domenica 8 aprile 2018

Con Cinquestelle la libertà è in pericolo
Il caso Iacoboni



I pentastellati non sanno dove sia di casa la democrazia. E' questione, crediamo, di Dna.  Qualche giorno fa Carlo Pompei ha prodotto un magnifico video, dove  si vede un Beppe Grillo,  già  nel  2006, liquidare -  calpestando Milton e Voltaire -  “Linea quotidiano”,  con l’epiteto di  “due paginette di merda”.  Così, tanto per offendere  direttore,  redazione, collaboratori e lettori in un solo colpo (1).    
Del resto è  noto che all’interno del M5S,  per esternare, dalla  semplice dichiarazione alle partecipazioni televisive, occorre l’autorizzazione scritta della fuerership Grillo-Casaleggio jr., via dottor Goebbels-Casalino.  Di conseguenza, come si può notare, anche dalle interviste di questi giorni,  l’unico, autorizzato  a dire qualcosa di politico, è  Luigi Di Maio, il candidato premier.  Roba da Bulgaria sovietizzata. Quindi, per chiudere il cerchio della graziosa metafora grillesca, la merda, evocata dal  comico,  per i parlamentari del Movimento Cinque Stelle,  invece è a chilometro zero.  E non c'è mai  ricreazione, per parafrasare  una  postdantesca barzelletta.  
Insomma, riteniamo urgente  richiamare  l’attenzione dei lettori su un comportamento nei riguardi della stampa che non ha  precedenti, se non nel fascismo, che però era una dittatura. Anche perché ieri si è toccato il fondo. Al giornalista de “La Stampa”, Jacopo Iacoboni,  è stato interdetto l’ingresso al summit culturale  di Ivrea, organizzato dall’Associazione Gianroberto Casaleggio, coordinata dal figlio Alessandro,  perché persona non gradita.  Si parla di   “ragioni personali” (2). 
E quali sarebbero?  In sostanza,  di praticare  il lavoro di giornalista  senza fare sconti. Tra l’altro,  è uscito in questi giorni un suo libro sul Movimento Cinque Stelle, dove, proprio per la  grandissima  obbiettività, Iacoboni  non può non  scrivere  cose   sgradite  ai due padroni del vapore pentastellato (3).
Per inciso,  si tratta di un'inchiesta giornalistica,  quindi giocata  sulle contraddizioni tra ciò che si dice e ciò che si fa, tipiche della retorica politico-mediatica. Vi  manca un' analisi approfondita dello sfondo storico, ossia delle ragioni politiche, culturali e sociali che hanno permesso all' "esperimento di riuscire" (ci si augura, solo per ora...). Per capirsi, con un raffronto storico: come se si studiasse il fascismo, solo in chiave endogena, e non esogena, ossia anche alla luce della crisi postbellica. Insomma è uno studio "dall'interno" del M5S, che però  ne analizza  - qui il valore del libro -  con grande abilità, meccanismi e strategie comunicative, basati - attenzione - su una scommessa ucronica, degna di certi personaggi creati da Philip K. Dick. Come però si dice, talvolta la realtà supera ogni immaginazione...  Perciò, comunque sia,   è uno studio che raccomandiamo caldamente ai lettori.
Detto questo, scusandoci per la digressione (però necessaria), va sottolineato che con  il  veto  su Iacoboni,  siamo dinanzi  a un vero e proprio attacco alla libertà di pensiero e di stampa. E da parte di una forza politica che aspira ufficialmente a governare l’Italia. Per cambiarla? Ma secondo quale modello? Putiniano,  cubano, venezuelano, cinese, coreano?  Poveri noi.
Il fatto è gravissimo. Come del resto denuncia il Comitato di Redazione del giornale torinese (4). Meno puntualmente  "La Stampa" che, come si può vedere  (la foto sotto il nostro titolo),  non dà  il giusto rilievo alla notizia:  addirittura,  non vi  si fa il nome di Iacoboni, assai noto ai lettori.  Quasi come fece  "il Corriere del Sera" con Montanelli, dopo l'attentato terrorista, durante gli  "Anni di Piombo". 
Certo, eventi e contesti storici diversi.   Forse, allora, si potrebbe parlare di sobrietà  sabauda?  Mah... La cosa comunque, inquieta.  E non solo per il rischio conformista, come allora.  Ma per un altro motivo.  Perché evocare le   “ragioni personali",  tipiche motivazioni da tiranno,  ottuso per giunta, significa appellarsi a una logica capricciosa,  degna dei  sultani del tardo impero ottomano, circondati dai propri molli e viziosi favoriti.  Altro che l’uno vale uno.  E i mass media, soprattutto i giornali a grande tiratura,  non possono minimizzare o peggio far finta di  non vedere, magari riducendo una questione di libertà a retroscena politico.           
Mattarella  che ne pensa? E i Presidenti del Senato  e della Camera?  In particolare l’Onorevole Fico, autorevole esponente pentastellato ? E l’Ordine dei Giornalisti?     



Carlo Gambescia        
                 
(3) Jacopo Iacoboni,  L’esperimento. Inchiesta sul Movimento Cinque Stelle, Editori Laterza 2018 :  https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858130100 .