giovedì 30 marzo 2017

Iniziata ufficialmente la Brexit
Fumo di Londra



La vera notizia non è l'attivazione dell'articolo 50 del Trattato di Lisbona,   bensì  il fatto che la Gran Bretagna  sia rimasta così a lungo  nell’Unione Europea.  Le tradizioni britanniche  sono prettamente  insulari. Uno “splendido isolamento”, frutto del dominio  sui  mari,  al quale però  si univa la costante attenzione  verso l’Europa: un atteggiamento rivolto  a impedire l’ascesa di potenze egemoni continentali.  Insomma, non diciamo  niente di straordinario dal punto di vista esplicativo: roba da terzo anno di Scienze politiche,  indirizzo internazionalistico.
Eppure i mass media, a più di un anno di distanza dal referendum  pro Brexit, sembrano ancora  cadere dalle nuvole.  Quanto alla politica,  la destra nazionalista, la stessa che  un tempo evocava la "Perfida Albione", pare  invece approvare, mentre  la sinistra universalista insiste nel condannare il cosiddetto  egoismo inglese.  Per farla breve:  una soap opera,  politica e mediatica.  
In realtà,  è difficile  fare previsioni. Sul piano economico  - al di là delle polemichette del giorno sulle ritorsioni reciproche -  la Gran Bretagna è sufficientemente  integrata nell’economia mondiale, per temere di non reggere ai contraccolpi europei, che comunque ci saranno. Su quello politico, molto dipenderà dal buon senso degli scozzesi e  dalla capacità di mediazione del governo  conservatore. Insomma,   grande è l'incertezza sotto il cielo di Londra.         
Nonostante ciò,  siamo convinti che la Gran Bretagna abbia commesso un errore. Se è vero che l’insularità è la regola e l’europeismo è l’eccezione, è altrettanto vero che dal punto di vista dell’equilibrio europeo, esistono ragioni storiche che avrebbero dovuto spingere Londra a rimanere in Europa  per contrastare l’egemonia tedesca, politica ed economica, come nel passato fece più volte, ma sul piano militare. In questo modo  il Regno Unito  avrebbe continuato a fare i propri interessi, ma anche quelli degli altri stati. Come dire, combattendo dall'interno. E in nome delle libertà, tradizionalmente germinate sul suolo britannico e  abbracciate  in tutto il mondo libero. Contro chi? Contro gli ormai  proverbiali (per alcuni, famigerati) burocrati  socialisti e prussiani di Bruxelles. Invece così, l’Europa viene abbandonata al proprio destino.
Ma non è tutto. Theresa May  ha dichiarato trionfalmente  che il  governo conservatore  obbedirà alla volontà del popolo.  Il che, seppure nobile dal punto di vista dell’etica  democratica,  in pratica cosa significa?  Fumo di Londra.  Che poco meno della metà dei votanti voleva rimanere in Europa. E che quindi la Gran Bretagna è confusa e  divisa.  E che si preparano tempi difficili: there's a bad moon on the rise... 
Concludendo, sarebbe buona regola, per evitare guai, non sottomettere le decisioni di politica estera al voto referendario. Ma così vanno le cose. Purtroppo.  

Carlo Gambescia