Di nuovo in libreria L'uomo contro lo Stato
Il ritorno
di Herbert Spencer
di Teodoro
Klitsche de la Grange
http://www.liberilibri.it/herbert-spencer/246-luomo-contro-lo-stato.html |
Herbert Spencer, L’uomo
contro lo Stato, a cura di Alberto Mingardi, Liberilibri, Macerata 2016, pp.
295, Euro 20,00.
***
Herbert Spencer, dopo essere stato considerato, “il massimo
filosofo moderno” (come scrive Mingardi nella accurata introduzione) ed aver
influenzato anche campi del pensiero non contigui alla filosofia ed alla
scienza (ma fu anche un sociologo acuto), come quello giuridico, cadde nel
dimenticatoio. Ciò non è solo frutto dell’avvicendamento delle “mode”
nell’opinione, anche culturalmente attenta; ma piuttosto del declino del
positivismo e dell’affermarsi delle nuove filosofie del XX secolo, in genere
connotate da un deciso antipositivismo: attualismo, vitalismo, marxismo.
Tuttavia all’epoca a lui contemporanea anche il giovane V.E. Orlando dedicava
uno dei suoi più interessanti saggi giovanili al pensiero
politico-istituzionale del filosofo inglese traendone spunti di grande
interesse, tuttora attuali.
E all’uopo è utile ricordare questo libro, le
considerazioni di Spencer che avrebbero – sviluppate anche in altre opere –
influenzato il giurista siciliano. Scrive Spencer nello scritto giovanile The
Proper sphere of Government, pubblicato nel libro assieme a The man versus the State: “Ogni
cosa in natura ha le sue leggi. La materia inorganica ha le sue proprietà
dinamiche, le sue affinità chimiche; la materia organica, più complessa, più
facilmente deperibile, ha anch’essa dei principi che la governano … L’uomo, in
quanto essere animato, ha delle funzioni da svolgere e degli organi che le compiono;
egli ha degli istinti cui obbedire e i mezzi per obbedire … Ciò che vale per
l’uomo individualmente, vale per la società. Non diversamente dal singolo uomo,
la società ha senz’altro dei principi che la governano … Tutt’intorno a noi non
vediamo nulla che non sia soggetto alle regole immutabili dell’Onnipotente:
perché mai la società dovrebbe fare eccezione? Osserviamo inoltre che essere
dotati di libero arbitrio rimangono sani e felici, fintanto che agiscono in
accordo con tali regole; e perché non dovrebbe essere vero per l’uomo nella sua
organizzazione sociale? Una volta chiarito questo punto, ne consegue che il
benessere di una comunità dipende da una profonda conoscenza dei principi
sociali e dall’obbedienza più assoluta ad essi”.
Herbert Spencer (1820-1903) |
Quindi la capacità umana di modellare reggimenti politici è
limitata dalla conformità o meno di questi alle leggi, non solo fisiche, ma
anche sociologiche, e del pari, l’articolarsi delle forme politiche in più
organi – variamente composti, è “una struttura primitiva, la più elementare
forma di governo, presente in società umane le più lontane e disparate”, frutto
quindi di leggi e di esigenze fattuali (sosteneva Orlando). Come scrive
Mingardi nell’introduzione “Un’idea politica e al pari di essa, un insieme di
istituzioni non è l’esito di un progetto razionale: il singolo non decide di essere questo o quello. Per
Spencer, gli individui sono più o meno adatti a un certo modo di regolare gli
affari pubblici a seconda di fattori esogeni rispetto a quello spesso modo di
regolare gli affari pubblici. Siccome i caratteri delle unità determinano il
carattere dell’aggregato, «le istituzioni politiche non si possono
efficacemente modificare prima che vengano modificati i caratteri dei
cittadini». Questo non significa che le idee politiche diffuse siano solo
una “sovrastruttura” dell’assetto ad esse soggiacente: semmai, anzi, «tutte le
istituzioni (sono) il prodotto del carattere di una nazione». Lo Stato esiste
“Non per regolamentare il commercio; non per insegnare la religione; non per
gestire la carità; non per costruire strade e strade ferrate; ma semplicemente
per difendere i diritti
naturali dell’uomo; per proteggere la
persona e la proprietà, per prevenire le aggressioni del forte ai danni del
debole. In breve, per amministrare la giustizia”. Ed è questa, cioè la
protezione (concreta, non solo astratta) data ai cittadini, ai loro diritti
