Il procuratore capo di Roma ha ricevuto la
famiglia Cucchi
Incontri pericolosi
Comprendiamo
umanamente il comportamento di Ilaria Cucchi.
E le siamo
vicini, perché condividiamo sul piano soggettivo i suoi stessi dubbi se non addirittura
alcune certezze. Però, al tempo
stesso, non possiamo non definire irrituale ( a dir poco) il comportamento
del Procuratore Capo di Roma, dottor Giuseppe Pignatone, che ha ricevuto la famiglia di Stefano Cucchi. Quale senso attribuire all’incontro? Uno solo. Quello del “gesto riparatore", perché altri giudici avrebbero assolto quando invece si “doveva” condannare… E secondo quale
dettato? Per dirla elegantemente, quello della pubblica opinione. Sicché avrebbe vinto la pressione sociale. Un
fattore extragiuridico: sociologico. E non importa, come dire, la sua caratura. E per quale ragione? Perché tra pubblica opinione e piazza c’è una differenza
di grado non di specie... Insomma, il risultato della pressione esercitata su un giudice non cambia in base alla qualità della medesima, perché a farne le spese è sempre l'autonomia, o se si preferisce indipendenza, del magistrato, definito "colpevole" (lui, il giudice...), come talvolta si legge, per aver emesso una sentenza "impopolare"... Inoltre, si va a minare, punto come vedremo fondamentale, il sistema di norme oggettive ( e quindi di eguaglianza davanti alla legge) a garanzia delle parti. Ad esempio, quanti soccombenti in giudizio vengono ricevuti dal Procuratore Capo di Roma?
Una precisazione: non abbiamo la presunzione, come tanti, di asserire la nostra conoscenza degli atti processuali, che si è limitata alla lettura dei resoconti apparsi sui giornali. Come accennavamo, a pelle, crediamo che Cucchi sia stato pestato, poi trascurato colpevolmente dai medici. Ma si tratta di una nostra sensazione fondata sul pre-giudizio nei riguardi di un ambiente, spesso segnato da abusi di potere, violenze e indifferenza: se A, allora B… Tutto qui.
Una precisazione: non abbiamo la presunzione, come tanti, di asserire la nostra conoscenza degli atti processuali, che si è limitata alla lettura dei resoconti apparsi sui giornali. Come accennavamo, a pelle, crediamo che Cucchi sia stato pestato, poi trascurato colpevolmente dai medici. Ma si tratta di una nostra sensazione fondata sul pre-giudizio nei riguardi di un ambiente, spesso segnato da abusi di potere, violenze e indifferenza: se A, allora B… Tutto qui.
Per condannare servono però
prove e non concatenazioni logiche, morali e sociologiche, per quanto ben
formulate. Evidentemente, i giudici della corte d'appello, a differenza di altri
colleghi coinvolti in processi altrettanto importanti, ma il cui esito risultava "condiviso" dalla pubblica opinione e spesso da piazze sobillate ad hoc, hanno
ritenuto non sufficienti le prove contenute e raccolte negli
atti processuali. Il che, seppure sgradevole dal punto di vista
delle convinzioni soggettive, è confortante
sotto l’aspetto oggettivo: del diritto moderno, fondato,
anche proceduralmente, su principi generali di legalità cui il giudice deve attenersi. Certo, un fattore di soggettività legato ai
criteri di valutazione delle prove, persiste sempre, anche nel
giudice. Se ci si passa l'espressione, nessuno è perfetto...
Tuttavia è bene ricordare che se è vero che il garantismo vieta il
pestaggio dei detenuti in attesa di giudizio è altrettanto vero che impone al
giudice, nell’incertezza o scarsezza delle prove, di preferire, in
virtù dello stesso principio generale, all’ innocente in carcere, il
colpevole in libertà. Ovviamente, una volta emessa la
sentenza, i giudici, come sta accadendo nel processo
Cucchi, potranno comunque essere ritenuti giusti o ingiusti in
base alle soggettive divisioni socio-morali provocate dalle loro decisioni…
Però, anche per questo motivo, esistono nel
moderno diritto processuale più gradi di giudizio. Tre
possibilità come in Italia, di riformare le sentenze.
Insomma, la giustizia deve fare il suo
corso. Senza subire pressioni di alcun genere. E proprio per quest’ultima ragione, squisitamente giuridico-legale, il
Procuratore di Roma non avrebbe dovuto incontrare la famiglia Cucchi.
Carlo Gambescia
"Perché tra pubblica opinione e piazza c’è una differenza di grado non di specie..."
RispondiEliminaPerfetto, i miei complimenti, a volte per cercare "giustizia" si rischiano torti.
buona giornata
Come sempre, caro Carlo (Pompei), hai colto il succo :-)
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