ai
cento-centocinquanta miliardi di euro all’anno (per un raffronto
immediato: il debito pubblico, che supera il Pil è di duemiladuecento e rotti miliardi). E per fortuna che l'autore del Contratto, il professor Giacinto della Cananea (nella foto), viene presentato come allievo di Sabino Cassese, eccellente studioso abituato invece a fare i conti...
Per tornare sul punto: Dove si prendono questi soldi? Sul mercato, emettendo titoli? O aumentando tributi, già alti? O tutte e due le cose? Così, tanto per impoverirsi e indebitarsi al tempo stesso. Oppure - ideona - si pensa di uscire dall’Europa, per poter stampare lire a volontà e distruggere con l’inflazione weimariana l’Italia?
Per tornare sul punto: Dove si prendono questi soldi? Sul mercato, emettendo titoli? O aumentando tributi, già alti? O tutte e due le cose? Così, tanto per impoverirsi e indebitarsi al tempo stesso. Oppure - ideona - si pensa di uscire dall’Europa, per poter stampare lire a volontà e distruggere con l’inflazione weimariana l’Italia?
Comunque
sia - e se vogliamo parlare di cose serie - la prossima finanziaria, a prescindere dal
governo in carica, non potrà non ruotare intorno a una sessantina di miliardi di euro ( e ci teniamo bassi). Ora, ammesso ( e non concesso) che trenta siano
di tagli e di microrecuperi del Pil, gli altri trenta da qualche parte andranno presi. Dove? Quindi anche le stupidaggini
di Salvini sulla Flat Tax vanno giudicate per quel che valgono: zero.
In
quest’ottica - e augurandoci ardentemente che Fico fallisca - l’unica soluzione realistica è quella di un governo istituzionale, o "del
Presidente", con dentro tutte le forze
responsabili e due soli obiettivi: DEF e legge elettorale maggioritaria. Per poi andare a votare nel 2019.
Purtroppo, di responsabili in giro ne vediamo pochi. Almeno per ora.
Carlo Gambescia
(1) Per coloro che fossero interessati ad approfondire, il testo originale del Contratto è scaricabile qui: https://www.ilblogdellestelle.it/2018/04/la_prima_stesura_del_contratto_di_governo_proposto_dal_movimento_5_stelle_.html
(2)I punti, grosso modo, sono i
seguenti: giovani e famiglie,
povertà e disoccupazione, ridurre degli squilibri territoriali, sicurezza e
giustizia, difesa del servizio sanitario nazionale, protezione delle imprese,
nuovo fisco, infrastrutture, salvaguardia dell’ambiente ed efficienza della pubblica amministrazione.