giovedì 5 gennaio 2017

Dopo la rivolta nel Cpa di Cona
Immigrati, è l’Otto Settembre permanente



Gli operatori del Cpa di Cona,   sequestrati o autosequestrati,   destano in noi una grande pena:  fanno pensare ai soldati italiani dell’Otto Settembre 1943. Che privi di ordini dallo Stato Maggiore in fuga, furono "sequestrati" dai tedeschi o si "autosequestrarono" da soli scappando a casa…  Ci furono casi di resistenza, molto belli ed eroici. Ma pochi.
Cosa vogliamo dire?  Che l’Italia, dello Stato Maggiore, non  sa più che fare con  gli immigrati, profughi, clandestini, eccetera.  L’unico sport ammesso in città è scaricare tutto sull’Europa. Senza però, mettere un tappo nel Mediterraneo. Perché non è  di bon ton universalista. E poi, anche il semplice voler mostrare i denti (pure Fido, ogni tanto ringhia...),  sarebbe impossibile,  mancano perfino le dentiere: le forze armate italiane hanno la stessa potenza di fuoco di Medici Senza Frontiere.  Chissà si potrebbe provare con vigili del fuoco e il 118…
I Cpa, come recita il nome stesso, sono centri di (prima) accoglienza e non prigioni, come è giusto che sia.  Gli operatori non sono secondini.  E quindi guardano dall’altra parte, fingono di ignorare persone che vivono in condizioni precarie.  Oppure se guardano, lasciano fare… Vivi e lascia vivere, antico must italiano, per non fare un cazzo.  In fondo, però,  per quel personale, privo di ordini precisi,  per citare la famosa battuta di Alberto Sordi in “Tutti a casa”, è  come se  i tedeschi ogni giorno si alleassero con gli americani…  Costruirne altri,  vivibili,  chiarendo  regole e ruoli sui controlli, no?  Non ci sono fondi e i Cpa non possono - e chi dice il contrario? -   trasformarsi in prigione mascherate. Questo il mantra. 
Ci sarebbe - se ricordiamo bene -  una legge sul reato di ingresso clandestino, inutile quanto si voglia, ma largamente inapplicata: perché, così dicono, le prigioni già sono piene di  immigrati… E si rischia la madrassa carceraria...  Allora  costruitene altre? E controllate le madrasse  di Rebibbia,  Non ci sono i  fondi e neppure gli uomini. Questa  la risposta.
Come si può capire, siamo davanti a un Otto Settembre permanente. lo Stato Maggiore se non è proprio in fuga, di sicuro cincischia... Rinvia, emette fumo (il tour di Minniti), e spera in Dio e pure nella Madonna...  Va però detto che anche un governo, di duri e puri, capeggiato dal KKK leghista, con Salvini premier, non saprebbe che pesci pigliare. Vedremmo roba da Moschettieri del Duce ( "squagliatisi", un mese e mezzo prima, il 25 luglio 1943).  Anche perché le espulsioni, per diventare effettive dipendono da accordi con i paesi di provenienza degli espulsi. I quali, per riprenderseli  ( o per non  farli partire) chiedono soldi  sottobanco. Soldi difficili  da trovare anche  per  il “Gran Dragone”  Salvini… Quindi, come si dice, le chiacchiere stanno a  zero.  Delle  Forze Armate già abbiamo detto. Purtroppo.
Probabilmente, se l’economia ripartisse -  ma i dati sulla deflazione  non  sono  incoraggianti -  sarebbe più facile gestire la questione. Ci sarebbero più fondi, per qualsiasi tipo di politica, universalista o kkknista. Personalmente siamo universalisti. Perché crediamo nella sfida della modernizzazione: dell’immigrato trasformato in consumista,  bello, pasciuto e con pochi figli.     
A quel punto sarebbe uno dei nostri.  Senza però  l’Otto Settembre nel Dna…        
 Carlo Gambescia       

     

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