fondamentali e quindi alla concreta possibilità di vivere (e ben vivere) la
ragione dell’esistenza dello Stato (e di ogni altra sintesi politica). Le
stesse esigenze sociali sono, in parte, mutevoli “La stessa natura astratta
umana non è astratta, rigida e statica ma cangiante, e pertanto «non permette
di fissare una volta per tutte, un “modello universale di felicità”». Le nostre
imperfette istituzioni sulla giustizia debbono essere messe a confronto con ciò
che possiamo dedurre dalle leggi naturali che governano l’evoluzione. Per
questa ragione la dottrina etica di Spencer è bipartita: divisa fra un etica
“relativa” e una etica “assoluta”. Già in Social
Statics Spencer ritiene che
«l’adeguatezza delle istituzioni dipende dalla natura dei cittadini». Con buona
pace di quelli che ritengono la Costituzione italiana attuale “la più bella del
mondo” e quindi immutabile, immodificabile, eterna come le tavole consegnate a
Mosè da Dio sul monte Sinai. La conseguenza è che, come riteneva Orlando, nel
concordare con le tesi di Spencer: “Bisogna che l’uomo rinunzi una buona volta
a certe illusioni sulla onnipotenza della sua volontà. Le leggi sociali come le
leggi fisiche, hanno una forza tutta propria, sono un portato affatto naturale
cui la volontà umana non può che conformarsi. Elles
ne se font pas, elles poussent”. Per cui tante costituzioni meno “belle”
sono durevoli ed altre, esteticamente più attraenti, effimere o zoppe “Egli è
perciò che tante costituzioni con grande sforzo d’intelletto e di ragionamenti
messi insieme non hanno avuto che la vita di un giorno … ed al contrario altre
costituzioni che alla più elementare critica non reggono, hanno potuto far
grande un popolo”.
La suggestiva copertina di una riedizione spagnola del 1930 (Bauzá, Barcellona) |
L’evoluzione è vista da Spencer “come processo di differenziazione (ovvero crescente specializzazione
delle funzioni) e integrazione (cioè crescente mutua
interdipendenza delle parti sempre più differenziatesi)”; “La legge del progresso
organico è per Spencer “la legge di qualsiasi progresso” spiega l’evoluzione
di tutte le cose, non solo nelle scienze naturali ma anche nelle scienze
sociali”. Considerazioni che hanno rilievo sociologico ed istituzionale
evidente.
Malgrado l’interesse verso il pensiero di Spencer,
manifestato anche dal titolo dell’opera, sia per il carattere liberal-liberista
delle concezioni del filosofo inglese, ne suscita almeno altrettanto l’altro
profilo, così apprezzato da V. E. Orlando, del rapporto tra situazioni e
determinanti fattuali e forma politica. Che i liberali non
hanno mai trascurato, né il liberalismo, ed in specie il costituzionalismo
liberale, ha mai ritenuto che l’uomo fosse un essere perfetto, e neanche
granché perfettibile, in grado di realizzare istituzioni perfette e perfino di
farne a meno. Perché se così fosse, non sarebbero necessari né Stato, né
potere, né controlli sullo Stato o sul potere (come postulano i principi dello
Stato borghese), e neppure mutamenti istituzionali.
Mentre dopo il crollo del comunismo, cioè l’ideologia
fondata sulla possibilità (anzi sulla sicurezza e la necessità) di modificare e perfezionare la natura umana, il pensiero
utopistico, al quale ben si adatta il giudizio di Mosca d’essere furberia da
ipocriti o sogno degli sciocchi, si ripresenta - depotenziato - sotto le
ideologie della tecnica, della morale, del diritto. Tutte fondate sulla
possibilità di radicali modificazioni del mondo reale e sul non tenere conto
della situazione concreta, delle regolarità del politico, né delle costanti
sociologiche. E destinate a durare poco, ma finché durano a fare danni enormi.
Teodoro Klitsche de la Grange
Teodoro Klitsche de la Grange è avvocato, giurista, direttore del trimestrale di cultura
politica“Behemoth" (http://www.behemoth.it/ ). Tra i suoi libri: Lo
specchio infranto (1998), Il salto di Rodi (1999), Il
Doppio Stato (2001), L'apologia della cattiveria (2003),
L'inferno dell'intellettuale (2007), Dove va lo Stato? (2009), Funzionarismo (2013).
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