Le clarisse, il Papa e la Littizzetto
Madri, perché non porgere l’altra guancia?
Tutti, o quasi, abbiamo visto il
surreale intermezzo delle suore di clausura napoletane, festanti, forse troppo, intorno al Santo Padre.
Scontata perciò la facile battuta della Littizzetto: "Non
si capisce perché erano tutte attorno al papa, se perché non hanno mai visto un
Papa o perché non hanno mai visto un uomo". Purtroppo, sulle suore, nell’immaginario non
solo anticlericale, ma della gente comune, aleggia tuttora una “leggenda nera” In realtà - e non è necessario scomodare la sociologia - chiunque
abbia frequentato le suore non
può non apprezzarne il candore e la spontaneità, talvolta irrefrenabile, infantile
(nel senso buono del termine), surreale, soprattutto in “libera
uscita”: bambine gioiose, capaci però, come attesta la "martirologia", anche contemporanea,
del supremo sacrificio.
Meno scontata o forse no
(considerato lo stato confusionale in cui versa la Chiesa Cattolica ) la replica della clarisse, ovviamente attraverso il Social Network: “Ci
dispiace che la sig. Littizzetto, che abbiamo apprezzato in altre occasioni,
abbia pensato che le ’represse monache di clausura stessero aspettando il Papa
per abbracciare un uomo... probabilmente per fare questo avremmo scelto un
altro luogo e ben altri uomini... se avessimo voluto... Non
sarebbe forse il caso, cara Luciana, di aggiornare il tuo manzoniano
immaginario delle monache di vita contemplativa?????".
Che bisogno c’era? Perché non
scegliere il silenzio? La Littizzetto , con quelle battute vive, anche bene.
E per giunta, rispetto ai buffoni di
corte di un tempo non rischia niente. Anzi.
Un comico resta un comico,
come una suora di clausura rimane ( o dovrebbe rimanere) sempre tale. Tra le due figure, al di là della carità
cristiana, non può esserci ponte. E poi, perché rispondere, come dire, “da
sinistra”? “Probabilmente per fare
questo avremmo scelto un altro luogo e ben altri uomini... se avessimo voluto
“… Tentando, come studentelle presuntuose, di superare il professore. O detto altrimenti: di essere più realiste del re, anzi della Regina. Dei buffoni di oggi, i comici televisivi.
E così,
addio silenzio, candore, eccetera, eccetera. Mentre
sarebbe bastato, semplicemente, porgere
l’altra guancia…
Carlo Gambescia
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