lunedì 21 febbraio 2022

Caserma Italia



Cari lettori, inutile illudersi di poter tornare a una vita normale, post-epidemica, anzi post-pandemica. 

Il Ministro Speranza, raffinato prodotto “statalista” della Luiss (ma non era un’università liberale?), il rieletto presidente Mattarella, cattolico di sinistra, welfarista di ferro, papa Francesco, in pratica un peronista, Nicola Magrini, responsabile dell’Agenzia farmaco, braccio armato della farmacologia di stato, sono stati chiari: nessuno ritorno alla normalità. 

«Anzi, “con 60 mila casi al giorno, è un errore” e quindi sì, ancora per un po’, alle mascherine al chiuso, al Green pass e forse anche alla quarta dose in autunno. Nel giorno in cui in Italia si celebra la Giornata nazionale del personale sanitario, il ministro della Salute Roberto Speranza si conferma capofila dell’ala più prudente del governo. Un messaggio, probabilmente, anche per alcuni pezzi di maggioranza che da settimane scalpitano per una de-escalation delle misure. In un colloquio con Repubblica, il ministro invita tutti a “tenere i piedi per terra: il Covid non prende l’aereo e va via il 31 marzo”, dice, il Green pass “è stato ed è un pezzo fondamentale della nostra strategia” e “le mascherine al chiuso sono ancora importanti”. Non solo: Speranza apre la porta a un possibile, ulteriore richiamo del vaccino: a marzo partirà la quarta dose per gli immunocompromessi (a 120 giorni dalla precedente), “ma dovremo valutare il richiamo per tutti dopo l’estate. È da considerare probabile, perché il virus – ribadisce ancora – non stringe la mano e se ne va per sempre”. Lo sanno bene soprattutto gli operatori in camice, che oggi – secondo anniversario della scoperta del paziente-1 di Codogno – hanno celebrato la loro Giornata, dedicata al fondatore di Emergency Gino Strada. A loro è arrivato un messaggio di omaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “E’ grazie alla loro preparazione professionale e al loro spirito di sacrificio – afferma il Capo dello Stato – che è stato possibile arginare il rischio di perdite ancor più ingenti”. Per il settore sono in programma investimenti e riforme, ma la loro efficacia “è legata alla qualità e all’impegno di chi concretamente la fa vivere con il proprio lavoro e con la propria passione”. Anche Papa Francesco, all’Angelus, ha rivolto un pensiero di gratitudine all'”eroico personale sanitario”.”Sarebbe coerente mantenere l’obbligo di vaccinazione per gli over 50″, ha detto in serata il Direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), Nicola Magrini a e-VENTI su SkyTG24 » (*).

Questa convergenza di vedute tra poteri dello stato e potere della chiesa, oltre a ricordare infauste alleanze tra trono altare, nemiche della libertà individuale, indica, come più volte abbiamo osservato (**), che, per parlare difficile, il fenomeno sociologico epidemia, pardon pandemia, è strutturale.

Si pensi solo alla celebrazione di ieri della “Giornata Nazionale del Personale sanitario”, istituita l’anno scorso.

Siamo davanti alla traduzione in chiave welfarista della “Giornata delle Forze armate”, con la variante che il nemico è rappresentato dal virus. Ma per il resto non cambia nulla: stessa retorica, addirittura fascista, (“Credere obbedire e combattere” nella guerra al virus), stesse sopraffazioni (al posto del vilipeso pacifista c’è il disprezzato no vax), stesso clima emergenziale e intimidatorio verso il cosiddetto fronte interno (“Silenzio il nemico ti ascolta”), e così via.

E quel che è più grave è che sarà difficile far rientrare i “militari” nelle “caserme”. Quando parliamo di fenomeno strutturale il riferimento è alla mentalità da “caserma” incarnata da istituzioni come il Ministero della Salute, l’ Istituto Superiore di Sanità (baraccone ereditato dal fascismo), l’Agenzia del Farmaco, la rete delle Asl, gli ospedali pubblici. Mentalità militaresca che permea la vita civile, ora contraddistinta da regolamenti, obblighi e altri vincoli alla libertà personale. La “Caserma Italia” insomma.

Esiste poi la cosiddetta questione del precedente sociologico. Al prossimo accenno “pandemico” (Corona o altri virus), sulla base del “quanto siamo stati bravi la volta scorsa”, l’Italia verrà di nuovo chiusa a quattro mandate. Nell’ attesa, ci si gioca, la carta endemica, per tenere tutti i cittadini sotto controllo.

Nessuno sembra rendersi conto che l’epidemia, o meglio l’approccio nevrastenico-populista alla “pandemia” (come per altri fenomeni negli ultimi trent’anni dalla politica alla giustizia e all’economia) ha rilanciato il paradigma statalista: dello stato onnipresente, a partire dalla sanità pubblica, ora celebrata come le forze armate, stato che pretende di conoscere ciò che sia bene o meno per ogni cittadino, meglio del cittadino stesso, del singolo individuo per farla breve.

Si dirà che la nostra è la solita retorica del novaxismo, dell’incoscienza sanitaria, del non rispetto degli altri, della mancanza di senso civico, eccetera, eccetera.

Chi scrive non ha mai frequentato i cosiddetti No Vax. Se una colpa abbiamo è quella di amare la verità effettuale, per dirla con Machiavelli, e di pretendere di studiare le questioni sociali per quello che sono e non per quello che dovrebbero essere secondo questa o quella ideologia, statalista o novaxista che sia.

Nella nostra società, piaccia o meno, la libertà è a rischio. A causa di un meccanismo sociologico, fattosi strutturale (che quindi non dipende più dalle scelte individuali): una dinamica istituzionale, come insieme di mentalità e comportamenti, oppressiva, messa in moto dall’approccio nevrastenico-populista al Coronavirus. Di cui i primi responsabili sono i politici tutti, assecondati dalla scienza istituzionalizzata dello stato e del parastato sanitario.

Quelli descritti, sono i cosiddetti “fatti” che dovrebbero essere sotto gli occhi di tutti. E invece non è così.

Secondo molti osservatori, forse troppi, non esisterebbe invece alcun rischio, le misure prese sono per il nostro bene. Altri, dubitosi ma ottimisti, pochi per la verità, sono invece convinti che i  "provvedimenti emergenziali" prima o poi saranno revocati.

Le dichiarazioni che abbiamo ricordato dicono il contrario. In realtà esiste un più che fondato rischio “Caserma Italia”.

Ovviamente, non abbiamo la sfera di vetro. Però le condizioni sociologiche ci sono tutte.

Carlo Gambescia

(*) Qui:https://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/sanita/2022/02/20/mascherine-al-chiuso-e-pass-restano-ipotesi-quarta-dose_b3826e9e-ba3d-4521-9c9c-651ac003aa98.html

(**) Rinviamo al nostro Metapolitica del Coronavirus. Un diario pubblico, postfazioni di Alessandro Litta Modignani e Carlo Pompei,  Edizioni Il Foglio 2021 (https://www.ibs.it/metapolitica-del-coronavirus-diario-pubblico-libro-carlo-gambescia/e/9788876068287 )

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