Dopo la rivolta nel Cpa di Cona
Immigrati, è l’Otto Settembre permanente
Gli operatori del Cpa di Cona, sequestrati o
autosequestrati, destano in noi una grande pena: fanno pensare ai
soldati italiani dell’Otto Settembre 1943. Che privi di ordini dallo Stato
Maggiore in fuga, furono "sequestrati" dai tedeschi o si
"autosequestrarono" da soli scappando a casa… Ci furono casi di
resistenza, molto belli ed eroici. Ma pochi.
Cosa vogliamo dire? Che
l’Italia, dello Stato Maggiore, non sa più che fare con gli
immigrati, profughi, clandestini, eccetera. L’unico
sport ammesso in città è scaricare tutto sull’Europa. Senza però, mettere un
tappo nel Mediterraneo. Perché non è di bon ton universalista. E poi, anche il semplice voler
mostrare i denti (pure Fido, ogni tanto ringhia...), sarebbe impossibile, mancano perfino le dentiere: le forze
armate italiane hanno la stessa potenza di fuoco di Medici Senza Frontiere. Chissà si potrebbe provare con
vigili del fuoco e il 118…
I Cpa, come recita il nome stesso, sono centri di (prima) accoglienza e non prigioni, come è giusto
che sia. Gli operatori non
sono secondini. E quindi guardano dall’altra parte, fingono di ignorare persone che vivono in
condizioni precarie. Oppure se guardano, lasciano fare… Vivi e lascia
vivere, antico must italiano, per non fare un cazzo. In fondo, però,
per quel personale, privo di ordini precisi, per citare la famosa
battuta di Alberto Sordi in “Tutti a casa”, è come se i
tedeschi ogni giorno si alleassero con gli americani… Costruirne altri,
vivibili, chiarendo regole e ruoli sui controlli, no? Non ci sono fondi e i Cpa non
possono - e chi dice il contrario? - trasformarsi in prigione mascherate. Questo il mantra.
Ci sarebbe - se ricordiamo bene - una legge sul reato di ingresso clandestino, inutile quanto si voglia, ma largamente inapplicata: perché,
così dicono, le prigioni già sono piene di immigrati…
E si rischia la madrassa
carceraria... Allora costruitene
altre? E controllate le madrasse di Rebibbia, Non ci sono i fondi e neppure gli uomini.
Questa la risposta.
Come si può capire, siamo davanti a un Otto Settembre permanente. lo Stato Maggiore se non è proprio in fuga, di sicuro cincischia... Rinvia, emette fumo (il tour di Minniti), e spera in Dio e pure nella Madonna... Va però detto che anche un governo, di duri e puri, capeggiato dal KKK leghista, con Salvini premier, non saprebbe che pesci pigliare. Vedremmo roba da Moschettieri del Duce ( "squagliatisi", un mese e mezzo prima, il 25 luglio 1943). Anche
perché le espulsioni, per diventare effettive dipendono da accordi con i paesi
di provenienza degli espulsi. I quali, per riprenderseli ( o per non farli partire) chiedono
soldi sottobanco. Soldi
difficili da trovare anche per il “Gran Dragone” Salvini… Quindi, come si dice,
le chiacchiere stanno a zero. Delle Forze Armate già abbiamo detto.
Purtroppo.
Probabilmente, se l’economia ripartisse - ma i dati sulla
deflazione non sono incoraggianti - sarebbe più facile gestire
la questione. Ci sarebbero più fondi, per qualsiasi tipo di politica,
universalista o kkknista. Personalmente siamo universalisti. Perché crediamo
nella sfida della modernizzazione: dell’immigrato trasformato in consumista, bello, pasciuto e con pochi
figli.
A quel punto sarebbe uno dei nostri. Senza però l’Otto Settembre nel Dna…
Carlo Gambescia
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