Ma quale Zuckerberg, la sinistra si guardi il film di Wajda sull’eccidio di Katyn
Pensare il Vero Male
La sinistra ha perso ogni contatto con la realtà, o meglio con l'esperienza del Vero Male. È come incapace di pensarlo. Parliamo della sinistra, mondiale ma anche italiana, sempre sull'orlo della crisi di
nervi a proposito di "politicamente corretto", “molestie
di genere”, “mafie” (occhio al
plurale). E che ora è pronta ad azzannare Zuckerberg, perché tapino avrebbe fatto vincere - ecco il
succo del pippone (pardon) mondiale in corso - quel ciccione maschilista di
Trump.
Attenzione,
quando parliamo di male, non pensiamo ( comunque non solo) al male cartonato del catastrofismo, cavallo di battaglia della sinistra
declinista, quella che in Italia, ad
esempio, vota Grillo, dei naufraghi del
comunismo, intercettati (anche) a destra dai populisti alla Salvini: tutti insieme
rigorosamente antiamericani e anticapitalisti. Gente che adora il piccolo zar Putin I e che al minimo cedimento
borsistico celebra il crollo finale del capitalismo.
Diciamo
pure che la sinistra delle fighette (pardon), quella che strizza l’occhio ad Asia Argento, proprio perché in tutt'altre faccende affaccendata, finisce per andare a braccetto, volente o nolente, con quella dei duri e puri che condivide il samovar con Putin e le pietre rotolanti con i No TAV (o se si preferisce i “No TUTTO”). Insomma, sia gli uni che altri non sanno più dove sia di
casa il Vero Male…
Eppure per
scoprirlo, basterebbe un clic. Sarebbe sufficiente guardare il toccante ma documentatissimo film di Andrzej Wajda sull’eccidio nel bosco di Katyn (1), dove nel 1940 i comunisti sovietici uccisero con un colpo alla nuca, uno dopo l'altro, più di
ventimila ufficiali polacchi. E con il
tacito consenso dei nazisti, assolutamente al corrente del fatto che la spartizione della Polonia avrebbe comportato il tentativo, messo in atto regolarmente, di recidere in un solo colpo - sopprimendo ingegneri, professori, avvocati, medici (tutti arruolati come ufficiali) - le
nervature della classe dirigente polacca. Assolutamente diabolico, altro che delitto di lesa privacy...
Per inciso, la "nuova" Russia in modalità Putin, si è riconosciuta colpevole, scaricando però la responsabilità, non sull'ideologia marxista-leninista, ma sui servizi segreti stalinisti... Le betulle di Katyn, a differenza dei cipressi di Gerona, evocati da Gironella nella suggestiva trilogia sulla guerra civile spagnola, pur piegandosi al vento, alla voce di Dio, continuano a mentire.
Per inciso, la "nuova" Russia in modalità Putin, si è riconosciuta colpevole, scaricando però la responsabilità, non sull'ideologia marxista-leninista, ma sui servizi segreti stalinisti... Le betulle di Katyn, a differenza dei cipressi di Gerona, evocati da Gironella nella suggestiva trilogia sulla guerra civile spagnola, pur piegandosi al vento, alla voce di Dio, continuano a mentire.
Il Vero Male non è rappresentato dal pippone (aripardon) mondiale sul rapporto tra Cambridge Analytica e Facebook, ma dal tentativo novecentesco di distruggere l’esperimento liberale
con le armi e la violenza di massa. Di
cui purtroppo si è persa la memoria. Mentre da quell'attacco alla nostra libertà si dovrebbe ripartire. Quantomeno per fare confronti e paralleli sulle sliding doors di una disastrosa guerra civile europea.
Invece, il
film di Wajda, uscito nel 2007, passò inosservato in Italia. Perché ritenuto di
cattivo gusto, come tutto ciò che maleodorava e maleodora di "anticomunismo" (2). E da chi? Dalle due sinistre,
fighetta (aripardon) e declinista. Ma anche, per entrare in dettagli politicamente scabrosi, da una destra
putiniana, allora in versione Berlusconi, grande amico del vecchio
agente del KGB, una destra oggi nella
mani di Salvini, altro indiscreto ammiratore di Putin.
Il Vero Male è il totalitarismo ideologico e politico, storicamente rappresentato
dal nazionalsocialismo (con il fascismo come ruota di scorta) e dal comunismo in tutte le sue forme, anche sorridenti (all'inizio). Il Vero Male è in quella tentazione totalitaria che rischia sempre di tradursi nel
colpo di pistola alla nuca. E non
dalla caccia alle "bubbane" di e su Zuckerberg. Il che, al massimo, è problema da Associazione Consumatori... Altro che pericolo per la democrazia.
E invece? Zuckerberg, notizia dell’ultima ora, fa addirittura mea culpa. Ecco il frutto avvelenato del pensiero debole di una sinistra, condiviso dallo stesso fondatore di Fb: aver perso la cognizione del male. E dunque del vero dolore. Quel non saper pensare, collocandolo nella sua sacrosanta prospettiva storica e politica, il Male Assoluto rappresentato dal totalitarismo nazista e comunista.
E invece? Zuckerberg, notizia dell’ultima ora, fa addirittura mea culpa. Ecco il frutto avvelenato del pensiero debole di una sinistra, condiviso dallo stesso fondatore di Fb: aver perso la cognizione del male. E dunque del vero dolore. Quel non saper pensare, collocandolo nella sua sacrosanta prospettiva storica e politica, il Male Assoluto rappresentato dal totalitarismo nazista e comunista.
Il film di Wajda inizia con una inquadratura spaesante : civili polacchi, donne,
bambini, anziani, malati, soldati dalle
divise lacere, tutti in fuga da
e verso nazisti e sovietici. Folle di profughi, dolenti e impaurite, che si incrociano, da Ovest a Est e viceversa,
senza una meta. Portando con sé su carri e rare automobili l’inessenziale, vecchi mobili e altre suppellettili.
Ecco,
probabilmente, non c’è immagine
migliore per raffigurare una sinistra allo sbando, incapace di afferrare dove sia il Vero Male. Si agita e basta. Non pensa. Come un Martina, ad esempio, che qualche giorno fa nel corso dell' assemblea PD, invece di preoccuparsi, dei nuovi dottor Goebbels di Cinque Stelle a un passo dal governo, implorava l'arresto obbligatorio per coloro che maltrattano le donne.
Cosa in sé giustissima. Per carità. Ma con i nemici della libertà alle porte?
Carlo Gambescia
(1) Qui il film: https://www.youtube.com/watch?v=KGbbDCPmeJ0 . Qui l’intervista a Wajda: https://www.tempi.it/katyn-e-il-massacro-di-22-mila-ufficiali-polacchi-perpetrato-da-stalin-intervista-al-regista-wajda#.WrNfRtThDDd
(2) Sulla strategia del "bon ton" filocomunista si veda l'eccellente libro di Ernesto Galli della Loggia, Credere Tradire Vivere. Un viaggio negli anni della Repubblica, il Mulino, Bologna 2016, pp. 155-182, in particolare.