lunedì 30 marzo 2015

Le intercettazioni 2
 Arma dei Carabinieri (*)
Nucleo di Polizia Giudiziaria di [omissis]
VERBALE DI INTERCETTAZIONE DI CONVERSAZIONI O COMUNICAZIONI
(ex artt. 266,267 e 268 C.P.P.)
L'anno 2015, addì 22 del mese di gennaio, in [omissis] presso la sala ascolto sita al 6o piano
della locale Procura della Repubblica, viene redatto il presente atto.
VERBALIZZANTE
M.O Osvaldo Spengler
FATTO
Nel corso dell'attività tecnica di indagine svolta nell'ambito del p.p. n. 19195105 R.G.N.R. -R.R.I.T. nr. 272107, [Operazione “PANNA PULITA”, N.d.V.] è stata intercettata, in data 20/01/2015 ore 18.09.36, una telefonata intercorsa dall'utenza n. 335*** in uso a SPINACCI LEONIDA [noto come “Il Re della Panna Montata”, N.d.V.] , in atti del procedimento generalizzato, sull'utenza n. 334*** in uso a CIPOLLINI GIOVANNI [Presidente di Corte d’Appello presso il Tribunale di omissis, ”, N.d.V.], contraddistinta dal progressivo nr. 74.
Si riporta di seguito la trascrizione integrale della conversazione su menzionata:

[omissis]

SPINACCI: “Tu dirai che sono un coglione.”
CIPOLLINI: “Ma dai, Leo…”
SPINACCI: “Eppure guarda, Giovanni, non me ne frega niente. Niente, zero, meno di zero.”
CIPOLLINI: “Da quanto ci conosciamo? Eh? Lo sai che a me puoi dire tutto.”
SPINACCI: “Non c’è un cazzo da fare, ‘sta ragazza mi ha preso, cosa vuoi che ti dica.”
CIPOLLINI: “Che ragazza?”
SPINACCI: “Non la conosci. Ha 25 anni, ti rendi conto?”
[lunga pausa]
CIPOLLINI: “Leo? Leo, sei ancora lì?”
SPINACCI: [profondo sospiro] “Con quegli occhioni da cerbiatta…e quando sorride? Quando sorride, Giovanni, si vede il suo dentino storto, mi fa una tenerezza…e poi intelligente, cosa credi?”
CIPOLLINI: “Ma veramente io non…”
SPINACCI: “Intelligente ti dico! Ci si può parlare di tutto, non so, anche dell’azienda…di quello stronzo di mio figlio, lo sai quanti casini mi fa, bè, ecco, se ne parlo con lei mi sembra…[pausa] Dai, dimmi la verità. Pensi che sono un coglione.”
CIPOLLINI: “Hai presente Tolstoj?”
SPINACCI: “Chi cazzo è ‘sto Tolstoj? Non ci lavoro io coi russi. ”
CIPOLLINI: “Ma no, lo scrittore, sai Guerra e pace…”
SPINACCI: “Ah sì, ho visto il film. Ma che…”
CIPOLLINI: “Secondo te era un coglione Tolstoj?”
SPINACCI: “Ma non lo so, cosa me ne frega…”
CIPOLLINI: “NON era un coglione, era uno scrittore immenso. Bè: a ottant’anni, Tolstoj si è messo a correre dietro a una sedicenne.”
SPINACCI: “Grazie! Avrei ottant’anni io?”
CIPOLLINI: “Per dire. Lo so quanti anni hai, eravamo in classe insieme. Voglio dire che in queste cose, l’età non c’entra niente.”
SPINACCI: “Sì, è vero. [pausa] Mi piace troppo, Giovanni. Questa settimana l’ho vista quattro volte, ti rendi conto? E quando torno a casa, canto! Canto…”
CIPOLLINI e SPINACCI [in coro] “Volareee…oh oh…cantare, oh oh oh oh…
[risate]
CIPOLLINI: “E allora ti fa bene, no? Dai, Leo! Goditi un po’ la vita, perché ti fai il sangue amaro?”
SPINACCI: “Sai come la chiamo?”
CIPOLLINI: “Come la chiami?”
SPINACCI: “Fiamma, la chiamo. Lei si chiamerebbe Pamela, ma Fiamma mi sembra più… perché mi…non so, mi accende dentro un…”
CIPOLLINI: “Bella la giovinezza, eh Leo?”
SPINACCI: “Cazzo se è bella! Mi fa una pippa, la cocaina, mi sento come…”
CIPOLLINI: “Eh…[sospiro]
SPINACCI. “ [lungo sospiro] Eh. Sai cosa?
CIPOLLINI: “Cosa?”
SPINACCI: “Mi piacerebbe fartela conoscere. Cioè, con discrezione, eh? Per poterne parlare con te, che sei un amico…Anche per lei, che in questa situazione un po’ così, sai…”
CIPOLLINI: “Certo, capisco.”
[pausa]

