Legge elettorale, crescono le probabilità di successo del
modello tedesco
Deutschland über alles
Qual
è il compito di un sistema elettorale? Trasformare i voti in seggi, garantendo però la governabilità. Al riguardo esistono due tipi di sistemi (semplifichiamo): proporzionale e maggioritario, il primo rispecchia fedelmente il
rapporto voti-seggi, il secondo no.
E
sul piano della governabilità? Il primo
rende necessarie le coalizioni parlamentari, che come è noto non favoriscono la stabilità; il secondo, le favorisce in sede elettorale se il sistema politico è
pluripartitico, il che non depone in favore della governabilità; se invece il sistema è
bipartitico, il maggioritario, assicura il massimo della stabilità politica. Per fare due esempi classici: la Gran Bretagna da un lato
(maggioritario e collegi uninominali), dall'altro la Francia della IV Repubblica (proporzionale puro).
Il
sistema tedesco, di cui si parla in questi giorni, è misto: metà
maggioritario, metà proporzionale, con soglia di sbarramento al cinque per
cento, più il meccanismo, per così dire post-elettorale, della sfiducia
costruttiva (chi vuol far cadere il governo deve disporre di una maggioranza parlamentare di ricambio,
altrimenti si va a nuove elezioni).
In
Germania, questo sistema ha assicurato fino a oggi la governabilità e soprattutto ha
impedito che entrassero in parlamento
micro-partiti, soprattutto di estrema destra e di estrema sinistra. A dire il
vero fino a un certo punto, come provano il trascorso successo dei verdi e l'incombente minaccia populista.
Come
si spiega l’improvviso innamoramento italiano del modello tedesco? Insomma, il Deutschland über alles che affascina Renzi, Grillo e Berlusconi ? Semplicissimo: spirito di vendetta, calcoli post-elettorali, gusto di sedersi al tavolo del poker. Di sicuro, non si guarda assolutamente alla governabilità.
Spirito
di vendetta nei riguardi dei rispettivi cespugli; calcoli post-elettorali al ribasso, in
particolare del Pd renziano verso un' alleanza con Forza Italia; gusto dei
rischio da parte del Movimento Cinque Stelle, che punta a far saltare il banco, insomma alla vittoria totale. Alla quale, sembra vagheggiare, anche Renzi,
quando come Grillo (e Berlusconi), parla di introdurre nel modello tedesco il premio di maggioranza. Quanto
allo strumento della sfiducia costruttiva, nessuno finora si è pronunciato,
anche perché, visto che tutti, almeno a parole, vogliono andare a votare, il solo discuterne allungherebbe i tempi.
Piccolo
cabotaggio, insomma. Però, con il modello tedesco, nella
migliore delle ipotesi, l' Italia rischia di ritrovarsi, stando alle simulazioni, con un parlamento diviso in tre tronconi: uno più grande (il Pd), uno più piccolo (Fi) e con “dentro” - il terzo blocco - una forza eversiva molto
consistente come il movimento pentastellato. Potrebbe, infine, aggiungersi un ultimo, come dire "tronchetto" - il quarto - fascio-leghista, però altrettanto eversivo come il M5s. Insomma, per la cronaca: l’esatto
contrario dello scopo - escludere dal parlamento le forze estremiste - concepito a
suo tempo dai saggi legislatori
tedeschi.
Va
detto, che per ridurre la forza del M5s, si potrebbe confidare sulla parte uninominale (maggioritaria) della legge e sulla riorganizzazione dei collegi, che andrebbero ridotti nelle dimensioni e ritagliati a misura della
forze moderate e riformiste. Un' autentica revisione dei collegi però richiederebbe almeno quattro-sei mesi di tempo e, cosa più importante, un patto politico (anti-Grillo) tra le forze moderate. Qui, invece tutti chiedono
di votare subito. Ovviamente,
qualcuno bleffa, qualcun altro ci crede. Vedremo.
Carlo Gambescia