martedì 30 maggio 2017

Legge elettorale, crescono le probabilità di successo del modello tedesco
Deutschland über alles



Qual è il compito di un sistema elettorale?  Trasformare i voti in  seggi, garantendo però la governabilità.  Al riguardo esistono due tipi di sistemi (semplifichiamo): proporzionale e maggioritario, il primo rispecchia fedelmente il rapporto  voti-seggi,  il secondo no. 
E sul piano della governabilità?  Il primo rende necessarie le coalizioni parlamentari, che come è noto non favoriscono la stabilità; il secondo, le favorisce in sede elettorale se il sistema politico è pluripartitico, il che non depone in favore della governabilità;  se invece il sistema  è  bipartitico, il maggioritario, assicura il massimo della stabilità politica.  Per fare due esempi  classici: la Gran Bretagna da un lato (maggioritario  e collegi uninominali), dall'altro la Francia della IV Repubblica (proporzionale puro).
Il sistema tedesco, di cui si parla in questi giorni, è  misto:  metà maggioritario, metà proporzionale, con soglia di sbarramento al cinque per cento, più il meccanismo, per così dire post-elettorale, della sfiducia costruttiva (chi vuol far cadere il governo deve disporre di  una maggioranza parlamentare di ricambio, altrimenti si va a nuove elezioni).
In Germania, questo sistema ha assicurato fino a oggi la governabilità  e soprattutto ha impedito  che entrassero in parlamento micro-partiti, soprattutto di estrema destra e di estrema sinistra. A dire il vero fino a un certo punto,  come provano il trascorso  successo dei  verdi e l'incombente minaccia populista.
Come si spiega l’improvviso innamoramento italiano del modello tedesco? Insomma, il Deutschland über alles che affascina Renzi, Grillo e Berlusconi ? Semplicissimo:   spirito di vendetta, calcoli post-elettorali,  gusto di sedersi al tavolo del poker. Di sicuro, non si guarda assolutamente alla governabilità.
Spirito di vendetta nei riguardi dei rispettivi cespugli; calcoli post-elettorali al ribasso, in particolare del Pd renziano verso un' alleanza con Forza Italia; gusto dei rischio da parte del Movimento Cinque Stelle, che punta a far saltare il banco, insomma alla vittoria totale.  Alla quale, sembra vagheggiare, anche Renzi, quando come Grillo (e  Berlusconi),   parla di introdurre nel modello tedesco il premio di maggioranza.  Quanto allo strumento della sfiducia costruttiva, nessuno finora si è pronunciato, anche perché, visto che tutti, almeno a parole, vogliono andare a votare, il solo discuterne allungherebbe i tempi.
Piccolo cabotaggio, insomma. Però, con il modello tedesco, nella migliore delle ipotesi, l' Italia  rischia di ritrovarsi, stando alle simulazioni,  con un  parlamento diviso in tre tronconi: uno più grande  (il Pd), uno più piccolo (Fi) e con “dentro” - il terzo blocco -   una forza eversiva molto consistente come il movimento pentastellato.  Potrebbe, infine, aggiungersi un ultimo, come dire "tronchetto" - il quarto -  fascio-leghista, però altrettanto eversivo come il M5s.  Insomma, per la cronaca: l’esatto contrario dello scopo - escludere dal parlamento  le forze estremiste -   concepito  a suo tempo dai  saggi legislatori tedeschi.
Va detto, che per ridurre la forza del M5s,  si potrebbe confidare sulla parte uninominale (maggioritaria) della legge e sulla riorganizzazione dei collegi, che andrebbero ridotti  nelle dimensioni e ritagliati a misura della forze moderate e riformiste. Un' autentica revisione dei  collegi però  richiederebbe almeno quattro-sei mesi di tempo e, cosa più importante, un patto politico  (anti-Grillo)  tra le forze moderate. Qui, invece tutti chiedono di votare subito.  Ovviamente, qualcuno bleffa, qualcun altro ci crede. Vedremo.


Carlo Gambescia