Tra squilli di tromba e rulli
tamburo oggi si celebra il venticinquennale della caduta del Muro di Berlino
Che il mondo stesse meglio
quando stava
peggio?
La caduta del Muro di Berlino non rappresenta né potrà mai
rappresentare la fine di
qualsiasi tipo di “muro”, sia simbolico che reale. La politica ha le sue leggi o
costanti, in primis quella del conflitto
amico-nemico, conflitto che
inevitabilmente implica l’edificazione di strutture offensive e/difensive.
Quindi a buon intenditor…
Però la “caduta”, questo sì, qualcosa ha pur significato: in
particolare, la fine di quell’odioso modello sociopolitico rappresentato dal
cosiddetto socialismo reale, naturalmente tuttora respinto, quale sbiadita
copia di un originale mai esistito, dai
nostalgici seguaci del “vero” comunismo, sempre pronti a rilanciare (ma questa
è un’altra storia…).
Naturalmente, la dissoluzione dell’Unione Sovietica, di cui la
“caduta del Muro” resta la rappresentazione simbolica più
efficace, ha provocato alcuni mutamenti geopolitici, oggi, purtroppo, sotto
gli occhi di tutti, due in
particolare: la riunificazione tedesca (da sempre una sciagura per l'Europa) e l’indebolimento oggettivo della Russia post-sovietica, nonostante le arie da nobildonna decaduta, (un mix di grandeur e scarsità di risorse militari e sociali che, sul piano interno ed esterno, non promette nulla di buono, come nel 1914).
Sicché, alcuni rimpiangono, forse non a torto, gli anni della “Guerra Fredda” dove il nemico era ben visibile come
del resto l’amico, perché il mondo era
diviso in blocchi forti e distinti, dove perfino i cosiddetti non allineati, nonostante la
fantasiosa retorica ad uso interno, non potevamo non schierarsi quando uno dei
due macro-contendenti si faceva più minaccioso. Oggi invece, il quadro geopolitico è più confuso, imprevedibile, pericoloso. Il che significa - altra costante - che la pace armata resta sempre
preferibile alla pace disarmata che piace tanto ai pacifisti.
Che il mondo stesse meglio, quando stava peggio?
Carlo Gambescia
Nessun commento:
Posta un commento