La Scozia chiede il referendum
Europa, prove tecniche di guerra civile?
Perché
meravigliarsi del referendum chiesto dalla Scozia? Quando la Gran Bretagna si è comportata nello stesso modo nei riguardi
dell’Europa? Inoltre, in ogni stato nazionale europeo (ma anche altrove),
da secoli, esistono minoranze sempre sull'orlo della secessione. Va però anche sottolineato che la febbre referendaria che sta assalendo
l’Europa sembra non promettere nulla di buono. Probabilmente parlare di guerre civili annunciate può apparire eccessivo. Ma il rischio esiste. Proviamo perciò a capire meglio le
cose, magari proprio dal punto di vista sociologico e metapolitico.
Diciamo
intanto che non esiste un tasso preciso
di conflittualità tra unità politiche in base alle dimensioni: quanto al
“formato” politico, piccolo non è bello come non è bello neppure grande e addirittura “medio”.
Inoltre, non c’è una relazione precisa
tra regimi politici e tasso di conflittualità.
Non può però essere negata l’esistenza di una costante o regolarità
egemonica, ossia la naturale tendenza all’accrescimento delle unità politiche: un' azione centripeta cui corrisponde la reazione centrifuga delle unità minacciate di assorbimento, e così via. Perciò ogni sistema - tendendo alla crescita - vive sempre in uno stato di tensione politica, motivato dalla contesa tra forze centripete e centrifughe,
Ora,
fra tutte le formule, storicamente usate, per legittimare la costituzione di
macro-unità, la formula democratica dell’autodeterminazione dei popoli in base
alla nazionalità è probabilmente la più instabile. Non che le altre formule (impero, città-stato,
comuni mercantili, signorie e principati
o comunque regni regionali, assoluti o temperati) non abbiano inconvenienti,
ma la dinamica democratica, unita a
fattori come sovranità del popolo, lingua, territorio, rappresenta una sostanza, sociologicamente
parlando, analoga alla nitroglicerina.
E per quale ragione? Perché non
siamo di fronte, come negli altri regimi citati, di privilegi e
franchigie che possono essere revocati
(certo, talvolta provocando conflitti), ma di diritti, perciò non di fattori volatili. Siamo davanti alla proclamazione di un principio di funzionalità deontologica che, a prescindere dal
fatto che possa confliggere o meno con la funzionalità sociologica del processo
di accrescimento, se
richiesto da popolo, deve essere implementato.
Lo
sviluppo e il consolidamento degli stati nazionali - che non è altro che un
processo di transizione dal micro al macro - è storicamente contraddistinto da questi episodi. Perciò, perché credere che il
processo di unificazione europea, quindi un passaggio, anche storico, dal micro al
macro, sia
esente da reazioni centrifughe,? Reazioni, che per giunta come nel caso scozzese, hanno radici lontane e legate a precedenti processi di unificazione? Se si accetta una formula
politica imperniata sulla funzionalità deontologica, quindi all'insegna del "costi quel che costi" dell'etica dei princìpi, non si possono non mettere in conto le spinte centrifughe, addirittura appoggiate da élites, anch'esse "dentologicamente" contaminate, quindi sempre sul punto di dividersi.
Insomma, il dover essere, quale principio e diritto all’autodeterminazione, rischia di incidere, e pesantemente, sull’essere sociale. Detto altrimenti: sulla funzionalità sociologica del consolidamento di una macro-unità (a prescindere dal reale "formato" raggiunto); funzionalità, come abbiamo visto, dettata da una tendenza egemonica all'accrescimento, metapoliticamente naturale. Che insomma va al di là della forma di regime.
Ciò però significa che all’interno di una democrazia, la cui formula politica è basata sul diritto all’autodeterminazione, il contrasto tra funzionalità deontologica e funzionalità sociologica (e metapolitica) non è facilmente risolvibile. Se non con il buon senso da parte di tutti gli attori politici. E quando manca quest’ultimo, inevitabilmente, con un atto di forza. Che però può preludere alla guerra civile.
Insomma, il dover essere, quale principio e diritto all’autodeterminazione, rischia di incidere, e pesantemente, sull’essere sociale. Detto altrimenti: sulla funzionalità sociologica del consolidamento di una macro-unità (a prescindere dal reale "formato" raggiunto); funzionalità, come abbiamo visto, dettata da una tendenza egemonica all'accrescimento, metapoliticamente naturale. Che insomma va al di là della forma di regime.
Ciò però significa che all’interno di una democrazia, la cui formula politica è basata sul diritto all’autodeterminazione, il contrasto tra funzionalità deontologica e funzionalità sociologica (e metapolitica) non è facilmente risolvibile. Se non con il buon senso da parte di tutti gli attori politici. E quando manca quest’ultimo, inevitabilmente, con un atto di forza. Che però può preludere alla guerra civile.
Carlo Gambescia