domenica 28 gennaio 2024

Secondo la sinistra Giorgia Meloni avrebbe scoperto il “nazifascismo”.... Ma mi faccia il piacere!

 


Hanno le traveggole. Non c’è altro termine per definire lo stato confusionale in cui versa la sinistra, che non facilita il rigetto di un ’estrema destra abbarbicata al  governo.

Marco Damilano nell’editoriale uscito sul “Domani” (*) – citiamo lui per tutti – parla, a proposito del messaggio di Giorgia Meloni in occasione del Giorno della memoria, di una chiara condanna del “nazifascismo” (addirittura senza trattino: un blocco unico). E riporta questa frase: “non cadano nell’oblio la malvagità del disegno criminale nazifascista e la vergogna delle leggi razziali”. Dopo di che Damilano imbastisce tutto discorso, abbastanza strampalato, sul premierato, sull’antifascismo, sulla costituzione e sul legame con la democrazia, criticando “la sinistra dolciastra e delle buone maniere”, che deve invece “riprendere un contatto, un rapporto di ascolto con il popolo, il popolo concreto delle liste di attesa e del lavoro sottopagato”. Populismo di sinistra contro populismo di destra: una tragedia politica.

Ora, aprire un linea di credito a Fratelli d’Italia, per una semplice parolina (“nazifascismo”), che nel messaggio dell’anno passato non c’era, indica come il giornalismo di sinistra sia incapace di uscire fuori dalla tempistica del mass media (**).

Ci spieghiamo meglio. Una cosa è tipica del giornalismo, e da sempre: andare subito alle conclusioni. Quindi in tempi brevissimi. Insomma, di scegliere domande facili e riposte ancora più facili. Questa cosa non l’hanno inventata i social. Ma un signore americano che si chiamava William Randolph Hearst: il padre della stampa gialla o scandalistica.

Facciamo solo un paio di  esempi  di tempistica massmediatica. Sara Ferragni in meno di ventiquattr’ore è passata dalle stelle alla stalla. Si è addirittura approvata una legge sulle donazioni a scopo pubblicitario alla quale i giornali hanno dato il  nome di "legge Ferragni". Marchiata a vita.  Ma il discorso, riguarda anche gli uomini politici. Zelensky? Un giorno è un eroe, un altro un corrotto. E così via.

Ora, anche Giorgia Meloni, all’improvviso o quasi, sarebbe diventata antifascista.

Un poco di serietà. Ammesso e non concesso che sia in atto un processo di revisione politica, è sufficiente per ravvedersi ideologicamente poco più di un anno di governo? A fronte del quale abbiamo un’estrema destra che per quasi ottant’anni ha difeso Mussolini, e talvolta anche Hitler, a spada tratta?

Si dirà che comunque sia è un buon inizio. E che da qualche parte si deve pur cominciare… Cioè si sostiene che è politicamente normale dopo ottant’anni interrogarsi sull’antifascismo linguistico (non mentale e/o comportamentale) di un partito che di tempo per cambiare idea su Mussolini e Hitler ne ha avuto anche troppo.

Ecco Damilano, come tutti i giornalisti, va subito alle conclusioni, per poi arrabattarsi in cerca di nuovi armi argomentative per attaccare il governo Meloni. Nuovi armi si fa per dire: perché, come detto, ricorrere al populismo di sinistra per contrastare quello di destra, significa solo farsi del male. Damilano, ad esempio, proprio come Giorgia Meloni, parla di democrazia e non di liberalismo. Una parola, visto che siamo in tema di analisi linguistiche, assente nel vocabolario della destra e della sinistra.

In realtà, non parleremmo di conversione. È troppo presto. La Meloni ha lanciato uno zuccherino all’ opposizione. Perché, ripetiamo, un anno o poco più è insufficiente per azzerare una tradizione politica che ha più di un secolo di vita. I partiti, soprattutto ideologici ed estremisti, come il famoso cane di Pavlov, hanno i riflessi condizionati. Quindi non ci si può fidare.

Solo per dire una. Tuttora per La Russa, e numerosi altri post missini, Mussolini resta un grande statista. Come lo era per Meloni. Ma anche per lo stesso Fini. Però da ieri hanno tutti scoperto il “nazifascismo”…

Come diceva Totò? Ma mi faccia il piacere!

Carlo Gambescia

(*) Qui: https://www.editorialedomani.it/idee/commenti/una-premier-senza-memoria-che-dimentica-la-costituzione-p5ckrqcn .
(**) Qui il messaggio 2024: https://www.governo.it/it/articolo/dichiarazione-del-presidente-meloni-occasione-del-giorno-della-memoria/24845 . Qui quello del 2023: https://www.governo.it/it/articolo/giorno-della-memoria-messaggio-del-presidente-meloni/21600 . Si notino, tra i due messaggi, le ripetizioni, gli aggiustamenti, i prolungamenti. Roba da ufficio stampa, tipo copia-incolla. Altro che tormenti politici interiori…

 

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