venerdì 11 febbraio 2022

Putin e la nostalgia canaglia

 


Oggi vorremo inquadrare la questione ucraina sotto l’aspetto del declino europeo. Declino che coinvolge anche la Russia, ma fino a un certo punto, come si vedrà.

Se si guarda una carta geografica dei primi del Novecento si scopre che l’Europa (Russia inclusa) era padrona di quasi l’ottanta per cento del globo terrestre.

Se invece si dà un’occhiata alla carta di oggi, ci si accorge subito che l’Europa è ridotta a vivacchiare all’interno dei suoi confini.

Certo, la Russia, per confini, si estende ancora fino a Vladivostok, il piedino in Estremo Oriente c’è. Mentre l’Europa non ha più colonie e non fa più paura nessuno.

Forse proprio per questo, Putin sembra ancora ragionare come uno Zar, senza però esserlo, perché i suoi mezzi economici e sociali sono quel che sono. Per contro, il resto dell’ Europa sembra aver accettato il destino di potenza decadente. Diciamo che il conflitto sull’Ucraina è un conflitto tra due decadenze, una consapevole di essere tale (l’Europa), l’altra inconsapevole (la Russia), decadenze che si abbracciano.

L’Europa decadente abbandonerebbe volentieri l’Ucraina al suo destino. La Russia, invece, come detto, coltiva ancora sogni di gloria. Di conseguenza, davanti a un’ Europa politicamente divisa e militarmente debole, si sente autorizzata a giocare le sue carte. 

L’Ucraina,  rispetto ai piani di conquista, che per la Russia zarista e comunista si spingevano fino alla Manciuria, è poca cosa: un conflitto di cortile tra pensionati della politica di potenza. Eppure, come cantava Battiato, i desideri non invecchiano.

Come è noto, quando un attore politico non è grado di scegliersi il nemico, come nel caso dell’Europa, il nemico viene scelto dall’ attore o alleato più forte, quindi dagli Stati Uniti.

Pertanto stiamo assistendo all’ennesimo conflitto per procura in cui gli Stati Uniti parlano a nome dell’Europa.

Sotto questo aspetto il tentativo di Macron, ricorda quello del nobile decaduto, che sotto il frack nasconde la biancheria lisa. La Francia di oggi non è che una tessera, tra le altre, del brutto mosaico della decadenza europea.

Storicamente parlando, il punto è che gli Stati Uniti per essere trascinati in guerre esterne di un certo peso devono essere, o almeno sentirsi, con l’acqua alla gola. E nel caso ucraino la situazione non sembra essere tale. Quindi, se ci si passa la rozza metafora, potrebbero abbaiare ma non mordere.

Quanto al convitato di pietra, la Cina, siamo davanti a ciò che diceva Churchill del comunismo: un indovinello avvolto in un mistero all’interno di un enigma.

Inoltre, la Cina non sta attraversando un buon momento economico. Diciamo che è più rivolta verso l’interno che l’esterno. La componente cinese (sedentaria e pacifista) sembra prevalere su quella mongolica (nomade ed aggressiva). Quindi, anche la Cina potrebbe abbaiare ma non mordere.

L’India infine, di certo quella non islamica, non ha grandi tradizioni imperialiste, o comunque di potenza rivolta in chiave aggressiva verso l’esterno. Inoltre, anch’essa sembra abbastanza presa dai suoi problemi interni.

Il mondo arabo e quello non arabo ma islamico, al momento, sembrano ridotti al ruolo di semplice comparsa.

Ovviamente, una crisi politica internazionale ha dinamiche proprie, quindi non si può escludere a priori una guerra in Ucraina, come pure un intervento della Nato. Però, una volta avviato il processo bellico, saremmo davanti a un conflitto tra nazioni decadenti, semidecadenti e imperi titubanti.

Insomma, parliamo di un quadro in cui la volontà di potenza non sarebbe reale ma rappresentata. Una specie di simulacro. Dal momento che non esiste alcun concreto disegno imperiale, se non la nostalgia canaglia, per dirla con Albano e Romina, in particolare tra i russi, nostalgia di un passato che, per ora, difficilmente tornerà.

Pertanto, una politica del carciofo di una Russia semidecadente nei riguardi di un’ Europa decadente non ha per ora alcun fondamento serio, né culturale, né economico né demografico, se non nella strampalate teorie di qualche mago Otelma dell’eurasismo.

Ciò non significa che la Russia di oggi abbracci la causa pacifista e del “dolce commercio”. Tutt’altro. Quindi verso Mosca servirebbe fermezza. Perché, come per il famigerato incontro tra l’uomo con la pistola e l’uomo con il fucile, quando un attore politico decadente, incontra un attore politico semidecadente, quello decadente è un uomo morto.

Fermezza che dovrebbe essere esercitata dal forte alleato americano. Che però sembra non percepire la causa ucraina nei termini di quell’acqua alla gola cui abbiamo accennato. Certo, potrebbe abbaiare… Ma mordere?

Putin invece, che ha schierato sul campo forze decisamente superiori, potrebbe abbaiare e mordere…

Purtroppo, come dicevamo, la nostalgia è canaglia.

Carlo Gambescia

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