martedì 25 novembre 2014

Regionali, la “vittoria” leghista
La crisi del centrodestra continua. O no?  




Non c’è che dire, se anche le regionali di aprile confermeranno l’avanzata della Lega e  il declino di Forza Italia, la leadership del centrodestra non potrà non cambiare di mano. Insomma, sembra che stia per arrivare l’ora di Salvini, il ruspante leader leghista, che sta rivelandosi  un discreto  politico (forse  più bravo  di Bossi). Infatti, per ora,  sembra funzionare  l’idea di   proporsi di  occupare  lo spazio lasciato a destra dalla crisi di Forza Italia e dal dissolvimento delle forze minori.  Naturalmente,  una politica di ricomposizione  del centrodestra, e vincente sul piano elettorale,  richiede pazienza, astuzia e una  forte  diluizione delle passate istanze autonomiste (se non indipendentiste).  Ma non solo.  
Infatti, resta il buco nero della politica economica.  Per il momento il leader leghista, pur di guadagnare consensi, insiste sull’incongruo mix meno tasse/più spesa pubblica. Il che non promette nulla di buono. Oggi sulla "Padania" si parla addirittura di introdurre il principio della piena occupazione nella Costituzione italiana... Aberrazioni antieconomiche e  populiste. 
Rimane infine  una questione fondamentale:  l’antieuropeismo leghista  sembra essere collegato più che a questioni economiche al tema della lotta all’immigrazione (clandestina e non, anche se non lo si ammette apertamente):  vero cavallo di battaglia della Lega.  Una scelta  però,   che soprattutto per  i toni zotici spesso raggiunti,  ricorda più l’atteggiamento sguaiato di  una  lunatic fringe  sciovinista   che quello  di una seria  forza politica rappresentata in Parlamento. Il che può essere un problema, quando ci si propone di governare una nazione.
Riassumendo, un leader abbastanza abile, un programma economico contraddittorio, un atteggiamento incivile verso l'immigrazione.  La crisi del centrodestra continua. O no? 

Carlo Gambescia               

Nessun commento:

Posta un commento