Con Cinquestelle la libertà è in pericolo
Il caso Iacoboni
I pentastellati
non sanno dove sia di casa la democrazia. E' questione, crediamo, di Dna.
Qualche giorno fa Carlo Pompei ha prodotto un magnifico video, dove si vede un Beppe Grillo, già
nel 2006, liquidare - calpestando Milton e Voltaire - “Linea quotidiano”, con l’epiteto di “due paginette di merda”. Così, tanto per offendere direttore,
redazione, collaboratori e lettori in un solo colpo (1).
Del
resto è noto che all’interno del M5S, per esternare, dalla semplice dichiarazione alle partecipazioni televisive, occorre l’autorizzazione scritta della fuerership Grillo-Casaleggio jr., via dottor Goebbels-Casalino. Di conseguenza,
come si può notare, anche dalle interviste di questi giorni, l’unico, autorizzato a dire qualcosa di politico, è Luigi Di Maio, il candidato premier. Roba da Bulgaria sovietizzata. Quindi, per chiudere il cerchio della graziosa metafora grillesca, la merda, evocata dal comico, per i parlamentari del Movimento Cinque Stelle, invece è a chilometro zero. E non c'è mai ricreazione, per parafrasare una postdantesca barzelletta.
Insomma, riteniamo urgente richiamare l’attenzione dei lettori su un comportamento nei riguardi della stampa che non ha precedenti, se non nel fascismo, che però era una dittatura. Anche perché ieri si è toccato il fondo. Al giornalista de “La Stampa ”, Jacopo Iacoboni, è stato interdetto l’ingresso al summit culturale di Ivrea, organizzato dall’Associazione Gianroberto
Casaleggio, coordinata dal figlio Alessandro, perché persona non gradita. Si parla di “ragioni personali” (2).
Insomma, riteniamo urgente richiamare l’attenzione dei lettori su un comportamento nei riguardi della stampa che non ha precedenti, se non nel fascismo, che però era una dittatura. Anche perché ieri si è toccato il fondo. Al giornalista de “
E
quali sarebbero? In sostanza, di praticare il lavoro di giornalista senza fare sconti. Tra l’altro, è
uscito in questi giorni un suo libro sul Movimento Cinque Stelle, dove, proprio per
la grandissima obbiettività, Iacoboni non può non scrivere cose sgradite ai due padroni del vapore
pentastellato (3).
Per inciso, si tratta di un'inchiesta giornalistica,
quindi giocata sulle contraddizioni tra ciò che si dice e ciò che
si fa, tipiche della retorica politico-mediatica. Vi manca un' analisi
approfondita dello sfondo storico, ossia delle ragioni politiche, culturali e
sociali che hanno permesso all' "esperimento di riuscire" (ci si
augura, solo per ora...). Per capirsi, con un raffronto storico: come se si
studiasse il fascismo, solo in chiave endogena, e
non esogena, ossia anche alla luce della crisi postbellica. Insomma è uno studio
"dall'interno" del M5S, che però ne analizza - qui il valore del libro - con grande abilità,
meccanismi e strategie comunicative, basati - attenzione - su una scommessa
ucronica, degna di certi personaggi creati da Philip K. Dick. Come però si
dice, talvolta la realtà supera ogni immaginazione... Perciò, comunque sia, è uno studio che raccomandiamo caldamente ai lettori.
Detto questo, scusandoci per la
digressione (però necessaria), va sottolineato che con il veto su Iacoboni, siamo dinanzi a un vero e proprio attacco alla libertà di
pensiero e di stampa. E da parte di una forza politica che aspira ufficialmente a
governare l’Italia. Per cambiarla? Ma secondo quale modello? Putiniano,
cubano, venezuelano, cinese, coreano? Poveri noi.
Il fatto è gravissimo. Come del resto denuncia il
Comitato di Redazione del giornale torinese (4). Meno puntualmente "La Stampa " che, come si
può vedere (la foto sotto il nostro titolo), non dà il giusto rilievo alla notizia: addirittura, non
vi si fa il nome di Iacoboni, assai noto ai lettori. Quasi come fece "il Corriere del Sera" con Montanelli, dopo l'attentato terrorista, durante gli "Anni di Piombo".
Certo, eventi e contesti storici diversi. Forse, allora, si potrebbe parlare di sobrietà sabauda? Mah... La cosa comunque, inquieta. E non solo per il rischio conformista, come allora. Ma per un altro motivo. Perché evocare le “ragioni personali", tipiche motivazioni da tiranno, ottuso per giunta, significa appellarsi a una logica capricciosa, degna dei sultani del tardo impero ottomano, circondati dai propri molli e viziosi favoriti. Altro che l’uno vale uno. E i mass media, soprattutto i giornali a grande tiratura, non possono minimizzare o peggio far finta di non vedere, magari riducendo una questione di libertà a retroscena politico.
Certo, eventi e contesti storici diversi. Forse, allora, si potrebbe parlare di sobrietà sabauda? Mah... La cosa comunque, inquieta. E non solo per il rischio conformista, come allora. Ma per un altro motivo. Perché evocare le “ragioni personali", tipiche motivazioni da tiranno, ottuso per giunta, significa appellarsi a una logica capricciosa, degna dei sultani del tardo impero ottomano, circondati dai propri molli e viziosi favoriti. Altro che l’uno vale uno. E i mass media, soprattutto i giornali a grande tiratura, non possono minimizzare o peggio far finta di non vedere, magari riducendo una questione di libertà a retroscena politico.
Mattarella che ne pensa? E i Presidenti del Senato e della Camera? In particolare l’Onorevole Fico, autorevole esponente
pentastellato ? E l’Ordine dei Giornalisti?
Carlo Gambescia
(2) Qui il comunicato della Direzione de "La Stampa": : http://www.lastampa.it/2018/04/07/italia/ms-nega-laccesso-al-nostro-giornalista-kJYwJ81daSvH8jdp0MGnON/pagina.html
(3)
Jacopo Iacoboni, L’esperimento. Inchiesta sul Movimento Cinque Stelle, Editori Laterza
2018 : https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858130100 .