Quarta puntata di “Ballando con le
stelle”
Faustino il Ballerino e l’Occidente
cretino
La
vita in fondo è così, dolciastra come il leitmotiv del film-oscar di Benigni. Di più: bella e impossibile, talvolta tragica e incomprensibile. Allora, perché non ballarci sopra? Sempre avanti si deve andare, anche se per un numero ristretto di metri. Perché inarcare il sopracciglio, se un programma come “Ballando con le stelle” riflette la vita? Molti si chiedono il perché del travolgente successo di un format britannico esportato in una trentina di paesi: in
Russia, come in Argentina, in Italia come in Finlandia.
Presto detto: La normalità. Dentro
c’è tutto: canzoni, danza, cosce, vip, frizzi e lazzi e commozione a buon mercato. Perché meravigliarsi del successo di un
programma che è la quintessenza, nel bene e nel male, dell’Occidente così com'è oggi? Ride, piange, tromba e chiede rispetto con le pistole ad acqua. Del resto è il
popolo sovrano che vota con il telecomando. Una risata vale una risata. Una lacrima, una lacrima. Due cosce, due cosce. Ci si diverte così. Che male c’è? Gioco di specchi, per buttarla sulla rifrazione sociologica: un cretino, vale un cretino.
Ieri
sera Vanessa Redgrave e Franco Nero, reduci impolverati della Swinging London, oggi ospiti “istituzionali”, come si legge, chiedevano rispetto, in un mondo intriso di violenza. Amen. Lo stesso rispetto che Alba Parietti, di professione “opinionista” ma dalla coscia lunghissima e
claudicante come ballerina, chiedeva ai
giudici, sardonici per contratto. Ri-Amen.
Concorrenti,
tra
i quali quest’anno scopriamo un immigrato
cubano, bravissimo, atleta para-olimpionico, divenuto cieco per un incidente sul lavoro. Il top. Ri-ri-Amen. E, si badi, non è il solo caso umano del programma, dove chemio e chirurgia (non solo estetica), sembrano farla da
padrone. Mentre, forse, servirebbe più respect... O no? Perché in fondo, come si diceva all'inizio, è la vita ad essere dolciastra... E il materiale umano è quel che è.
Comunque sia, tra risate, lacrime, insulti e cosce si arriva all’una di notte. Ieri sera la giuria ha fatto fuori Fausto Leali, cantante di anni settantadue, buon professionista con serio repertorio, per l'occasione rinominato dai giudici, Faustino il Ballerino. Che fa rima con Occidente cretino.
Comunque sia, tra risate, lacrime, insulti e cosce si arriva all’una di notte. Ieri sera la giuria ha fatto fuori Fausto Leali, cantante di anni settantadue, buon professionista con serio repertorio, per l'occasione rinominato dai giudici, Faustino il Ballerino. Che fa rima con Occidente cretino.
Carlo Gambescia