La sentenza della Corte Costituzionale
sull’Italicum
Grazie dottor Sottile!
Come
definire la sentenza della Corte Costituzionale? Sottile, molto sottile,
proprio come quel dottor Sottile (al secolo Giuliano Amato), la cui
fabulosa sapienza giuridica, ma
soprattutto la capacità di argomentarla, giocando su più piani, giuridico,
politico, economico, culturale (*), si
nasconde dietro la Sentenza. Almeno a nostro avviso.
Sottile, dal momento che non scontenta i ricorrenti, perché il giudizio di incostituzionalità
c’è, ma al tempo stesso, si conserva il premio di maggioranza (il sorteggio del
collegio per i capilista eletti è il prezzo pagato alla retorica
dell’antipolitica: la ciccia della sentenza non è lì). Il che offre una chance a Renzi, che il 40,9 per cento lo ha conseguito, proprio in occasione
dello sciagurato no alla riforma costituzionale.
Amato, nonostante il cognome odiatissimo dai populisti, ha “intortato”, se ci passa l’espressione, l’Osteria dei Cretini, Grillo, Salvini Meloni, i populisti
d’Italia, insomma: Grillo che, esulta,
ritenendo, incautamente, di poter vincere. Come del resto Salvini e
Meloni che, da perfetti Tafazzi, continuano
a portare acqua al mulino Grillo, senza alcuna speranza di accrescere i
consensi all'interno di un’ area politica già prosciugata da Cinque Stelle. Per contro, Renzi fa bene a mostrare tutta la sua soddisfazione. Finalmente si potrebbe liberare della palla al piede della sinistra interna. E fa benissimo a chiedere elezioni che potrebbe vincere, almeno alla Camera.
Ovviamente,
queste sono considerazioni politiche. Sul piano della governabilità le cose
stanno in maniera diversa. Dal momento che se si andasse a votare in
primavera, visto che la Corte Costituzionale ha definito “subito applicabile” il Consultellum ( altra sottigliezza alla
Amato: fingere di ignorare l’esistenza di
due legge elettorali, offrendo così qualche spunto anche i
trattativisti, veri o finti che siano), alla vittoria alla Camera potrebbe rispondere una mezza vittoria di Renzi al Senato, se non addirittura
una mezza sconfitta. Risultato:
Parlamento, ingovernabile, come prima (o quasi). Se poi Renzi ( o nessun’altro) non dovesse raggiungere il quorum, si potrebbe parlare di vero e proprio ritorno al proporzionale e ai governi di coalizione. Il che non sarebbe il massimo sotto il profilo della governabilità. Ciò peraltro spiega l’imbarazzante
indecisionismo di Forza Italia. Che parla
di trattative ed evoca il Quirinale (per inciso, il dottor Sottile fu scelta di Napolitano non di Mattarella), non sapendo ancora da quale parte stare: se con Renzi o con
Salvini-Melini.
Va
comunque ribadito che l’eliminazione del ballottaggio, improvvidamente voluto da Renzi, allontana il pericolo, almeno per ora, dell’esportazione sul piano nazionale del disastroso esperimento
elettorale romano. E
chiunque abbia a cuore lo sorte della
liberal-democrazia italiana, non può non tirare un sospiro di
sollievo. Grazie dottor Sottile!
Carlo Gambescia
(*) Per
rendersene conto, si veda la sua ultima fatica, Le istituzioni della democrazia. Un viaggio lungo cinquant’anni (il Mulino). Ma la lettura dei suoi libro non basta, come sa bene
chi abbia avuto la fortuna di “vederlo in azione”. Eccezionale.
Nessun commento:
Posta un commento