Statalismo, tributi e dissonanza cognitiva
Troppe tasse ?
La colpa è (anche) del cittadino complice...
Troppe tasse ?
La colpa è (anche) del cittadino complice...
Nella ghiotta intervista concessa al “Foglio” Pascal Salin, di cui segnaliamo il libro in
uscita, Liberiamoci!
(Liberilibri), ha sottolineato una
questione molto interessante (*).
«Sia Marine Le Pen
sia alcune frange del Partito socialista accusano François Hollande di essere
un ultralibéral. Avete capito bene, parlano in realtà di un presidente che non
ha fatto altro che allargare la presenza dello stato nella società francese.
Ormai la divisione non è tra destra e sinistra, ma tra socialisti di destra e
socialisti di sinistra […] L’idea è che esiste sempre un problema di domanda e
che deve essere lo stato a stimolarla».
Più
efficacemente, parleremmo di una divisione tra statalisti di destra e di
sinistra… Per dirla all'ingrosso, sono gli stessi
politici, di estrazione cattolica e socialista, che controllano l’Unione
Europea. E la famigerata “gente”, così invocata nei dibattiti televisivi, che
cosa fa? Come reagisce? Ecco la risposta di Salin:
«Dove la
presenza dello stato è forte, le persone sono abituate a chiedere interventi
pubblici per risolvere i problemi. Si entra in un circolo vizioso, si chiede
allo stato di rimediare ai disagi che crea».
Perfetto.
Ora però, approfondiamo meglio il punto.
Lo stato,
sempre più affamato di risorse per gestire il consenso, evita di acuire, per usare una terminologia mutuata dalla
psicologia sociale, qualsiasi forma di dissonanza cognitiva. Che pur dovrebbe
affiorare nel cittadino quando per un verso
mostra di disprezzare il ruolo dello stato esattore e
per l’altro di voler continuare, e in misura crescente, a fruire delle prestazioni dello stato assistenziale.
Dissonanza, ci spieghiamo meglio, nel
senso di dover avvertire la
contraddizione tra il pensare (“Abbasso lo stato esattore!) e l’agire (fruire
dei servizi) sociali.
Insomma, ci si guarda bene a livello politico di ricordare che in una “natura” sociale, segnata da risorse limitate, pagare poche tasse e godere di tanti, troppi servizi è praticamente impossibile. Gli "ordini" per così dire sono lenire, sopire e nel caso troncare. Sicché, lo stato, pur di continuare a moltiplicare tasse e imposte - ne andrebbe della sua stessa sopravvivenza come gruppo sociale - quando non bastano le buone, ricorre alle cattive, ossia al meccanismo del capro espiatorio: di volta in volta, l’ “evasore”, il “burocrate, il “corrotto, la “mela marcia” eccetera.
Insomma, ci si guarda bene a livello politico di ricordare che in una “natura” sociale, segnata da risorse limitate, pagare poche tasse e godere di tanti, troppi servizi è praticamente impossibile. Gli "ordini" per così dire sono lenire, sopire e nel caso troncare. Sicché, lo stato, pur di continuare a moltiplicare tasse e imposte - ne andrebbe della sua stessa sopravvivenza come gruppo sociale - quando non bastano le buone, ricorre alle cattive, ossia al meccanismo del capro espiatorio: di volta in volta, l’ “evasore”, il “burocrate, il “corrotto, la “mela marcia” eccetera.
E
così si va avanti. Complici i cittadini. Fino a quando?
Carlo Gambescia
Nessun commento:
Posta un commento