Il discorso di fine anno del Presidente
Mattarella
“Chiagni e fotti”
Nella
vita, e ancora di più in quella politica, spesso ci si ritrova a fare
compromessi, ad essere reticenti, talvolta addirittura a mentire, per evitare un male minore o conquistare un
bene maggiore. Inoltre, la vita sociale,
per essere tale, impone una buona dose di ipocrisia: ci si appropria,
simulandole, delle virtù sociali che
vanno per la maggiore. L’uomo, piaccia o meno, proprio
perché è un animale politico, sembra naturalmente portato, per guadagnarsi i favori dell’altro, all’ipocrisia. Come del resto recita l’etimo
della parola stessa, che indica il sostenere una parte (nella commedia umana).
A
tutto questo pensavamo, mentre il Presidente della Repubblica, nel suo discorso dell’ultimo dell’anno, celebrava il referendum di dicembre come un trionfo della "partecipazione democratica"… Sì,
come quella che portò Hitler al potere…
Quale
parte recita “in commedia” Mattarella? Lusinga, veramente, le plebi giacobine del posto fisso e dell’antipolitica? Oppure fa solo finta? Trattandosi di una specie, ormai molto
rara, quella del politico democristiano (un panda politico ormai in sparizione), propenderemmo per la seconda ipotesi. La
tecnica, come si dice in vernacolo napoletano, del "chiagni e fotti".
E in effetti lungo questa linea, come dire, antropologico-politica, va a
porsi la nascita del Governo Gentiloni: il cui vero (e meritorio) scopo sembra essere quello di far approvare una legge elettorale che renda inoffensivo il movimento
pentastellato. Il che spiega la giusta insistenza
di Mattarella, su una legge elettorale “omogenea”.
Pertanto
il suo chiagne la "democrazia" grillina per fotterla meglio, potrebbe far ben
sperare, se non fosse che il contesto, soprattutto politico, non è più quello dorato della Prima Repubblica. Cosa vogliamo dire? Che, una strategia (elettorale)
del genere per riuscire, dovrebbe poter contare sulla complicità delle
opposizioni. Probabilmente Mattarella, da democristiano di sinistra, ricorda, e
con gusto, le ghiotte avances (spesso però
reciproche) dei democratici cristiani verso socialisti e comunisti: dagli anni
del Centrosinistra a quelli del Compromesso storico.
Ora però, Grillo, se ci si passa l’ardito paragone storico, politicamente ancora meno duttile di Hitler, difficilmente
accetterà in futuro mediazioni su una legge elettorale, disegnata per metterlo fuori
gioco (anche perché si tratta di sopravvivenza politica). Quanto a Berlusconi, Salvini, Meloni, si può solo sperare che finalmente capiscano che Grillo
non va inseguito sul piano della retorica antipolitica, con regolamentare bava alla bocca, ma spento con una legge
elettorale ad hoc. Comprenderanno? Difficile prevedere.
Come
si può capire, il "chiagni e fotti" di Mattarella, potrebbe non
funzionare. Sicché nel 2017, qualora si
votasse, senza paracadute elettorale (anti-Grillo), la situazione politica
potrebbe diventare ancora più instabile e perciò favorevole all' avventurismo pentastellato.
Certo,
per dirla con il Mattarella, del solo “chiagne”, sarebbe un altro segno della "grande vitalità" democratica del Paese…
Carlo
Gambescia
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