Il fascio-leghismo
“ ’Na vera schifezza”
Se si vuole ragionare di Salvini, vanno affrontate tre questioni: la prima, quella di un’operazione
che si propone di occupare, elettoralmente, lo spazio politico lasciato vuoto dal tracollo
del centrodestra; la seconda, quella della
possibilità di riuscita del progetto;
la terza, quella della possibile
influenza delle culture rappresentate
nel centrodestra (cattolica, liberale, socialista riformista, post-fascista) sul programma politico di
quello, che anticipando la nostra risposta negativa, si può definire “fascio-leghismo”. Ma
procediamo per gradi.
L’operazione politica è più che
lecita, c’è uno spazio vuoto, e lo si deve occupare in chiave maggioritaria
(quindi di centro e di destra), altrimenti se lo prendono gli altri. Renzi in
testa.
Sulla possibilità di riuscita
dell’operazione, nutriamo invece forti dubbi: il fascio-leghismo di Salvini può attrarre
elettori al Nord, ma non al Centro-Sud dove può contare sulle esigue forze,
anche organizzativamente parlando, di FdI e CasaPound. Quindi l’alleanza nasce pesantemente
condizionata dal forte insediamento settentrionale della Lega, nonché con le carte in regola, sul piano culturale (come vedremo), per far scappare i moderati. Il che preclude
qualsiasi quorum (maggioritario) oltre il trenta per cento…
Anche perché, persino inutile sottolinearlo, con il venti/ventidue
nazionale (includendo i fratelli coltelli di estrema destra e ammesso
che i sondaggi siano attendibili) non si va da nessuna parte.
Sulla questione culturale (e di riflesso programmatica), il fascio-leghismo, così
razzista, oscurantista, anti-europeo e
ostile al libero mercato, proprio per
Dna, non può rappresentare alcuna cultura cattolica, liberale, socialdemocratica (il che spiega la più che sicura fuga dei moderati). E neppure può rappresentare la cultura post-fascista dalle inclinazioni conservatrici ma democratiche
(poca roba in verità). Ciò spiega a sufficienza la sintonia con i rottami culturali del neofascismo che inneggiano a Mussolini (cosa scontata), e per fare un nome tra i più degni: Berto Ricci, bella persona per carità, morta in guerra, ma nulla più di un
fascista coerente. Quanto alla cultura della Lega, vedere in rubrica alla voce Front National (senza il National però…), in alternativa,
Ku
Klux Klan… Comunque sia, risultato:
per dirla con il grande Totò (conservatore
illuminato, tra l’altro), “ ‘na vera schifezza”…
Su queste basi, se, contraddicendo le nostre previsioni, un’ alleanza fascio-leghista dovesse vincere, sarebbe una sciagura per l’Italia…
Carlo Gambescia
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