lunedì 16 gennaio 2017

Arma dei Carabinieri (*)
Nucleo di Polizia Giudiziaria di [omissis]
VERBALE DI INTERCETTAZIONE DI CONVERSAZIONI O COMUNICAZIONI
(ex artt. 266,267 e 268 C.P.P.)
L'anno 2017, lunedì 16 gennaio, in [omissis] presso la sala ascolto sita al 6o piano
della locale Procura della Repubblica, viene redatto il presente atto.
VERBALIZZANTE
M.O Osvaldo Spengler
FATTO

Nel corso dell'attività tecnica di monitoraggio ambientale svolta nell'ambito della procedura riservata n. 666/2, autorizzazione CONCISTORO DEGLI INCAPPUCCIATI 7932/3a [Operazione “GRANDE INQUISITORE” N.d.V.] è stato effettuata in data 15/01/2017, ore 16,25, la registrazione delle seguenti conversazioni, tenutesi presso il Cimitero delle Porte Sante (Firenze).
[omissis]


FINZI MATTIA: “To’! Hai visto che c’è sepolto anche Collodi?”
SENSINI FABIO: [ride, fa il gesto del naso che si allunga] “Uno che della politica aveva capito tutto…”
FINZI MATTIA: “Da bambino mi piaceva assai, la Fata Turchina…”
UN MORTO: “Scusi?”
FINZI MATTIA [a SENSINI FABIO]: “Cosa hai detto?”
SENSINI FABIO: “Eh?”
UN MORTO: “No, sono stato io. Quaggiù a sinistra…Ecco, qua.”
FINZI MATTIA [a SENSINI FABIO]: “Hai sentito anche tu?”
UN MORTO: “Certo che ha sentito. Vero che ha sentito, dottor Sensini?”
SENSINI FABIO [a FINZI MATTIA]: “Ho sentito sì. [Si guarda intorno] Bravo, bello scherzo. Adesso però basta, eh? Vieni fuori!”
UN MORTO: “Magari, ma non posso. Sono morto.”
FINZI MATTIA [a SENSINI FABIO]: “Andiamo via, Fabio. Andiamo via!” [lo prende per il braccio, fa per allontanarsi]
UN MORTO: “Momento! Dottor Finzi! Un momento, per favore!”
[FINZI e SENSINI si fermano di colpo]
UN MORTO: “Volevo dirle una cosa, dottor Finzi, se permette. Mi hanno delegato, sa.”
FINZI MATTIA: “Delegato? Delegato chi?”
UN MORTO: “Gli altri.”
SENSINI FABIO: “Gli altri chi?!”
UN MORTO: “Gli altri morti, no? Ve l’ho detto che sono morto. [pausa] Lo so, voi credete i morti non sentono e non parlano. Eh, lo credevo anch’io, quando ero vivo. In effetti, noi ci sentiamo benissimo. E’ che parliamo molto poco, tutto qui.”
FINZI MATTIA: “I morti parlano?!”
UN MORTO: “Molto poco, come le dicevo. Tanto voi non ci ascoltate. Ma stavolta…”
FINZI MATTIA: “…ma stavolta?”
UN MORTO: “…ma stavolta le vorremmo dire una cosetta, se permette.”
FINZI MATTIA [pausa]: “Prego.”
UN MORTO: “Anzitutto, scusi se non mi sono presentato, ma non mi ricordo più come mi chiamo. Dopo un po’ capita, sa. Poi le volevo dire, a nome di tutti: bravo!”
FINZI MATTIA: “Be’, grazie. Perché bravo?”
UN MORTO: “Perché ha provato a cambiare la Costituzione.”
FINZI MATTIA: “Ma…scusi, sa: ma a voi che cosa…”
UN MORTO: “…che cosa ci interessa la Costituzione? Ci interessa sì. Noi si è contrari, caro dottor Finzi! Molto contrari!”
SENSINI FABIO: “Basta, Mattia, ma siamo matti? Stiamo qui a parlare coi morti?! Andiamo via!”
FINZI MATTIA [a SENSINI FABIO]: “No, stiamo qua. [a UN MORTO] E perché siete contrari?”
UN MORTO: “Per quella cosa dell’Italia che sarebbe una Repubblica fondata sul lavoro. Dico, e noi? Tagliati fuori! Dimenticati! Mai esistiti! Eh? Le pare giusto?”
FINZI MATTIA: “E invece voi cosa vorreste?”
UN MORTO: “Be’, non pretendiamo certo che si metta in Costituzione: “l’Italia è una Repubblica fondata sulla morte.”
FINZI MATTIA: “Ah, ecco.”
UN MORTO: “Ci rendiamo conto dei rapporti di forza, dottor Finzi. Degli equilibri parlamentari.”
FINZI MATTIA: “E dunque?”
UN MORTO: “E dunque proporremmo un compromesso che farebbe contenti tutti, morti e vivi.”
FINZI MATTIA: “Sarebbe?”
UN MORTO [si schiarisce la voce]: “Ahem! ‘L’Italia è una Repubblica fondata sulla realtà.’ Nella realtà c’è la vita, ma c’è anche la morte: così salviamo capra e cavoli, dottore. Che ne dice?”
FINZI MATTIA: “Scusi, lei è italiano?”
UN MORTO [pausa]: “Eeehm…direi di sì…per la verità non mi ricordo bene, ma se sono sepolto qui sarò italiano, no?”
FINZI MATTIA: “Guardi: forse lei è stato italiano, ma adesso è un morto e basta. Sennò una bischerata come questa non me la proponeva.”
UN MORTO: “Ma come si permette?!”
FINZI MATTIA: “Mi permetto questo ed altro. ‘L’Italia è una Repubblica fondata sulla realtà’. Poi si lamenta che i vivi non vi ascoltano? L’Italia! La realtà! Caro il mio signor Morto: l’Italia della realtà non ne ha voluto sapere mai.”
UN MORTO: “La patria di Machiavelli! Di Gaetano Mosca! Di Vilfredo Pareto!”
FINZI MATTIA: “Di Pinocchio! Senta dal suo collega Collodi, che sta qua a due passi. Glielo ripeto: l’Italia della realtà non ne ha voluto sapere mai, e le dirò di più: forse, la realtà non ne ha mai voluto sapere dell’Italia.”
UN MORTO [in tono solenne] : “A nome di tutti i morti, ritiro il ‘bravo’ di prima. “
FINZI MATTIA: “Ecchissene, tanto voi morti non votate. Vabbè, caro, la saluto, mi stia bene. Insomma, mi stia lì. [a SENSINI FABIO] Dai, Fabio, andiamo.” [FINZI MATTIA e SENSINI FABIO si allontanano]
SENSINI FABIO: “Ma roba da matti. La realtà! Ma come gli è venuta in mente a questi?”
FINZI MATTIA: “Qua sono grillini anche i morti, Fabio. Fortuna che non votano.”


