venerdì 27 marzo 2015

La tragedia dell’airbus della Germanwings
La prima  catastrofe europea. Anzi la seconda, dopo l’Euro…


 Dal punto di vista sociologico il suicidio, benché studiato fin dalle origini della disciplina, resta un mistero. A maggior ragione, come nel caso del "copilota killer", oggi tristemente sulle cronache,  rimane difficile capire, non solo il perché di una scelta anticonservativa per eccellenza, ma  del   trascinare  con sé nella morte,  centocinquanta persone. Si potrebbe parlare, per dirla con Durkheim, di suicidio egoistico a sfondo antisociale, con pendant anomico.  Ma, ripetiamo, così da “lontano” è difficilissimo avanzare qualsiasi  classificazione precisa.
Più interessanti, e più facili da comprendere  sono le reazioni sociali al disastro.
In primo luogo, il rituale politico: la presenza, immediata, delle massime autorità dei principali paesi coinvolti,  ha simbolicamente rubricato, in termini di coinvolgimento collettivo,  l’evento a catastrofe (aerea)  europea. Il che è un fatto nuovo.
In secondo luogo,  l’esorcizzazione organizzativa:  la domanda  -  basta scorrere i giornali -  di maggiore sicurezza e controlli  sull’equipaggio, sia psichici ( visite mediche  più frequenti e più  rigorose)  che materiali ( piloti mai più soli al comando). La classica richiesta "perfettista" (per alcuni "modernista") di riduzione o azzeramento del rischio.
In terzo luogo, l’elaborazione mediatiatizzata del lutto: all’evento i mezzi di comunicazione sociale hanno dato la massima copertura interrogandosi intorno alle circostanze e alle cause del disastro, focalizzando l’attenzione sulle vittime, sui loro  parenti e sulle questione legate alle sicurezza. Si potrebbe parlare, per i media.  di un approccio  gravitante tra l’esorcizzazione organizzativa e il rituale  simbolico-politico. Come sempre, vagamente schizofrenico.
In quarto e ultimo luogo, la ricerca del capro espiatorio:  fin dall’inizio, a livello politico-mediatico,  si è cercato di designare  “il” colpevole, avanzando alcune ipotesi, a forte carica simbolica:  prima  la “compagnia area low cost”,  poi il “terrorismo”,  infine il “pilota folle”. Nonostante l' ingentilimento dei costumi,  nei momenti topici,  la brutale ricerca del  "deviante" (collettivo o individuale) da crocifiggere, a torto o ragione,  si riaffaccia sempre. 
Riassumendo,  sotto il profilo sociologico, la reazione collettiva al  triste evento ha seguito i prevedibili canali dell’esorcizzazione organizzativa, dell’elaborazione mediatizzata del lutto,  del capro espiatorio.  Purtroppo, anche nelle circostanze più sfortunate,  il comportamento collettivo tende a seguire schemi iterativi, che tendono a ripetersi. Ciò però, permette, quando si presentano,  di individuare i  fatti nuovi. E questa volta  ce  n’è uno,  collegato al rituale politico: siamo davanti alla prima catastrofe (aerea) europea, celebrata politicamente.  Anzi la seconda, dopo l’Euro... 
Carlo Gambescia 


                                                                              

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