lunedì 2 marzo 2015

Il fascio-leghismo
“ ’Na vera schifezza”




Se si vuole  ragionare di  Salvini,  vanno  affrontate  tre questioni: la prima, quella di un’operazione che si propone di occupare, elettoralmente,  lo spazio politico lasciato vuoto dal tracollo del centrodestra; la seconda, quella  della possibilità di  riuscita del  progetto; la terza, quella  della possibile influenza delle  culture rappresentate nel centrodestra (cattolica, liberale, socialista riformista, post-fascista) sul programma politico di quello, che anticipando la nostra risposta negativa,  si può definire “fascio-leghismo”. Ma procediamo per gradi.
L’operazione politica è più che lecita, c’è uno spazio vuoto, e lo si deve occupare in chiave maggioritaria (quindi di centro e di destra),  altrimenti se lo prendono gli altri.  Renzi in testa.
Sulla possibilità di riuscita dell’operazione, nutriamo invece forti dubbi:  il fascio-leghismo di Salvini può attrarre elettori al Nord, ma non al Centro-Sud dove può contare sulle esigue forze, anche organizzativamente parlando,   di FdI e CasaPound.   Quindi l’alleanza nasce pesantemente condizionata dal forte insediamento settentrionale della Lega, nonché  con le carte in regola, sul piano culturale (come vedremo),  per far scappare i moderati.  Il che preclude qualsiasi quorum (maggioritario) oltre il trenta per cento…  Anche  perché,  persino inutile sottolinearlo,  con il  venti/ventidue nazionale (includendo i fratelli coltelli di estrema destra  e  ammesso che i sondaggi siano attendibili)  non si va da nessuna parte. 
Sulla  questione culturale (e di riflesso programmatica), il fascio-leghismo, così razzista, oscurantista,  anti-europeo e ostile al libero mercato,  proprio per Dna,  non può rappresentare  alcuna cultura cattolica, liberale, socialdemocratica (il che spiega la più che sicura fuga dei moderati). E neppure può rappresentare la cultura  post-fascista dalle inclinazioni conservatrici ma democratiche (poca roba in verità).  Ciò  spiega a sufficienza la sintonia con i rottami culturali  del neofascismo  che  inneggiano a  Mussolini (cosa scontata),  e  per fare  un nome tra i più degni: Berto Ricci,  bella persona per carità,  morta in guerra,  ma nulla più di un fascista coerente. Quanto alla cultura della Lega,  vedere in rubrica alla voce  Front National (senza il National però…), in alternativa, Ku Klux Klan… Comunque sia,  risultato:  per dirla con il  grande Totò (conservatore illuminato, tra l’altro), “ ‘na vera  schifezza”…
Su queste basi, se,  contraddicendo  le nostre previsioni,  un’ alleanza fascio-leghista dovesse vincere, sarebbe una sciagura per l’Italia…

Carlo Gambescia                    

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