 Letto, confermato e sottoscritto
L’UFFICIALE DI P.G.

M.Osvaldo Spengler


(*) "Trattasi" -   tanto per non cambiare stile,  quello  della  Benemerita...  -   di ricostruzioni che sono  frutto della mia  fantasia di  autore e commediografo.  Qualsiasi riferimento  a fatti o persone  reali  deve ritenersi puramente casuale. (Roberto Buffagni)


Chi è il  Maresciallo Osvaldo Spengler?  Nato a Guardiagrele (CH) il 29 maggio 1948 da famiglia di antiche origini sassoni (carbonai di Blankenburg am Harz emigrati nelle foreste abruzzesi per sfuggire agli orrori della Guerra dei Trent’anni), manifestò sin dall’infanzia intelletto vivace e carattere riservato, forse un po’ rigido, chiuso, pessimista. Il padre, impiegato postale, lo avviò agli studi ginnasiali, nella speranza che Osvaldo conseguisse, primo della sua famiglia, la laurea di dottore in legge. Ma pur frequentando con profitto il Liceo Classico di Chieti “Asinio Pollione”, al conseguimento della maturità con il voto di 60/60, Osvaldo si rifiutò recisamente di proseguire gli studi, e si arruolò invece, con delusione e sgomento della famiglia, nell’Arma dei Carabinieri. Unica ragione da lui addotta: “Non mi piace far chiacchiere .” (Com’è noto, il carabiniere è “uso a obbedir tacendo”). Mise a frutto le sue doti di acuto osservatore dell’uomo in alcune indagini rimaste celebri (una per tutte: l’arresto dell’inafferrabile Pino Lenticchi, “il Bel Mitraglia”). Coinvolto nelle indagini su “Tangentopoli”, perseguì con cocciutaggine una linea d’indagine personalissima ed eterodossa che lo mise in contrasto con i magistrati inquirenti. Invitato a chiedere il trasferimento ad altra mansione, sorprese i superiori proponendosi per la sala ascolto della Procura di ***. Richiesto del perché, rispose testualmente: “Almeno qui le chiacchiere le fanno gli altri.”
***

Roberto Buffagni è un autore teatrale. Il suo ultimo lavoro, attualmente in tournée, è Sorelle d’Italia – Avanspettacolo fondamentalista, musiche di Alessandro Nidi, regia di Cristina Pezzoli, con Veronica Pivetti e Isa Danieli. Come si vede anche dal titolo di questo spettacolo, ha un po’ la fissa del Risorgimento, dell’Italia… insomma, dell’oggettistica vintage...


Nessun commento:

Posta un commento