Dall’ “Ami du peuple” al “Fatto
Quotidiano”
In principio era Marat...
Quando
nasce il giornalismo di denuncia?
Quello feroce che oggi invoca la ghigliottina mediatica?
Insomma, per dirla tutta, quali sono i nobili, più o meno, avi de “Il Fatto quotidiano?
Bisogna innestare la retromarcia e andare molto indietro. Chi ha sentito
parlare de “ L' Ami du Peuple” di Jean - Paul Marat? Forse qualche specialista della Rivoluzione
francese, pochi, e neppure “buoni” in
Italia. Per tutti gli altri, Marat,
medico fallito, rancoroso, egocentrico ( “l’aquila vola sempre da solo, il
tacchino fa comunella”, come amava ripetere), ma
amico e interprete unico del pensiero del popolo, resta quasi un illustre
sconosciuto.
Marat, come anticipato, era il proprietario, editore,
direttore amministratore unico de “L'Ami du Peuple”, dalle cui colonne, negli anni caldi della
Rivoluzione francese, denunciava tutto e tutti, chiedendo il taglio di montagne di teste, aristocratiche e non, sulle quali
sedersi. Insieme al popolo francese, of course. “ Un anno fa - scriveva -
cinquecento o seicento teste mozzate vi avrebbero resi liberi e felici. Oggi
dovremmo tagliarne diecimila. Tra qualche mese ne taglierete centomila, e
farete benissimo, perché non avrete pace finché non avrete sterminato i nemici
implacabili della patria fino all’ultimo
rampollo”. Lo stesso odio implacabile che si ritrova,
certo, evocando la ghigliottina mediatica, nelle pagine de “il Fatto Quotidiano”…
Quando si scorre “ L' Ami du Peuple”, interamente scritto da Marat, si resta colpiti per la violenza del tono, per la durezza dei contenuti,
per l’assurdità delle accuse politiche e
soprattutto per il clima di complotto permanente contro la Rivoluzione della
Virtù che egli scorgeva ovunque.
Politicamente, Marat erano decisamente più a sinistra di Robespierre. Fortunatamente, sia l’uno che l’altro
finirono prestissimo i lori giorni, Marat, assassinato, Robespierre sulla
ghigliottina. Invece, noi auguriamo lunga vita, lunghissima, ai Marat di oggi…
Quel
che resta di sorprendentemente moderno, e che pone l' "Ami du Peuple", alle
origini di certa stampa, che oggi vive di moralismo e denunce, è il gusto
della rivelazione, quasi sempre inventata o frutto di delazioni e spionaggio. Oggi si chiamano intercettazioni…
Marat
era poliziotto, giudice e carnefice al
tempo stesso: le sue idee erano perfette, ripeteva, perché egli era sempre dalla parte del popolo
contro il privilegio. In lui, ritroviamo un tipo argomentazione presente negli
editoriali dei giustizialisti dei nostri giorni. Quale? Se, in un giudizio, un certo accusato si difende, usando gli
stessi argomenti, impiegati da un altro accusato, ma in un processo differente, tutto ciò viene giudicato segno di colpevolezza. Come leggevamo proprio ieri su “il Fatto Quotidiano”, a proposito del girondino Renzi che si difende usando le stesse argomentazioni di Berlusconi, amico di Danton, e che quindi...
Di
Marat è stato scritto: "Il sanguinario, il rifornitore della
ghigliottina, la cui prosa corrosiva richiede sempre nuove condanne,
costituisce forse uno degli esempi migliori della frenesia umanitaria generata
da tutte le grande crisi sociali" (1).
Giunti
fin qui, riteniamo inutile fare il
nome del Marat dei nostri giorni...
Carlo Gambescia
(1) G. Martin, J.-P Marat. Oeil et l'ami du peuple, Rieder, Paris 1938, p.
84. Anche per le altre citazioni. Su "L'Ami du Peuple", per una documentazione diretta, si veda qui: http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/cb32691640p/date