Arma dei Carabinieri (*)
Nucleo di Polizia
Giudiziaria di [omissis]
VERBALE DI INTERCETTAZIONE DI
CONVERSAZIONI O COMUNICAZIONI
(ex artt. 266,267 e 268 C .P.P.)
L'anno 2017, lunedì 16
gennaio, in [omissis] presso la sala
ascolto sita al 6o piano
della locale Procura della
Repubblica, viene redatto il presente atto.
VERBALIZZANTE
M.O Osvaldo
Spengler
FATTO
Nel corso
dell'attività tecnica di monitoraggio ambientale svolta nell'ambito della
procedura riservata n. 666/2, autorizzazione CONCISTORO DEGLI INCAPPUCCIATI
7932/3a [Operazione “GRANDE INQUISITORE”
N.d.V.] è stato effettuata in data
15/01/2017, ore 16,25, la registrazione delle seguenti conversazioni, tenutesi
presso il Cimitero delle Porte Sante (Firenze).
[omissis]
FINZI MATTIA: “To’! Hai visto
che c’è sepolto anche Collodi?”
SENSINI FABIO: [ride, fa il gesto del naso che si allunga]
“Uno che della politica aveva capito tutto…”
FINZI MATTIA: “Da bambino mi
piaceva assai, la Fata
Turchina …”
UN MORTO: “Scusi?”
FINZI MATTIA [a SENSINI FABIO]: “Cosa hai detto?”
SENSINI FABIO: “Eh?”
UN MORTO: “No, sono stato io.
Quaggiù a sinistra…Ecco, qua.”
FINZI MATTIA [a SENSINI FABIO]: “Hai sentito anche
tu?”
UN MORTO: “Certo che ha
sentito. Vero che ha sentito, dottor Sensini?”
SENSINI FABIO [a FINZI MATTIA]: “Ho sentito sì. [Si guarda intorno] Bravo, bello scherzo.
Adesso però basta, eh? Vieni fuori!”
UN MORTO: “Magari, ma non
posso. Sono morto.”
FINZI MATTIA [a SENSINI FABIO]: “Andiamo via, Fabio.
Andiamo via!” [lo prende per il braccio,
fa per allontanarsi]
UN MORTO: “Momento! Dottor
Finzi! Un momento, per favore!”
[FINZI e SENSINI si fermano di
colpo]
UN MORTO: “Volevo dirle una
cosa, dottor Finzi, se permette. Mi hanno delegato, sa.”
FINZI MATTIA: “Delegato?
Delegato chi?”
UN MORTO: “Gli altri.”
SENSINI FABIO: “Gli altri
chi?!”
UN MORTO: “Gli altri morti,
no? Ve l’ho detto che sono morto. [pausa]
Lo so, voi credete i morti non sentono e non parlano. Eh, lo credevo anch’io,
quando ero vivo. In effetti, noi ci sentiamo benissimo. E’ che parliamo molto
poco, tutto qui.”
FINZI MATTIA: “I morti
parlano?!”
UN MORTO: “Molto poco, come
le dicevo. Tanto voi non ci ascoltate. Ma stavolta…”
FINZI MATTIA: “…ma stavolta?”
UN MORTO: “…ma stavolta le
vorremmo dire una cosetta, se permette.”
FINZI MATTIA [pausa]: “Prego.”
UN MORTO: “Anzitutto, scusi
se non mi sono presentato, ma non mi ricordo più come mi chiamo. Dopo un po’
capita, sa. Poi le volevo dire, a nome di tutti: bravo!”
FINZI MATTIA: “Be’, grazie.
Perché bravo?”
UN MORTO: “Perché ha provato
a cambiare la
Costituzione.”
FINZI MATTIA: “Ma…scusi, sa:
ma a voi che cosa…”
UN MORTO: “…che cosa ci
interessa la Costituzione ?
Ci interessa sì. Noi si è contrari, caro dottor Finzi! Molto contrari!”
SENSINI FABIO: “Basta,
Mattia, ma siamo matti? Stiamo qui a parlare coi morti?! Andiamo via!”
FINZI MATTIA [a SENSINI FABIO]: “No, stiamo qua. [a UN MORTO] E perché siete contrari?”
UN MORTO: “Per quella cosa
dell’Italia che sarebbe una Repubblica fondata sul lavoro. Dico, e noi? Tagliati
fuori! Dimenticati! Mai esistiti! Eh? Le pare giusto?”
FINZI MATTIA: “E invece voi
cosa vorreste?”
UN MORTO: “Be’, non
pretendiamo certo che si metta in Costituzione: “l’Italia è una Repubblica
fondata sulla morte.”
FINZI MATTIA: “Ah, ecco.”
UN MORTO: “Ci rendiamo conto
dei rapporti di forza, dottor Finzi. Degli equilibri parlamentari.”