SPINACCI: “Bè, che ne dici?”
CIPOLLINI:  [pausa] “E per il…?”
SPINACCI: “Duemila.”
CIPOLLINI: “Però.”
SPINACCI: “Vale la pena, Giovanni. Stai tranquillo che vale la pena.”
CIPOLLINI: “Va bè, se me lo garantisci tu…”
SPINACCI: “Mi ringrazierai. Ce l’hai un pezzo di carta?”
CIPOLLINI: “Dai.”
SPINACCI: “338*** [omissis] Però, Giovanni…”
CIPOLLINI: “Dimmi.”
SPINACCI: “Non la chiamare Fiamma. Fiamma…”
CIPOLLINI: “…Per chi mi prendi? Fiamma è tua.”
SPINACCI: “Sei un amico. Mi ha fatto bene, questa chiacchierata.”
CIPOLLINI: “Ma dai! Cosa ci stanno a fare gli amici?”

Letto, confermato e sottoscritto
L’UFFICIALE DI P.G.
M.o  Osvaldo Spengler





(*) "Trattasi" -   tanto per non cambiare stile,  quello  della  Benemerita...  -   di ricostruzioni che sono  frutto della mia  fantasia di  autore e commediografo.  Qualsiasi riferimento  a fatti o persone  reali  deve ritenersi puramente casuale. (Roberto Buffagni)


***

Chi è il  Maresciallo Osvaldo Spengler?  Nato a Guardiagrele (CH) il 29 maggio 1948 da famiglia di antiche origini sassoni (carbonai di Blankenburg am Harz emigrati nelle foreste abruzzesi per sfuggire agli orrori della Guerra dei Trent’anni), manifestò sin dall’infanzia intelletto vivace e carattere riservato, forse un po’ rigido, chiuso, pessimista. Il padre, impiegato postale, lo avviò agli studi ginnasiali, nella speranza che Osvaldo conseguisse, primo della sua famiglia, la laurea di dottore in legge. Ma pur frequentando con profitto il Liceo Classico di Chieti “Asinio Pollione”, al conseguimento della maturità con il voto di 60/60, Osvaldo si rifiutò recisamente di proseguire gli studi, e si arruolò invece, con delusione e sgomento della famiglia, nell’Arma dei Carabinieri. Unica ragione da lui addotta: “Non mi piace far chiacchiere .” (Com’è noto, il carabiniere è “uso a obbedir tacendo”). Mise a frutto le sue doti di acuto osservatore dell’uomo in alcune indagini rimaste celebri (una per tutte: l’arresto dell’inafferrabile Pino Lenticchi, “il Bel Mitraglia”). Coinvolto nelle indagini su “Tangentopoli”, perseguì con cocciutaggine una linea d’indagine personalissima ed eterodossa che lo mise in contrasto con i magistrati inquirenti. Invitato a chiedere il trasferimento ad altra mansione, sorprese i superiori proponendosi per la sala ascolto della Procura di ***. Richiesto del perché, rispose testualmente: “Almeno qui le chiacchiere le fanno gli altri.”

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