Il busto di gesso di“Repubblica”
L’Italia dei Sanculotti
L'apertura di “Repubblica” ( notare pure la foto in evidenza del Cittadino Fico che va alla Camera in autobus) rappresenta
l’ennesima prova offerta dalla
sinistra azionista, quella con la fissa del fare gli italiani a calci in
culo (semplifichiamo), di professare il fascismo degli antifascisti.
Per i duri di comprendonio: “Repubblica” è
favorevole a un governo Lega-M5S, senza Berlusconi, senza Renzi, i due grandi
nemici, non solo del quotidiano fondato
da Scalfari, ma di una certa idea dell’Italia, per così dire alla Alberto Sordi
(vedendone però solo i difetti). Un' idea totalmente estranea a quel giacobinismo della sinistra azionista - da Ferruccio Parri (il Presidente del Consiglio che dormiva in brandina) a Gustavo Zagrebelsky (che in brandina, ma in carcere, voleva mettere Berlusconi) - che spinse, gli eredi di Mazzini e Pisacane nelle braccia della
sinistra comunista. da Togliatti a Berlinguer ( si pensi solo alla cosiddetta sinistra indipendente eletta nelle liste del Pci). Per inciso, anche il fascismo amava il fondatore della Giovane Italia, apprezzandone il populismo. Mentre gli azionisti rilessero Mazzini alla luce della critica materialista di Marx ed Engels.
Nel
comunismo, l’azionismo scorgeva una disciplinata forza pedagogica di massa per tramutare gli italiani in
cittadini perfetti. Per restare nel
mondo del cinema: in tanti Nanni Moretti. E se necessario, ripetiamo, a calci in culo. Questa
era ed è l’essenza dell’azionismo: un fascismo (i calci in culo) riverniciato di
democraticismo giacobino. Ecco, per essere precisi, l’azionismo è un
giacobinismo di sinistra, il fascismo di
destra. Il che spiega perché si può parlare di fascismo dell’antifascismo. Il Partito d’azione rivendicava i propri meriti resistenziali, quindi
antifascisti, ma coniugandoli con la stessa durezza totalitaria, quantomeno sui piani della mentalità e di un' azione di governo fortemente dirigista (per i dotti: tecnicamente, più vicina all'ala di Giustizia e Libertà che a quella liberal-socialista). Poi, nella seconda metà degli anni Quaranta del secolo scorso, il partito si sciolse: molti confluirono nel mondo del giornalismo e della cultura, degli affari, della politica, delle professioni, tenendo però fede all’idea di un’Italia da
cambiare a tutti i costi, anche con bel busto di gesso. Alcuni nomi, tra i più importanti: Rossi, Matteoli, La Malfa, Calamandrei.
Ora, “Repubblica”, che ne è l’ultima incarnazione giornalistica, si augura che il M5S, altra potente forza disciplinata, realizzi il grande sogno azionista. A tutti i costi, anche
governando con un giacobino di destra come Salvini. Per dirla con una formula, il fascismo divide ma il giacobinismo unisce...
Ragionando,
sempre per analogia con la Rivoluzione francese, Berlusconi e Renzi, sono visti come eredi del corrotto e in fondo moderato Danton,
quindi due politici da eliminare. E i giudici ci stanno lavorando. E da un pezzo.
L'incubo azionista - altro che sogno - potrebbe essere alle porte: l’Italia di Robespierre e dei Sanculotti.
Carlo Gambescia