Grillo vuole “una giuria
popolare per smascherare i media”
Guai a scherzare con la storia...
Ci sono dei momenti, in seguito
divenuti storici, in cui nessuno dei contemporanei si rende conto
di quel che sta realmente accadendo. E soprattutto si continua a
interpretare gli eventi, che portano al precipizio, secondo le
categorie politiche della normalità sociale, quasi con gaiezza:
tanto le cose poi andranno a posto da sole, la ragione prevarrà, eccetera,
eccetera. E invece no. Guai a scherzare con la storia. Perché poi si
vendica
Nel 1922, i fascisti marciarono su Roma:
per carità, per molti osservatori, non c'era di che preoccuparsi. I fascisti?
Liberali dalle mani lunghe. Mussolini avrebbe restaurato lo stato di
diritto. E tutto sarebbe andato posto... E invece gli italiani si
sciropparono venti anni di dittatura.
Nel 1940, dopo essersi alleato con i
nazisti, Mussolini, entrò in guerra: pochi morti, poche battaglie,
e, si diceva, tutto sarebbe tornato come prima, anzi meglio di prima.
Inutile ricordare come andò a finire. Alla guerra mondiale seguì la guerra
civile.
Nel 1968, tutti ad applaudire,
felici e contenti, le università illegalmente occupate, i professori picchiati
e insultati nel nome dell’immaginazione al potere. E invece, di lì
a breve, furono “Anni di Piombo”. Inutile ricordare la
scia di sangue lasciata dietro di sé dal terrorismo.
Due cose impressionano: 1) leggere che
Grillo vuole "una giuria popolare" (tradotto: tribunali del popolo)
per mettere sotto processo, dopo i politici, gli imprenditori, i
sindacalisti, anche i giornalisti; 2) che nessuno reagisca
politicamente, neppure gli interessati, dal momento che reazioni come evocare le querele e il qualunquismo
non sono politiche, per non parlare dei cretini politici che brindano alla "svolta garantista" del M5S...
Tutto ciò significa che stiamo entrando in una fase storica tumultuosa, come nel 1922 e nel 1968. E, cosa più grave, che nessuno capisce o vuole capire la gravità dei segnali lanciati, come dire, dal nostro tempo. Insomma, la storia si sta ripetendo. Nessuno però sembra accorgersene.
Tutto ciò significa che stiamo entrando in una fase storica tumultuosa, come nel 1922 e nel 1968. E, cosa più grave, che nessuno capisce o vuole capire la gravità dei segnali lanciati, come dire, dal nostro tempo. Insomma, la storia si sta ripetendo. Nessuno però sembra accorgersene.
Si crede, erroneamente, che a
Grillo, spalleggiato da una ferrea macchina politica e
da un elettorato ferocemente antipolitico (un mix sociologicamente esplosivo),
si possano applicare le normali categorie del discorso pubblico
liberale, quelle della mediazione e
dell’accordo. Un film già visto:
liberali mancati, compagni che sbagliano, onesti che alzano la voce...
In realtà, Grillo, come prova appunto la totalitaria,
semplicistica, ricorrente opposizione tra la sua verità
e quella di tutti gli altri (ovviamente, sempre falsa in linea di principio),
si comporta da nemico della liberal-democrazia: roba da manuale del
perfetto dittatore. E come tale andrebbe trattato.
Eppure si dovrebbe sapere che le aperture
di credito verso i portatori del virus totalitario sono pericolose: i fascisti
celebrati come eroi del
Piave, edificarono la dittatura,
gli studenti, vezzeggiati da politici e mass media nonostante gli atti di vandalismo, impugnarono la P38 non il ramoscello
d’ulivo. Quindi, attenzione, un movimento politico di invasati, capeggiato da un invasato,
anche quando predica l'onestà, resta un movimento di invasati pronto a
odiare e cancellare tutti coloro che si opporranno alla sua verità.
Un solo esempio: in questi
giorni, si parla tanto, troppo delle fake news, di come
regolamentare, eccetera, eccetera, portando così acqua al mulino di un
movimento estremista, anticostituzionale e illegale nella sua struttura
politica e organizzativa, che non cerca altro che la rissa per guadagnare voti e afferrare il potere in perfetta solitudine (*). Il M5S non vuole nessun accordo, vuole solo screditare il suo nemico
politico: il nostro sistema politico, economico e sociale di vita. Inutile
perciò evidenziare le contraddizioni mediatiche puntando sulla retorica da talk show del tipo “ Cinque stelle
pensate alle bufale vostre”. Quella è normale dialettica politica, che in un
partito-setta di invasati, che ha come riferimento un elettorato giustizialista,
l’unico risultato a cui può condurre è la riaffermazione tanto
orgogliosa quanto autarchica della propria diversità. I Cinque Stelle sono, per così dire, degli Hobbit prepotenti: chiusi nella loro valle, vogliono ignorare ma
non essere ignorati, puntando sul valore
presuntivo della propria diversità. E
più si proclamano diversi, più si rafforzano;
più si rafforzano più si isolano, perché si sentono forti, e isolandosi
divengono incapaci di governare una società aperta, perché chiusi agli
apporti del mondo esterno. Si potrebbe parlare di corto circuito
totalitario. Che nella migliore delle ipotesi conduce al disastro sociale ed
economico, nella peggiore alla dittatura politica. Le due ipotesi potrebbero anche realizzarsi
insieme.
Di conseguenza, contro il movimento pentastellato,
prima che sia troppo tardi (e qualora non si riuscisse ad
approvare una legge elettorale in grado di renderlo inoffensivo),
si dovrebbero promuovere indagini
giudiziarie a tappeto sulla sua struttura organizzativa, come preludio
all’ auspicabile scioglimento. Proprio come si deve fare con le
forze politiche eversive. Altro che normalità... Qui siamo in pieno stato d' eccezione.
Ma chi decide? Perché questo è il bello, anzi il brutto dello stato d'eccezione (che decide o designa , proprio attraverso l'assunzione della decisione, anche il soggetto politico capace di comandare in ultima istanza). Chi decide allora? Se la
magistratura sembra guardare altrove? Le forze dell’ordine
attendere ordini che non arrivano mai? Il Governo ingrigire
nella routine? E partiti e mass media far finta di
nulla? O al contrario, prestarsi al gioco di Grillo?
Non è retorica. Il momento è storico. Anche per il pericolo del terrorismo
jihadista, sottovalutato e talvolta giustificato - quando si dice il caso
- proprio dal M5S. Gli estremi insomma si toccano. E
anche questo è un brutto segnale. Inavvertito. Purtroppo.
Carlo Gambescia
(*) In argomento si legga la puntuale analisi di Claudio Cerasa: http://www.ilfoglio.it/politica/2016/12/20/news/m5s-grillo-raggi-truffa-legale-sciogliere-il-movimento-5-stelle-111812/ .
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