FINZI MATTIA: “E dunque?”
UN MORTO: “E dunque
proporremmo un compromesso che farebbe contenti tutti, morti e vivi.”
FINZI MATTIA: “Sarebbe?”
UN MORTO [si schiarisce la voce]: “Ahem! ‘L’Italia
è una Repubblica fondata sulla realtà.’ Nella realtà c’è la vita, ma c’è
anche la morte: così salviamo capra e cavoli, dottore. Che ne dice?”
FINZI MATTIA: “Scusi, lei è
italiano?”
UN MORTO [pausa]: “Eeehm…direi di sì…per la verità
non mi ricordo bene, ma se sono sepolto qui sarò italiano, no?”
FINZI MATTIA: “Guardi: forse
lei è stato italiano, ma adesso è un morto e basta. Sennò una bischerata
come questa non me la proponeva.”
UN MORTO: “Ma come si
permette?!”
FINZI MATTIA: “Mi permetto
questo ed altro. ‘L’Italia è una Repubblica fondata sulla realtà’. Poi si
lamenta che i vivi non vi ascoltano? L’Italia! La realtà! Caro il mio signor
Morto: l’Italia della realtà non ne ha voluto sapere mai.”
UN MORTO: “La patria di
Machiavelli! Di Gaetano Mosca! Di Vilfredo Pareto!”
FINZI MATTIA: “Di Pinocchio!
Senta dal suo collega Collodi, che sta qua a due passi. Glielo ripeto: l’Italia
della realtà non ne ha voluto sapere mai, e le dirò di più: forse, la realtà
non ne ha mai voluto sapere dell’Italia.”
UN MORTO [in tono solenne] : “A nome di tutti i
morti, ritiro il ‘bravo’ di prima. “
FINZI MATTIA: “Ecchissene,
tanto voi morti non votate. Vabbè, caro, la saluto, mi stia bene. Insomma, mi
stia lì. [a SENSINI FABIO] Dai, Fabio,
andiamo.” [FINZI MATTIA e SENSINI FABIO
si allontanano]
SENSINI FABIO: “Ma roba da
matti. La realtà! Ma come gli è venuta in mente a questi?”
FINZI MATTIA: “Qua sono
grillini anche i morti, Fabio. Fortuna che non votano.”
Letto, confermato e sottoscritto
L’UFFICIALE DI P.G.
M.o Osvaldo Spengler
(*) "Trattasi"
- tanto per non cambiare stile, quello della
Benemerita... - di ricostruzioni che sono frutto della
mia fantasia di autore e commediografo. Qualsiasi riferimento
a fatti o persone reali deve ritenersi puramente casuale.
(Roberto Buffagni)
Chi è il
Maresciallo Osvaldo Spengler? Nato a Guardiagrele (CH) il 29 maggio
1948 da famiglia di antiche origini sassoni (carbonai di Blankenburg am Harz
emigrati nelle foreste abruzzesi per sfuggire agli orrori della Guerra dei
Trent’anni), manifestò sin dall’infanzia intelletto vivace e carattere
riservato, forse un po’ rigido, chiuso, pessimista. Il padre, impiegato
postale, lo avviò agli studi ginnasiali, nella speranza che Osvaldo
conseguisse, primo della sua famiglia, la laurea di dottore in legge. Ma pur
frequentando con profitto il Liceo Classico di Chieti “Asinio Pollione”, al
conseguimento della maturità con il voto di 60/60, Osvaldo si rifiutò
recisamente di proseguire gli studi, e si arruolò invece, con delusione e
sgomento della famiglia, nell’Arma dei Carabinieri. Unica ragione da lui
addotta: “Non mi piace far chiacchiere .” (Com’è noto, il carabiniere è “uso a
obbedir tacendo”). Mise a frutto le sue doti di acuto osservatore dell’uomo in
alcune indagini rimaste celebri (una per tutte: l’arresto dell’inafferrabile
Pino Lenticchi, “il Bel Mitraglia”). Coinvolto nelle indagini su
“Tangentopoli”, perseguì con cocciutaggine una linea d’indagine personalissima
ed eterodossa che lo mise in contrasto con i magistrati inquirenti. Invitato a
chiedere il trasferimento ad altra mansione, sorprese i superiori proponendosi
per la sala ascolto della Procura di ***. Richiesto del perché, rispose
testualmente: “Almeno qui le chiacchiere le fanno gli altri.”
***
Roberto Buffagni è un autore teatrale. Il
suo ultimo lavoro, attualmente in tournée, è Sorelle d’Italia – Avanspettacolo
fondamentalista,
musiche di Alessandro Nidi, regia di Cristina Pezzoli, con Veronica Pivetti e
Isa Danieli. Come si vede anche dal titolo di questo spettacolo, ha un po’ la
fissa del Risorgimento, dell’Italia… insomma, dell’oggettistica vintage...
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