Il nuovo bipolarismo secondo Luca Ricolfi e Alesssandro Campi
Intanto in Molise…
Sembra
che in Molise il Centrodestra, nella sua versione classica ( allargata come nel
2001), sia in testa (45 %), con Forza Italia primo
partito della coalizione ( 10 vs 9 %, Lega) . Seguono 5 Stelle (37 %), e Partito Democratico con
due punti in meno rispetto alle politiche (16 %).
Il risultato perciò potrebbe farsi interessante, per contrasto. Perché nei
giorni scorsi Luca Ricolfi, sul
“Messaggero” - seguito a ruota
sulle stesse pagine dall’assistente volontario Alessandro Campi, che ora si divide anche con Prodi - ha parlato
di nuovo bipolarismo, non ovviamente tra Centrodestra (quello del Molise) e Centrosinistra classici, ma tra una Destra targata Lega e una Sinistra a traino grillino. Con FI e PD,
sulle orme dei nativi americani.
Anche
Alessandro Campi, abilissimo, nel
fiutare, i cambiamenti di vento, e non
sempre per ragioni politologiche, sembra credere in un bipolarismo, nuovo di zecca. Che al momento potrà pure essere nei fatti politici, ma che - cosa che non può essere bellamente ignorata - non sembra incarnare nei contenuti il modello Westminster, perché siamo dinanzi a due forze populiste, quindi
antieuropee, pro spesa pubblica, pro partito dei giudici, filoputiane e (soprattutto la Lega) con più che probabili pendant
razzisti.
Il Molise sembra invece provare il contrario, anche sul piano dei fatti: nel senso che non c’è crollo definitivo del PD e che il Centrodestra avanza. E, cosa più importante, Cinque Stelle non sfonda. Si dirà, il Molise non fa testo. Può darsi. A fine mese si vota anche in Friuli. Il che significa che è ancora presto per parlare di trend definitivi, di crolli e rinascite. Regola però che deve valere per tutti i trend previsionali. E non solo per quelli favorevoli a Salvini e Di Maio.
Il Molise sembra invece provare il contrario, anche sul piano dei fatti: nel senso che non c’è crollo definitivo del PD e che il Centrodestra avanza. E, cosa più importante, Cinque Stelle non sfonda. Si dirà, il Molise non fa testo. Può darsi. A fine mese si vota anche in Friuli. Il che significa che è ancora presto per parlare di trend definitivi, di crolli e rinascite. Regola però che deve valere per tutti i trend previsionali. E non solo per quelli favorevoli a Salvini e Di Maio.
Questo
sul piano analitico, della scienza politica positiva. Quanto a quello dei
desiderata, ogni studioso è libero di pensarla come crede. Ciò che però non va assolutamente fatto è
il voler proiettare, mescolando fatti e desiderata, una luce positiva, come
fanno Ricolfi e Campi, su un bipolarismo che trae forza da due partiti
estremisti. Nel caso specifico, è come fare il tifo per un
bipolarismo tra fascisti e comunisti. Altro che Tory e Labour.
Già
conosciamo la risposta. Di solito, come si dice, quando si va al potere, ci si modera, si
matura eccetera. Insomma, si diventa più buoni (sul più capaci le tesi non sono unanimi). E quindi questo nuovo bipolarismo può essere solo un bene per l’Italia. Può darsi.
C’è però un’altra questione, che rinvia all’Andreotti di quando
con un sorrisetto diceva che a pensar male ci si coglie quasi sempre.
Ora, certe analisi politologiche, come quelle di Ricolfi e Campi (che tra l'altro non sono i soli...), nel momento in cui sotto i riflettori ci sono Salvini e Di
Maio, potrebbero essere interpretate
come un endorsement accademico per 5
Stelle e Lega: un magnifico bonus del filosofo platonico per governare. Tradotto: "Signori italiani, tranquilli, reddito di cittadinanza, simpatie per il piccolo
Zar, soldi pubblici a gogò, lancio del
gatto morto contro Bruxelles, tutto normale, tutto normale, Salvini e Di Maio sono il nuovo bipolarismo ". Insomma, Ricolfi e Campi, giurano senza che nessuno ancora glielo abbia imposto. Intanto
però - ecco il punto politico - Hitler-Salvini e Stalin-Di Maio, potrebbero mettersi d’accordo… Quando si dice nostalgia canaglia.
Attenzione, la tesi Ridolfi- Campi, vale anche al rovescio, nel senso che il
tentativo di Fico verso il Partito Democratico (se Mattarella consentirà e Renzi, scioccamente cederà)), può venire
presentato dai due insigni collaboratori del "Messaggero" come un passo verso
il nuovo bipolarismo tra Lega (che fagocita Berlusconi) e 5 Stelle (che si
pappa il Partito Democratico).
Però,
intanto, il Molise ci dice che Berlusconi e i suoi elettori non mollano. Giudici permettendo.
Carlo Gambescia