Iniziata ufficialmente la Brexit
Fumo di Londra
La
vera notizia non è l'attivazione dell'articolo 50 del Trattato di Lisbona, bensì il fatto che la Gran Bretagna sia rimasta così a lungo nell’Unione Europea. Le tradizioni
britanniche sono prettamente insulari. Uno “splendido isolamento”, frutto del
dominio sui mari, al quale però si univa la costante attenzione verso l’Europa: un atteggiamento rivolto a impedire l’ascesa
di potenze egemoni continentali. Insomma, non diciamo
niente di straordinario dal punto di vista esplicativo: roba da terzo
anno di Scienze politiche, indirizzo internazionalistico.
Eppure
i mass media, a più di un anno di distanza dal referendum pro Brexit, sembrano ancora cadere dalle nuvole. Quanto
alla politica, la destra nazionalista, la
stessa che un tempo evocava la "Perfida Albione", pare invece approvare, mentre la sinistra universalista insiste nel condannare il cosiddetto
egoismo inglese. Per farla breve: una soap opera, politica e mediatica.
In
realtà, è difficile fare previsioni. Sul piano economico - al di là delle polemichette del giorno
sulle ritorsioni reciproche - la Gran Bretagna è
sufficientemente integrata nell’economia
mondiale, per temere di non reggere ai contraccolpi europei, che comunque ci
saranno. Su quello politico, molto dipenderà dal buon senso degli scozzesi e dalla capacità di mediazione del governo conservatore. Insomma, grande è l'incertezza sotto il cielo di Londra.
Nonostante
ciò, siamo convinti che la Gran Bretagna abbia commesso un
errore. Se è vero che l’insularità è la regola e l’europeismo è l’eccezione, è altrettanto vero che dal punto di vista dell’equilibrio europeo, esistono
ragioni storiche che avrebbero dovuto spingere Londra a rimanere in Europa per contrastare l’egemonia tedesca, politica ed economica, come
nel passato fece più volte, ma sul piano militare. In questo modo il Regno Unito avrebbe continuato a fare i propri interessi, ma anche quelli degli altri stati. Come dire, combattendo dall'interno. E in nome delle libertà, tradizionalmente germinate sul suolo britannico e abbracciate in tutto il mondo libero. Contro chi? Contro gli ormai proverbiali (per alcuni, famigerati) burocrati socialisti e prussiani di Bruxelles. Invece così, l’Europa viene abbandonata al proprio destino.
Ma non è tutto. Theresa May ha dichiarato trionfalmente che il governo conservatore obbedirà alla volontà
del popolo. Il che, seppure nobile dal punto di vista dell’etica democratica, in pratica cosa significa? Fumo di Londra. Che poco meno della metà dei votanti voleva
rimanere in Europa. E che quindi la Gran
Bretagna è confusa e divisa. E che si preparano tempi difficili: there's a bad moon on the rise...
Ma non è tutto. Theresa
Concludendo, sarebbe buona regola, per evitare guai, non sottomettere le decisioni di politica estera al voto referendario. Ma così vanno le cose. Purtroppo.
Carlo Gambescia